Questa mattina, 15 febbraio, il ministro  Carlo Calenda ha presieduto il primo incontro del tavolo di crisi richiesto dalla Filcams Cgil, insieme a Fisascat e Uiltucs, sulla vertenza che riguarda la multinazionale dei viaggi di affari Carlson Wagonlit Travel. L'azienda sta lavorando da anni a un progressivo spostamento di parte delle pratiche da lavorare nei Paesi dell'Est Europa, a partire dalle funzioni di finanza e tesoreria fino al servizio di biglietteria e servizi al viaggiatore, ovvero il core business di Cwt. Oggi queste scelte si concretizzano con la decisione di chiudere la sede operativa di Torino, con la previsione di 50 esuberi.

"Le scelte di Carlson - ha detto la Filcams al tavolo ministeriale - introducono elementi di concorrenza al ribasso nel settore, che spingeranno i principali players a cercare la compressione del costo del lavoro con un circolo vizioso che dequalifica l'intero sistema".  Il ministro Calenda ha invece parlato della necessità di "riqualificare il settore" anche con interventi formativi per aggiornare le competenze, e ha dichiarato che il Ministero dello sviluppo lavorerà anche sui committenti affinché inseriscano tra i criteri di selezione per i servizi di business travel/agenzie viaggi, quello della collocazione del lavoro in Italia nel rispetto della normativa, come fatto per il settore dei call center".

Il ministero ha quindi chiesto all’azienda di ritirare la procedura di licenziamento collettivo, diversamente ha annunciato che farà valere una clausola sociale affinché i contratti gestiti ad oggi da Cwt (aziende quali Ferrero, Burgo, Novartis, Generali, Barilla, Poltrona Frau, Credem, Samsonite) siano presi in carico da aziende che salvaguardino i livelli occupazionali. "Abbiamo messo strumenti di formazione a disposizione, ma è inaccettabile questo modo di fare: se l'azienda va avanti così cercherò di spostare i lavoratori su altre agenzie che restano in Italia e di spostare i committenti che chiamerò uno per uno. Esiste un principio di responsabilità' di impresa che va rispettato': così il ministro Calenda. Ma il problema, ribadisce, resta soprattutto politico: 'Non si può andare avanti con una competizione di fatto squilibrata con i paesi dell'Est Europa. C'è un problema politico grande come una casa. Non è più tollerabile che Paesi che si riconoscono nei valori europei e che prendono un sacco di soldi di contributi operino in condizioni di dumping economico e sociale''.

"Abbiamo apprezzato l'intervento del ministro, molto netto e lucido rispetto alla situazione del settore - ha affermato Luca De Zolt della Filcams nazionale - e dato disponibilità a discutere di interventi utili al recupero della redditività dell'azienda, a patto che si mantengano le sedi sul territorio e che si ritiri la procedura di licenziamento avviata".