“Abbiamo scelto il 2 giugno perché vorremmo che si ricordasse che l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Questo governo deve cambiare e presto per non arrivare al punto di rottura con il paese”. Intervistata oggi da Paolo Griseri su La Repubblica, Susanna Camusso, spiega il senso della manifestazione unitaria indetta dai sindacati proprio il giorno della festa della Repubblica. E le cose da fare, da parte del governo, almeno nell’immediato, sono chiare: “Deve decidere, finalmente, di fare una politica equa. È profondamente iniquo tassare sempre e solo i lavoratori dipendenti e rifiutarsi di introdurre la patrimoniale. Chiediamo la riduzione progressiva del peso fiscale sulle buste paga e un’Imu proporzionale ai redditi sulla prima casa. Chiediamo che vengano ridistribuiti i frutti della lotta all' evasione”.

E sulle tragedie di questi giorni, i ripetuti suicidi di lavoratori e piccoli imprenditori, il segretario della Cgil ricorda: “È quattro anni che il popolo dei lavoratori dipendenti e dei piccoli imprenditori fa sacrifici. Gli stipendi vengono pagati con ritardi di sei, sette, otto mesi. I crediti con i clienti diventano inesigibili. All'inizio uno spende quel che aveva messo da parte negli anni precedenti. Per anni i governi hanno detto che presto ci sarebbe stata la ripresa. Poi l'autunno scorso si è scoperto che non è cosi. Che bisogna fare altri sacrifici. E la gente li ha fatti, sperando che sarebbero serviti a uscire dalla crisi. Invece adesso si scopre che i sacrifici aumenteranno ma la crisi non finirà. Per guarire ti tagli un braccio oggi ma sai già che domani ti taglieranno anche la gamba. È questa disillusione che fa nascere i drammi di questi giorni”.

Nessun commento da parte di Camusso sulla frase di Monti sulle responsabilità della crisi, ma la sottolineatura preoccupata dei “gruppi più a rischio”: “Chi ha una famiglia da mantenere e i pensionati soli. I nostri centri fiscali raccontano che molti arrivano allo sportello e confessano di non essere in grado di pagare le tasse. I pensionati che vivono da soli nella casa di famiglia sono atterriti dall'idea che arrivi una Imu più alta della loro pensione. Gli esodati, senza cassa e senza pensione, ci mandano lettere agghiaccianti”.