È rottura sul rinnovo del contratto dei Consorzi di bonifica. Dopo due giorni (martedì 7 e mercoledì 8 giugno) di negoziato, e a ben 18 mesi dalla scadenza del Ccnl, Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil hanno dovuto prendere atto dell'impossibilità di proseguire il confronto al tavolo delle trattative. Uno strappo che ha portato i sindacati a confermare lo stato di agitazione, dichiarando “di attivare il blocco degli straordinari e un percorso che porterà i lavoratori allo sciopero”.

A fronte dell'ampia disponibilità dei sindacati a portare avanti la discussione per chiudere l'accordo in tempi rapidi, affermano le tre organizzazioni una nota unitaria, la controparte “non ha saputo dare adeguate risposte all'insieme delle richieste presentate in piattaforma”. Le proposte del Sindacato nazionale enti bonifica italiani (Snebi) su “salario, demansionamento, tutela dei lavoratori a tempo determinato, agibilità sindacale e disciplina dei licenziamenti – conclude il comunicato – sono state ritenute dall'intera delegazione insufficienti per il prosieguo della trattativa”.

Ma le traversie per i dipendenti dei Consorzi non sono finite qui. In Sicilia è in atto da tempo una mobilitazione che ieri (mercoledì 8 giugno) ha avuto il suo apice con lo sciopero regionale, accompagnato da presidi in tutti i luoghi di lavoro e davanti alle Prefetture. L’adesione è stata altissima, in alcuni casi (come nei Consorzi di bonifica 9 Catania e 10 Siracusa) è stata totale. Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil della Sicilia hanno annunciato una nuova giornata di protesta per il 21 giugno, mentre nell'attesa si terranno assemblee nei vari Consorzi siciliani.

I sindacati dell’isola chiedono anzitutto “la riforma del comparto”, sottolineando come nessuno dei cinque assessori all'Agricoltura fin qui nominati dal presidente della Regione Crocetta abbia dato seguito alla riforma attraverso i decreti attuativi. Rifacendosi poi al documento presentato il 20 maggio scorso, i sindacati chiedono “l'abrogazione dell'articolo 47 della legge 9/2015, che ha tagliato i fondi destinati al personale della legge regionale 49/81, con il conseguente aggravio dei ruoli di contribuenza per gli agricoltori; l'impegno a iniziare una progettualità a difesa del territorio regionale dal rischio idrogeologico, con l'utilizzo dei lavoratori delle ‘Garanzie occupazionali’ oltre il limite previsto”.

Altri capitoli importanti della piattaforma sindacale sono “il pagamento degli stipendi arretrati” e la necessità di trovare una “soluzione per i lavoratori stagionali, a oggi mai affrontata, che riguarda la stabilizzazione”. A tutto questo, concludono Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil regionali, se si aggiunge “la totale chiusura del Sindacato nazionale enti bonifica italiani (Snebi) in merito al rinnovo del contratto nazionale di categoria, fermo al 2012, ci si ritrova stritolati tra il vuoto della politica regionale e la caparbia quanto arrogante azione dei datori di lavoro”.