Un “Protocollo di buone pratiche”: questo l’obiettivo che oggi (18 maggio) a Modena Flai, Filcams e Filt, in occasione del convegno “La forza dell’agire comune tra appalti e legalità”, si sono date per il prossimo autunno. Al centro della discussione odierna e del programma di lavoro futuro, la contrattazione e l’azione sindacale di sito e di filiera, unite al tema della trasparenza e legalità negli appalti e dell’applicazione corretta dei contratti.

L’incontro tra le tre categorie Cgil nasce sul campo, proprio nel territorio di Modena, nell’ambito della filiera della macellazione, che ha visto coinvolti lavoratori direttamente dipendenti e lavoratori degli appalti. In particolare, il lavoro comune tra Flai, Filcams e Filt si è sviluppato nel corso della difficile vertenza dell’azienda di lavorazione delle carni Castelfrigo.

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Antonio Mattioli, della segreteria regionale Cgil Emilia Romagna, ha preso per primo la parola, entrando nel vivo dell'iniziativa, ripercorrendo le tappe della vertenza Castelfrigo e il ruolo di coordinamento svolto dalla Cgil, accanto alle categorie, fino all'accordo sindacale sottoscritto nel febbraio dello scorso anno in Prefettura, che ha portato al ripristino di condizioni contrattuali corrette.

Le testimonianze di delegati e sindacalisti del territorio hanno evidenziato come, nel settore delle carni, il sistema di appalti poco trasparente e la presenza di false cooperative abbia portato non solo alla mancata applicazione del ccnl, ma anche a episodi di vero e proprio sfruttamento: orari di lavoro interminabili, buste paga non veritiere, ritmi di lavoro pesanti e carenti condizioni di sicurezza.

Molto apprezzati gli interventi di Lisa Dorigatti, sociologa, e dell'avvocato Stefania Mangione, che hanno spiegato come il sistema degli appalti sia funzionale a tutti quei processi di frammentazione del mercato del lavoro al fine di aggirare leggi e contratti, risparmiando in modo selvaggio sul costo del lavoro.

Ma nel sistema degli appalti nel settore delle carni, i problemi non sono rappresentati solamente da norme aggirate e salti da un contratto all'altro, bensì anche da fenomeni di vera e propria illegalità. Tema affrontato da Roberto Iovino della Flai nazionale e dell'Osservatorio Placido Rizzotto. “Nell’ultimo Rapporto agromafie e caporalato – ha detto Iovino – abbiamo indagato proprio il settore delle carni, rilevando episodi importanti di sfruttamento, caporalato, sottosalario, non rispetto dei contratti, il tutto in un settore fortemente attrattivo per la criminalità organizzata”.

Tutti gli interventi hanno indicato problemi e criticità che interessano il settore degli appalti e che toccando trasversalmente più categorie, come le tre riunite oggi a Modena, con dinamiche che sono le stesse in tutto il Paese. A fare sintesi delle tante sollecitazioni e a tracciare il lavoro futuro sono stati gli interventi di Elisa Camellini, Giulia Guida e Marco Bermani, rispettivamente segretari nazionali di Filcams, Filt e Flai.

Da oggi gruppi di lavoro si confronteranno sui temi di categoria e dell'intera filiera, per individuare un modello di “buone pratiche” che indirizzi un lavoro comune tra le tre categorie, in sinergia con la confederazione, e che rappresenti un utile strumento per gli stessi lavoratori, finalizzato a un agire comune, oltre i confini delle singole categorie, per garantire più forza nel contrasto a quello che in molti, troppi casi, si configura come un modello distorsivo del mercato del lavoro. Perché, come ha sottolineato Bermani, "le risposte ai bisogni dei lavoratori della filiera delle carni, lavoratori che hanno sete di giustizia, possono venire solo dal nostro stare insieme”.