PHOTO
È stata resa nota oggi (20 maggio) un'importante sentenza sulla questione degli assegni famigliari per i nuclei di migranti: l’Inps ha negato a un lavoratore disoccupato l’assegno al nucleo familiare (Anf), ma grazie a un ricorso legale patrocinato dai legali dell’Inca, il Tribunale di Venezia ha condannato l’istituto a corrisponderlo. È quanto si apprende dal sito del patronato.
La sentenza, racconta l'Inca, è stata depositata il 18 maggio scorso: la storia è quella di un cittadino tunisino, residente in Italia e titolare di un permesso di soggiorno per lungosoggiornanti che, dopo aver perso il lavoro, ha chiesto e ottenuto l’indennità di disoccupazione, ovvero la mini Aspi. Dopo di questa, l'uomo ha fatto domanda per l'Assegno al nucleo familiare per i propri congiunti residenti nel paese di origine, nel rispetto della convenzione bilaterale del 1984, tra Italia e Tunisia, in materia di sicurezza sociale.
Da parte sua l'Inps ha detto no, sostenendo che la convenzione bilaterale è applicabile soltanto ai lavoratori occupati e non ai disoccupati. Il giudice del Tribunale di Venezia invece, a seguito del ricorso avviato dai legali dell’Inca (Vittorio Angiolini, Chiara Santi e Luca Formilan) ha stabilito che il lavoratore anche se in stato di disoccupazione è “soggetto equiparabile al lavoratore” e dunque ha diritto all’Anf, anche per i familiari residenti in Tunisia. In questo modo, osserva l'Inca, si stabilisce una corretta interpretazione dell’articolo 23 della convenzione tra i due paesi,
Nella sentenza si aggiunge, inoltre, che questa prestazione è comunque dovuta in funzione della normativa europea (direttiva 2003/109/CE che stabilisce il diritto dei lungosoggiornanti ad “usufruire delle prestazioni di assistenza sociale, di previdenza (…), salvo che sia diversamente disposto e sempre che sia dimostrata l’effettiva residenza dello straniero sul territorio nazionale”. Il giudice ha condannato l’Inps al pagamento delle somme dovute, compresi gli interessi maturati a decorrere dal 121 esimo giorno dalla domanda di Assegno al nucleo familiare, nonché delle spese legali.
“Si tratta di un risultato significativo per il lavoratori emigrati tunisini, i cui familiari vivono ancora in Tunisia – spiega Claudio Piccinini, coordinatore degli uffici immigrazione dell’Inca -, ma non solo. Questa sentenza chiarisce inequivocabilmente il diritto agli assegni familiari che già prima venivano riconosciuti regolarmente ai lavoratori, sottoposti ai trattamenti di disoccupazione. Un principio che però l’Inps ha inaspettatamente messo in discussione di recente, con interpretazioni eccessivamente restrittive della norma, nell’intento di risparmiare proprio sui chi è in condizioni di necessità e contribuisce col proprio reddito al mantenimento della famiglia”, conclude.
LEGGI ANCHE: La battaglia sui permessi di soggiorno