Che ci fosse bisogno di regolare il mercato dell'energia, di regolare la concorrenza non c'è dubbio, così come non c'è dubbio che il cosiddetto mercato della concorrenza non è un mercato libero, è una sorta di oligopolio che vedrà nel tempo la presenza sempre più accentuata dei grandi player”. Lo ha detto ai microfoni di RadioArticolo1 (qui il podcast) Emilio Miceli, segretario generale della Filctem (la federazione della Cgil che rappresenta i lavoratori e le lavoratrici della chimica, del tessile, dell'energia e della manifattura), commentando l’approvazione della legge sulla concorrenza.

Il ddl è stato approvato ieri, 2 agosto, dal Senato con voto di fiducia (146 sì, 113 no). Un capitolo importante del provvedimento è quello che abolisce il mercato tutelato per l'energia. Sono molti i cittadini e le cittadine che nel 2019 dovranno navigare nel mercato libero probabilmente vedendo più pesanti le proprie bollette, è così che si liberalizza il mercato senza tener conto delle fasce più deboli della popolazione?

 

“Il punto è proprio questo – spiega Miceli nel corso della puntata di Italia Parla –: è stata approvata una norma sull'abolizione del mercato tutelato. Da un lato è scontato che arriverà un aumento delle tariffe, dall'altro si pone una domanda legittima a tutti noi e credo anche alle autorità regolatorie: come è possibile che un mercato liberato dal soffocamento dei vecchi monopoli e di vecchi trust veda, nel momento in cui si apre, aumentare le tariffe e non diminuire? È il tema di fondo di una norma che le lobby dell'energia hanno voluto, imposto, negoziato e strenuamente difeso”.

“Ricordiamo tutti – prosegue Miceli – che quando fu aperto il mercato delle telecomunicazioni le tariffe crollarono, arrivarono quasi a zero. Qui succederà il contrario. Allora questa è una legge col trucco, cioè una legge che non prende atto del fatto che il mercato non è ancora aperto effettivamente, tant’è vero che noi ci troveremo circa 20 milioni di persone che pagheranno una tariffa più alta”.

“È dai tempi in cui è stata concepita la dottrina del libero mercato – osserva il segretario generale della Filctem – che in tutte le università ci insegnano come, se c’è mercato libero, il prezzo scenda e non tenda a salire. È quando c'è una posizione di monopolio o di oligopolio che tendono a salire le tariffe. Speravamo che si spostasse ancora più in avanti nel tempo (l’abolizione del mercato tutelato, ndr) e ci fosse modo di argomentare meglio la nostra opposizione. Prendiamo atto che il Parlamento si è fatto assoggettare da lobby che costituiscono un elemento di pressione molto forte nel nostro Paese”, conclude Miceli.