"Non c˙era il ministro Delrio, come i sindacati auspicavano. ma l˙incontro di ieri con i vertici tecnici del ministero dei Trasporti e delle infrastrutture manda un importante segnale ai lavoratori delle aziende di progettazione e manutenzioni autostradali". È quanto afferma Dario Boni, segretario nazionale della Fillea Cgil, reduce dall˙incontro convocato d˙urgenza dal Mit, in risposta allo sciopero generale, proclamato dai sindacati per l˙11 marzo e sospeso proprio in attesa del rendez vous.

"Nonostante si siano persi molti mesi in attesa di una convocazione, conquistata con una lunga mobilitazione dei lavoratori – osserva il dirigente sindacale –, ora è importante che il confronto positivo e fruttuoso, avviato ieri, proceda speditamente, per trovare una soluzione al limite previsto dal Codice degli appalti sugli affidamenti in house, che viene fissato al 20%. Su questo, per noi, è fondamentale che si chiarisca un punto: tale limite impedisce alle società controllate di partecipare al restante 80% degli appalti messi a gara? Perchè se così fosse, l'effetto inevitabile sarebbe lo smantellamento di uno dei comparti dell˙edilizia più strutturati e professionalizzati"˛

"Abbiamo illustrato al Mit alcune possibili soluzioni – prosegue il segretario Fillea –, come stralciare le opere di progettazione e manutenzione autostradali dal vincolo dell˙80% a gara, ipotesi che il ministero considera impraticabile; in alternativa, consentire alle controllate di partecipare alle gare al pari delle altre aziende. Inoltre, abbiamo chiesto che il concessionario possa effettuare lavori in gestione diretta, internalizzando alcune funzioni, con il conseguente assorbimento di personale, e di rendere più efficaci le clausole sociali all˙interno dei bandi, che consentirebbe al cambio appalto di garantire la continuità lavorativa. Su queste ipotesi, il ministero ha preso tempo per poterne verificare la fattibilità. Il 22 marzo avremo le risposteˇ.

"Intanto, scorre il tempo, ma se c'è la volontà, quaranta giorni sono sufficienti per apportare miglioramenti significativi al nuovo Codice degli appalti. Ma non si può più sbagliare, perchè già ora abbiamo 250 lavoratori in cassa integrazione e la situazione - qualora non s'intervenisse nella direzione giusta - potrebbe diventare drammatica, con 3.000 esuberi e un settore completamente destrutturatoˇ, conclude Boni.