Gli appalti e la somministrazione verso il referendum sul lavoro promosso dalla Cgil per abrogare i voucher e introdurre la responsabilità solidale negli appalti sono stati i temi dell’assemblea promossa dalle segreterie regionali Fiom, Nidil, Fp e Filcams, che si è svolta oggi, 10 marzo, a Potenza, nella sede della Cgil Basilicata, in via del Gallitello, alla presenza di Claudio Treves, segretario generale Nidil Cgil. All’incontro, sono intervenuti anche Michele Sperduto, segretario Nidil Basilicata, Angelo Summa, segretario generale Cgil Basilicata, Roberto D’Andrea, segretario generale Fiom Basilicata, Pasquale Paolino, segretario generale Filcams Potenza, Michele Sannazzaro, segretario Fp Potenza.

“Il quadro che emerge – ha detto Summa – è quello di un Paese che ha rinunciato al futuro e a dare un diritto al lavoro. Noi veniamo da un ventennio in cui flessibilità e precarietà, oltre al liberismo visto come unica frontiera in cui costruire lo  sviluppo, ci hanno consegnato un Paese più povero e senza prospettiva. Perciò, abbiamo deciso di andare oltre la funzione di rappresentanza e farci promotori di una raccolta firme per abolire i voucher e introdurre negli appalti la responsabilità solidale" 

In Italia, ha ricordato Summa, sono 150 milioni i voucher, di cui un milione in Basilicata. "Numeri che parlano da soli - ha detto il segretario - è così che frantumiamo il lavoro, mentre abolendoli restituiamo dignità, non solo al lavoro, ma alla persona, ricostruendo la cultura del lavoro che, proprio grazie al referendum, è tornato nella discussione politica del Paese. Ricostruire la responsabilità solidale negli appalti è un elemento fortissimo di questo referendum perché significa andare oltre lo stesso e ricostruire quel terreno valoriale che deve unire tutta la comunità del lavoro”.

Per Claudio Treves, segretario generale del Nidil, “in tema di appalti, abbiamo una legislazione che ha seguito pedissequamente le scelte dei poteri forti. La legge 1369 / 1960 è la prima sugli appalti in Italia, in base alla quale un’impresa può esternalizzare, alla condizione che i lavoratori esternalizzati abbiano le stesse condizioni contrattuali del soggetto che esternalizza, per cui si può specializzare l’attività, ma non  per ragioni di costi e di risparmio".

"Oggi, invece - ha aggiunto il segretario Nidil - abbiamo affermata la responsabilità solidale del primo committente che, però, in caso di mancati pagamenti, può legittimamente ottenere davanti a un giudice l’escussione del patrimonio dell'appaltatore medesimo e degli eventuali subappaltatori, per cui la riscossione dei crediti avanzati può avvenire solo dopo tale operazione. La domanda referendaria è semplice: cancellare tutto questo e ripristinare  la solidarietà solidale piena, ovvero la possibilità che le aziende committenti rispondano direttamente degli eventuali crediti vantati dai lavoratori. Il nostro obiettivo - ha concluso Treves - è rompere questo sistema, raggiungere il quorum e tornare alla contrattazione”.