Oggi è il 4 dicembre, giorno di Santa Barbara, figura profondamente legata a questo racconto. La santa è patrona di molte categorie professionali: architetti, muratori, campanari, costruttori di torri – poiché, secondo la leggenda, proprio in una torre fu rinchiusa dal padre per impedirle di convertirsi. È inoltre considerata protettrice contro fuochi, fulmini ed esplosioni, ed è patrona dei vigili del fuoco. Ma soprattutto, ed è ciò che più conta per questa storia, dal 1400 Santa Barbara è la patrona dei minatori.

In un paese come Capistrello, dove tra gallerie e cantieri si sono consumate 87 morti sul lavoro (a cui vanno aggiunte quelle, più silenziose ma altrettanto dure, dovute a malattie professionali come la silicosi), la ricorrenza di oggi assume un significato particolare. È un giorno sentito da chi ancora scende nelle viscere della montagna e da chi è cresciuto con il mito degli operai partiti per scavare il mondo. Capistrello è una comunità che della memoria delle proprie vittime ha fatto quasi un vanto, una ferita che è insieme dolore e identità: forse un modo per dare senso ai sacrifici, alle partenze verso cantieri lontani, ai ritorni rari o, talvolta, mai avvenuti.

Pane e polvere”, scritto da Gianluca Salustri ed edito da Radici Edizioni, racconta proprio questa comunità che da oltre un secolo vede i suoi figli lavorare sottoterra per costruire acquedotti, dighe e interminabili tunnel autostradali. Dalla costruzione dei Cunicoli di Claudio, poi riutilizzati dal Principe Torlonia per prosciugare il Lago Fucino, fino al Traforo del Gran Sasso e ai tunnel dell’Alta Velocità ferroviaria, il libro ripercorre – attraverso aneddoti e testimonianze dirette – le tappe più significative della storia di questo borgo abruzzese, che ha donato i suoi uomini migliori all’Italia e al mondo. Spesso senza averli più visti tornare.

Di Franco, Fillea: “Un grazie a tutti i minatori”

Questa mattina sono iniziate nei cantieri di tutta Italia, le celebrazioni per i festeggiamenti Santa Barbara, la protettrice di pompieri, minatori e di tutti i lavoratori che realizzano tunnel o gallerie.

“Un lavoro difficile che costringe migliaia di uomini a vivere lontano da famiglie e affetti per il futuro di questo Paese. Dal Brennero alla Sicilia, ferrovie, strade e autostrade ci sono operai che tutti i giorni contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi del Pnrr. Il 12 dicembre scioperiamo anche per i diritti di questi lavoratori, estremamente importanti per ammodernamento delle infrastrutture. Continueremo a lottare per una seria riforma pensioni dei lavori usuranti, oltre al riconoscimento delle malattie professionali”. È quanto afferma il segretario nazionale della Fillea Cgil, Antonio Di Franco, intervenuto nel corso della cerimonia organizzata nella galleria ‘Francofonte’ sull’itinerario Anas Catania–Ragusa. Un evento organizzato da Cosedil Spa, che ha voluto mettere al centro le persone e l’evoluzione del mondo delle costruzioni: “Com’era, com’è e come sarà”.

Il segretario nazionale della Fillea Cgil ha sottolineato “come l’importanza delle relazioni industriali tra impresa e organizzazioni sindacali rappresenti un pilastro fondamentale per il progresso e lo sviluppo del settore. Un settore che deve mantenere al centro il valore delle maestranze impegnate quotidianamente nei cantieri. Il lotto attualmente in costruzione, realizzato dall’Ati guidata da Cosedil, si estende per oltre 19 chilometri e impiega circa 350 persone tra operai e impiegati, a conferma dell’importanza dell’opera e del ruolo strategico che il progetto riveste per il territorio e per tutta la filiera delle costruzioni”.

“Il ringraziamento va ai minatori di tutte le terre, che il 12 dicembre sciopereranno per la tutela e la salvaguardia di questo lavoro. Il nostro pensiero va a chi ha perso la vita, ieri ed oggi, per contribuire al futuro di questo Paese. Pertanto evviva Santa Barbara e evviva le associazioni di Pagliarelle Acri e Lauria”, conclude Di Franco.