Sulla formazione professionale, "l'azione del governo regionale è opaca e incerta: è stato abbandonato un percorso di rinnovamento avviato con il precedente governo, in assenza di un altro progetto, con un salto nel buio che sta gettando nel caos il sistema e che rischia di produrre licenziamenti a raffica". Lo sostengono Cgil e Flc Sicilia, che sull'argomento hanno tenuto oggi una conferenza stampa, contestando passo per passo iniziative e dichiarazioni dell'assessore regionale al ramo e del presidente della Regione, e presentando la loro piattaforma per la riforma del settore, su cui chiedono il confronto.

"Da anni, ci battiamo per il rinnovamento, la messa in trasparenza e l'efficienza del settore – ha detto Giusto Scozzaro, segretario Flc Sicilia – e contro qualunque forma di malaffare e di clientelismo. A Crocetta chiediamo adesso di prospettarci un percorso credibile". Secondo i conti della Flc, sono 3.551 i lavoratori della formazione professionale che rischiano il licenziamento a partire da giugno, a causa "dell'incapacità dell'esecutivo di governare la crisi, d'intervenire su procedure e tempi dei pagamenti che, per quanto riguarda gli enti, si protraggono anche fino a 5 anni, cosa che ha messo in crisi innanzitutto quelli sani, con le conseguenze immaginabili sui lavoratori", ha aggiunto Scozzaro. 

Per la formazione, chiediamo un percorso di "discontinuità politica, etica e formale rispetto al passato – ha rilevato Antonio Riolo, della segreteria Cgil Sicilia –, che si sostanzi in un piano preciso concordato con le parti sociali. Sollecitiamo, però, anche una continuità nell'azione della pubblica amministrazione per costruire un sistema di formazione efficiente e collegato al mercato del lavoro, tutelando  i lavoratori".

Azione amministrativa, peraltro, "messa oggi a dura prova – ha sottolineato Giovanni Lo Cicero, della Flc regionale – anche dal fatto che, al momento, nel dipartimento formazione, a causa dei processi di mobilità generalizzata operati dal governo, mancano le persone che possano gestire con competenza pratiche e processi". Per Flc e Cgil, non convince l'ipotesi di mandare in aggiornamento fino a 5 mesi i lavoratori degli enti. "Si andrebbe in contrasto – ha aggiunto Scozzaro – con la normativa Ue sugli aiuti di Stato, che prevede il cofinanziamento dei gestori fino al 40%. œnoltre, lascia interdetti l'ipotesi di 'indennità dignitosa' per i lavoratori, né quantificata dal governo né specificata sotto il profilo giuridico normativo".

Quanto alle dichiarazioni del governo sull'Avviso 20, il sindacato parla di "mistificazione", visto che "la seconda annualità dell'Avviso, secondo le previsioni, doveva essere finanziato con il Piano giovani. Probabilmente – ha concluso Scozzaro – si fa questo per nascondere il fatto che si è deciso di utilizzare altrimenti le risorse".

"La riforma della formazione professionale deve garantire anche il governo sociale della situazione – ha sostenuto il segretario generale della Flc nazionale, Mimmo Pantaleo –, e questo non può che avvenire attraverso il confronto con i soggetti rappresentativi. Al nuovo esecutivo chiederemo un governo nazionale di un settore che con diverse peculiarità è in crisi in tutto il paese".

In Sicilia, per il confronto, Cgil  e Flc propongono la propria piattaforma, le cui parole chiave sono apertura di un tavolo di crisi, definizione del fabbisogno pluriennale e sostenibilità finanziaria, piano pluriennale di ammortizzatori sociali finanziato dalla Regione, utilizzo mirato straordinario e transitorio delle risorse comunitarie, ripristino del ruolo di ciascun soggetto con il rilancio del principio di responsabilità  di ciascun soggetto, pubblica amministrazione compresa, e sanzioni in caso di mancata applicazione delle regole, rispetto delle direttive comunitarie in materia di pagamenti dei fornitori di beni e servizi". In cantiere, la Cgil ha già assemblee dei lavoratori e altre iniziative che potrebbero preludere a uno sciopero generale del settore. Al governo, che si è detto pure disponibile a pagare direttamente i lavoratori, questi ultimi, su invito del sindacato, faranno avere i propri codici Iban.