È stato siglato nella notte un accordo tra le organizzazioni sindacali e Unicoop Tirreno che tutela i posti di lavoro e il salario dei dipendenti.
Una vertenza difficile, iniziata a dicembre 2016, quando Unicoop Tirreno (più di 100 punti vendita tra Campania, Lazio, Toscana e Umbria e circa 4mila dipendenti) ha comunicato la chiusura di tredici unità produttive, la cessione di otto punti vendita e la recessione del contratto integrativo, mettendo a rischio 600 posti di lavoro.

Soddisfazione in casa Filcams dopo mesi di confronto e mobilitazione. “Coerentemente a quanto dichiarato, l'intervento sulla contrattazione integrativa è stato minimo – afferma Alessio Di Labio della Filcams Cgil –. Abbiamo rispettato la proporzionalità e l'equità dell'intervento a tutela dei lavoratori: chi aveva di più paga poco, chi meno pochissimo, chi non aveva nulla dall'integrativo recupera qualcosa. L'occupazione è tutta salvaguardata attraverso gli ammortizzatori sociali”.

L’accordo prevede la chiusura della procedura di mobilità con l’unico criterio della non opposizione al licenziamento; la garanzia di 36 mesi di ammortizzatori sociali e un intervento sull’accordo integrativo aziendale con misure economiche tutelative. Un risultato importante, apprezzato anche da chi, durante questa fase, ha criticato le posizioni e le iniziative sindacali. Ora la parola passa ai lavoratori che potranno esprimere il loro voto; una volta approvato l'accordo, Unicoop Tirreno potrà avviare la riorganizzazione sotto il controllo dei sindacati: “Noi saremo presenti e attenti per tutta la durata del piano – conclude Di Labio – affinché Unicoop rispetti gli impegni presi”.