“L’idea di austerità di questo governo – ha detto Giovanni Nughes, della segreteria Cgil di Napoli, introducendo l’attivo dei quadri e dei delegati sulla riforma del mercato del lavoro – è quella di intervenire pesantemente sul lavoro e sui lavoratori, senza sostenere la coesione sociale. Sentire il termine ‘reintegrazione’ sul posto di lavoro, in merito alla modifica dell’art.18, è già un importante successo e ci dimostra che dobbiamo continuare a organizzare assemblee, scioperi, manifestazioni e iniziative per sostenere le nostre battaglie”.


Nelle conclusioni Franco Tavella, segretario generale della Cgil Campania, ha affermato che “oggi abbiamo un quadro sostanzialmente diverso da quello che si era prospettato all’inizio del dibattito sull’art.18 ed è merito dell’iniziativa sindacale che ha ottenuto un buon risultato. Siamo davanti a una crisi economica, etica, morale, della rappresentanza senza precedenti, che rischia di diventare terreno fertile per qualche suggestione autoritaria pericolosa. In particolare non bisogna sottovalutare che il Mezzogiorno, e in particolare la Campania, sarà il territorio più sofferente e più colpito da questa crisi economica che è sempre di più una crisi sociale”.

La difficile situazione del Mezzogiorno è confermata dai dati Istat sul numero di occupati e disoccupati. Il dato più drammatico è quello della Campania, con un tasso pari al 16,8 per cento e un totale di 314.000 disoccupati. Con l’allungamento dell’età pensionabile inoltre si perderanno circa 100 mila posti di lavoro.