“Il voto del Parlamento europeo ha fissato nuovi obiettivi sulla riduzione delle emissioni, obiettivi che potranno essere confermati o modificati negli ulteriori passaggi negoziali con la Commissione e il Consiglio, previsti dall'iter dell'Unione Europea. Gli obiettivi votati dal Parlamento, dopo un lungo confronto e dibattito in molti Paesi dell'Unione, stabiliscono una soglia di riduzione delle emissioni del 20% entro il 2020 e del 40% entro il 2030". Lo dichiara Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom Cgil e responsabile automotive. 

La Fiom da anni ha avviato un confronto con le associazioni ambientaliste, cercato un confronto con i Governi che si sono succeduti, e sistema produttivo, "ma ad oggi sono prevalse logiche che danneggiano il Paese. La Fiom chiede la costituzione di una Commissione nazionale sulla mobilità, con la regia del Governo, per affrontare i cambiamenti legislativi, climatici, tecnologici e di mercato che si stanno determinando nella mobilità. L'Italia ha un ruolo industriale centrale in Europa nella produzione della mobilità pubblica e privata, collettiva e individuale; il peso occupazionale e di produzione di valore della filiera è oggi a rischio se non si colgono le opportunità che il cambiamento può determinare se si sceglie di non subirlo".

La scelta di alcune multinazionali di inseguire il cambiamento, anziché produrlo, "impatta negativamente sui volumi di vendita - prosegue De Palma -: a pagarne il conto è il sistema produttivo italiano; dai lavoratori alle aziende di componentistica che non hanno investito nella diversificazione. La trasformazione in corso della mobilità cambierà molto rapidamente tutta la filiera produttiva, sono indispensabili investimenti nella ricerca, nella valorizzazione della rete produttiva e principalmente nel ruolo strategico di chi dalla progettazione alla costruzione ai servizi, lavora nel settore". 

Innovazione e inclusione di tutti gli attori, a partire da chi lavora, nella transizione del settore devono essere supportati con strumenti, a partire dalla formazione, utili a rendere sempre più sicura, ecologica e condivisa il diritto alla mobilità. "Il voto del Parlamento Europeo è solo uno degli atti che le Istituzioni stanno compiendo: in Italia ad oggi non è previsto alcun confronto sulle politiche industriali necessarie, troppo tempo è stato perso, è ora di partire. La Fiom continua a ritenere la scelta di una mobilità eco una possibilità in più di occupazione”.