“La Cina presenta contraddizioni, ma anche opportunità della globalizzazione”. Lo ha dichiarato ai microfoni di RadioArticolo1 Valeria Fedeli, vice segretaria della Filctem, ospite della trasmissione Italiaparla, dedicata alla visita della delegazione nazionale della Cgil in Cina. “Quello che colpisce di quel paese è la programmazione economica, che si muove sulle fasce tecnologicamente più avanzate che si possano immaginare. È sorprendente vedere quello che questo paese ha fatto in pochissimi anni per sviluppare gli aspetti logistici, l’attrazione di investimenti esteri, l’attenzione riservata ai punti più avanzati della ricerca, dello sviluppo, dell’innovazione tecnologica. Ricordiamoci che Pechino è entrata solo nel settembre del 2001 nel sistema degli scambi internazionali”.

“Viste dalla Cina – ha continuato
la Fedeli – le questioni italiane appaiono ancor più misere. Da noi non si discutono i veri problemi, quelli dell’economia e delle persone. Se non cambiamo impostazione, saremo destinati ad un declino irreversibile. Dobbiamo collegarci rapidamente all’Europa, costruire politiche di sviluppo, altrimenti saremo assolutamente ininfluenti. La presenza italiana in Cina è piccola e frammentata. Non facciamo sistema e risultiamo poco efficaci. Eppure la Cina rappresenta una grande opportunità per il made in Italy: i nostri marchi, soprattutto nel settore della moda, sono presenti in tutte le grandi città e molto richiesti. Abbiamo, però, bisogno di regole globali basate sulla reciprocità: le merci italiane che entrano in Cina sono sottoposte ad una tassazione fortissima, molto più elevata di quella che colpisce le merci cinesi che entrano in Europa”.

Lo stato dei diritti dei lavoratori
cinesi rappresenta, per la Fedeli, “il punto di massima contraddizione di quello sviluppo. Siamo ancora molto lontani dagli standard richiesti dall’organizzazione internazionale del lavoro. Ai lavoratori si negano diritti fondamentali. Non possiamo dimenticare che la Cina è una potenza economica e politica capace di segnare il mercato globale, ma è ancora governata da un regime autoritario”.