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Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un appuntamento importante, considerando le proporzioni in aumento del fenomeno alla luce degli ultimi dati nazionali: nel 2018 142 femminicidi e 5 mila donne vittime di violenza sessuale (+ 5,4% rispetto al 2017) a cui vanno aggiunte le altre forme di violenza: dallo stalking alle molestie verbali, a quelle fisiche, fino alla denigrazione continua e il ricatto affettivo ed economico che genera dipendenze ed esclusioni.
Si stima che nelle Marche una donna su tre abbia subìto nel corso della propria vita una qualche forma di molestia sessuale e una su dieci le ha subite negli ultimi tre anni e quando molestie e violenze avvengono sul luogo di lavoro molto spesso rimangono nascoste. Sono oltre 40 mila le donne che nelle Marche hanno subìto molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro: ne sono state vittime per essere assunte, per mantenere il posto di lavoro o per ottenere avanzamenti di carriera, e la maggior parte di loro non ne ha parlato con nessuno.
Secondo Daniela Barbaresi, Cristiana Ilari e Claudia Mazzucchelli, segretarie regionali di Cgil, Cisl, Uil, “in questi giorni saranno tante le iniziative nei vari territori per affermare la necessità di porre fine alla violenza e alle molestie di genere e il sindacato ribadisce il proprio impegno affinché l’ambiente di lavoro sia un luogo sicuro e rispettoso della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori. Rivendichiamo con forza il diritto delle donne alla libertà e al rispetto, nella vita privata, nella società e nel lavoro, e il diritto a una vita senza violenza”.
Tra le iniziative positive vanno ricordati gli importanti accordi firmati con le associazioni datoriali in tutti i territori marchigiani per contrastare violenze e discriminazioni nei luoghi di lavoro, declinando le azioni concrete per contrastare e prevenire ogni atto o comportamento che si configuri come molestia o violenza sul lavoro; così come sono importanti le tante intese e protocolli istituzionali per attivare e promuovere la rete di istituzioni, organizzazioni e associazioni impegnate nel contrasto alla violenza di genere.
Secondo Barbaresi, Ilari e Mazzucchelli, “occorre riflettere anche sulle reali condizioni di lavoro di tante donne, che, nella nostra regione come nel resto del Paese, si misurano con precarietà, riduzione dei diritti e con condizioni economiche difficili che rendono le donne, le lavoratrici più indifese di fronte a ricatti, soprusi e molestie nei luoghi di lavoro”. “Per questo è necessario riconoscere il ruolo delle donne nella società così come nel lavoro, superando ogni forma di diseguaglianza, ma è altrettanto importante che il lavoro sia di qualità e possa avere adeguate tutele per tutte e tutti”.
Peraltro, un mondo del lavoro libero da violenze e molestie è anche la scommessa della recente Convenzione n. 190 dell’Ilo, l’Organizzazione internazionale del lavoro delle Nazioni Unite, del giugno scorso.