La crisi nuoce gravemente alla salute. A causa delle ristrettezze economiche a cui sono costretti dalla recessione gli italiani non si curano. E' l'allarme lanciato dai medici di famiglia nel corso del congresso della federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) a Villasimius in Sardegna.

Stressati, preoccupati, ansiosi di cercare lavoro o di non perdere quello faticosamente conquistato, sempre più persone rinunciano quindi alle cure o le rimandano a tempi migliori, con la conseguenza che lo stato psicofisico inevitabilmente peggiora. Un'indagine del centro studi Fimmg fotografa una situazione allarmante: il 64,6% dei medici nota che i pazienti, a causa della crisi economica, trascurano il proprio stato di salute. Una percentuale che sale al 71,6% al Sud e nelle Isole.

Il 67,6% inoltre constata che i pazienti, a causa delle ristrettezze economiche, non vanno dal dentista per non pagare le prestazioni mentre il 64,7% ha l'impressione che, per timore di mettersi in cattiva luce con il datore di lavoro, rinuncia ad assentarsi qualche ora per effettuare accertamenti medici, anche se necessari.

Per il 55,9 per cento i pazienti rinunciano ad andare dal medico per dedicarsi a incombenze più importanti, e l'88% dei medici vede i propri pazienti stressati. Risultato: quasi la meta' dei medici ritiene che la salute dei propri pazienti sia peggiorata rispetto a prima della crisi, con picchi del 56,8 per cento al sud e nelle isole, del 62,6 per cento nelle Asl dove e' diminuita l'occupazione e del 63,2 per cento in quelle a maggior malessere sociale.

"L'indagine conferma anzitutto che il medico di medicina generale è un'efficace sentinella di quanto accade sul territorio del nostro Paese - spiega Paolo Misericordia, responsabile del Centro studi Fimmg - i risultati della ricerca dimostrano che la crisi incide sul destino della salute della popolazione, che aumenta le diseguaglianze accentuando la divaricazione dei contesti sociali, che e' in grado di condizionare il lavoro e la funzione del medico di medicina generale. Complessivamente gli italiani stanno peggio, rinunciano a curarsi, hanno la priorità del lavoro e rimandano le cure con ripercussioni potenzialmente devastanti, tutte da valutare".