Una giornata di mobilitazione per i “ricercatori determinati”, che chiedono al governo di tornare a investire negli atenei italiani. Si è svolta oggi, 6 dicembre, in tante università di tutto il Paese. La protesta è stata promossa da Flc Cgil, Adi e Link, e ha visto studenti, ricercatori e dottorandi improvvisare assemblee a Palermo, inscenare "La morte dell’università" a Bari, esporre striscioni a Napoli, a Foggia, a Trieste, occupare il rettorato alla Sapienza di Roma, bloccare le strade a Bologna e manifestare in decine di atenei italiani.

La mobilitazione è partita con la piattaforma "Perché noi no? Stesso lavoro e stessi diritti", con la quale, da luglio scorso, i ‘Ricercatori determinati’ denunciano l’elevato livello di precarietà nelle università italiane dove migliaia di lavoratrici e lavoratori fanno ricerca e didattica senza avere contratti stabili  Oggi, nelle ore decisive della discussione della legge di stabilità, i ricercatori vogliono ricordare al governo che “gli investimenti previsti per l’università sono totalmente insufficienti, che servono le risorse per avviare un piano straordinario di reclutamento dei ricercatori e dei docenti precari dell’Università e per avviare subito l’iter per una riforma del pre-ruolo in modo da semplificare la giungla dei contratti precari”.
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"Siamo in mobilitazione perché deve essere chiaro che investire nella ricerca universitaria è uno dei punti fondamentali per il vero sviluppo e la vera crescita del Paese. Assumere tutti i precari subito con 1,5 miliardi di euro nella legge di stabilità è condizione necessaria. Il governo non ha scuse, basta spot." Così Tito Russo della Federazione lavoratori della conoscenza Cgil.

"I 40 milioni aggiuntivi promessi sono solo briciole rispetto ai bisogni reali del sistema dell'Università e della ricerca - afferma poi Giuseppe Montalbano, segretario dell'Associazione dottorandi e dottori di ricerca -. Non chiediamo elemosine, ma un serio piano pluriennale di investimenti e una riforma del pre- ruolo con cui voltare davvero pagina nelle politiche sull'Università."

Alessio Bottalico, coordinatore di Link-Coordinamento Universitario, mette invece l’accento sul diritto allo studio: “I 10 milioni aggiunti al fondo per le borse di studio sono assolutamente insufficienti per raggiungere la copertura totale delle borse di studio. Servono, inoltre, ingenti finanziamenti per le residenze universitarie, aumento no tax area ed edilizia universitaria. Continueremo ad essere in stato di agitazione fino fino a quando non avremo garantito ciò che ci spetta”.

La protesta nelle università, in effetti, non si ferma. La prossima tappa è la manifestazione nazionale di Roma, il 14 dicembre, alle ore 14 a piazza Vidoni.