I sindacati metalmeccanici di Bologna e dell'Emilia Romagna sono preoccupati da un'eventuale possibile vendita della Ducati di Borgo Panigale, che giudicherebbero un grave errore. E affidano le loro remore a una lettera aperta.

Seguiamo con attenzione e preoccupazione le notizie, più o meno verificate – scrivono Fiom Cgil e Fim Cisl -. Riteniamo, ognuno per il proprio grado di responsabilità, che una eventuale fuoriuscita di Ducati dal Gruppo Audi-Volkswagen potrebbe rappresentare un elemento di criticità non solo per i lavoratori e le lavoratrici dell’azienda, ma anche per il territorio”.

In Ducati, dopo l’ingresso nel Gruppo nel 2012, si è infatti raggiunto un accordo aziendale (ilcontratto integrativo e di partecipazione del 4 marzo 2015 ndr) che è stato valutato come “una delle più avanzate esperienze contrattuali a livello nazionale”. Negli ultimi anni, inoltre, si è svolta una intensa attività contrattuale che ha portato anche alla realizzazione, insieme ad Automobili Lamborghini, del progetto Desi, una prima modalità di sperimentazione del rapporto tra scuola e mondo del lavoro che è stato assunto come modello di riferimento a livello regionale.

Si può certamente fare di più e meglio – si legge nella lettera - . Pensiamo che sia necessario lavorare, confermando in tal senso le nostre disponibilità, nel cercare di portare una maggiore integrazione di Ducati nel Gruppo Audi e Volkswagen, rafforzando tutte le sinergie possibili con le altre aziende del gruppo in Italia (a partire da Automobili Lamborghini)”. Ma questa situazione di incertezza, e il rimbalzarsi di continue notizie sugli organi di stampa, “crea tensioni e preoccupazioni tra le persone, perché entrare in un gruppo industriale così strutturato che ha tra i suoi nodi cardine una pianificazione industriale a lungo termine, il benessere dei lavoratori e relazioni aziendali e sindacali sane e fondate sui principi della partecipazione rappresenta un cambio culturale che da 5 anni ha creato stabilità e aspettative per il futuro”.

Non comprendiamo la ragione di una cessione di Ducati – concludono Fiom e Fim nella lettera -, poiché non sarebbe sicuramente un’azione in grado di risolvere i problemi che il Gruppo sta attraversando come conseguenza del cosiddetto “dieselgate”, ma siamo invece convinti che contribuirebbe solo a danneggiare l’immagine di Audi e di Volkswagen nel nostro Paese (con possibili conseguenti ricadute sulle altre aziende italiane del gruppo) e rischierebbe altresì di rappresentare una battuta di arresto per i processi di sviluppo in corso e di sperimentazione di avanzate relazioni industriali. E non ne vediamo alcuna ragione”.