Mobilitazione nazionale oggi (venerdì 27 maggio) a Roma e Palermo (rispettivamente in piazza Santissimi Apostoli e davanti alla Prefettura) per i lavoratori di Almaviva Contact, per dire no ai 3 mila licenziamenti che scatteranno se entro il 5 giugno prossimo non si troverà una soluzione. Lunedì 30 maggio i sindacati sono nuovamente convocati al ministero dello Sviluppo economico (alle ore 15). Una delegazione dei lavoratori presente a Roma è stata ricevuta a Palazzo Chigi dal sottosegretario De Vincenti, cui ha manifestato tutte le preoccupazioni riguardo la vertenza.

"Lavoratori e rappresentanze sindacali vogliono affrontare una discussione di merito, priva di veti ideologici, per individuare soluzioni che diano una prospettiva agli oltre 8 mila dipendenti del gruppo" spiega Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil: "Questi lavoratori pagano i ritardi dell'azione di governo e il mancato rispetto delle leggi italiane sulla delocalizzazione; da troppi anni hanno avuto promesse che non sono state mantenute e vivono una profonda sfiducia nei confronti dell'intera classe dirigente di questo paese". Il compito di chi ha ruoli istituzionali, conclude Azzola, è quello "di capire e trovare soluzioni in grado di avere il consenso dei lavoratori. Speriamo che il buon senso prevalga e si riesca a dare serenità a 3 mila famiglie concentrate a Palermo, Napoli e Roma".

“Oggi scendiamo in piazza contro lo scempio di 3 mila licenziamenti in un settore che ha una prospettiva straordinaria di sviluppo” dichiara il segretario Slc Cgil di Palermo Maurizio Rosso: “Siamo ancora al nulla di fatto, dopo l'ennesimo incontro di ieri tra sindacati, azienda e ministero. La tensione è sempre più alta e sempre più ci rendiamo conto dell'immobilismo che ammanta il paese Abbiamo chiesto per l'ennesima volta al governo di trovare strumenti adeguati e strutturali per portare il settore fuori dalla crisi”. A governo e azienda il sindacato chiede “investimenti per non buttare il lavoro che si è costruito in questi lunghi anni nel comparto comunicazione e servizi. Siamo qui per dire no ai licenziamenti e siamo aggrappati a questo tavolo per costruire una politica industriale che crei occupazione e sviluppo come in tutti i migliori paesi europei. Un paese moderno si costruisce attraverso lo sviluppo tecnologico e culturale". In conclusione, Rosso annuncia che “se lunedì 30 al ministero non si dovesse raggiungere un accordo, torneremo a Palermo e porteremo avanti altre azioni di lotta. Ribadiamo la richiesta di una partecipazione attiva della Regione, che attraverso i fondi di formazione potrebbe dare aiuto a questa vertenza”.

Con la manifestazione di oggi a Roma i sindacati sollecitano al governo risposte concrete. “Ieri al ministero – aggiunge Rosalba Vella, della segreteria Slc Cgil Palermo – ci siamo sentiti ripetere le stesse cose di due giorni fa, addirittura con degli arretramenti, perché l'azienda intende procedere con i licenziamenti e con soluzioni strutturali per rimettere in sicurezza l'azienda, o è disposta a riproporre quello che i lavoratori al 95 per cento hanno bocciato, chiedendo pure il ritiro di tutti gli scioperi”. Il nostro mandato è stato preciso, spiega Vella: “il no ai contratti di solidarietà per sei mesi con percentuali diverse nei vari siti italiani e a contratti part time orizzontali per cinque e sei ore. I lavoratori non hanno chiesto di riproporre qualcosa già da loro espressamente negato. Anche l'utilizzo di un mix di ammortizzatori sociali previsti dal Job Act, che potrebbero complessivamente coprire fino a 36 mesi continuativi, non convince perché i fondi per 36 mesi risulterebbero spezzettati. Ogni contenitore di ammortizzatori sociali deve avere un contenuto di risorse garantito. E la certezza di questi fondi per 36 mesi non esiste, c'è solo la promessa di un ministro”.