Il documento del Vaticano contro il Ddl Zan e la violazione del Concordato. Il Pnrr e l’approvazione dell’Europa. La paura della variante Delta e la necessità di tracciamento. Gli effetti collaterali del Covid e la voglia di libertà

“Un fatto grave, mai verificatosi nella storia della Repubblica”. È il commento della Cgil che chiede l’approvazione immediata del disegno di legge Zan. Su Collettiva.it la nota completa della Confederazione: Grave tentativo del Vaticano di interferenza su prerogative e laicità dello stato

Prime pagine

“Via libera al Recovery plan, 15.7 miliardi da spendere per 105 progetti entro il 2021” è l’apertura del Il Sole 24 Ore e sintetizza la giornata politica di ieri tra Roma e Bruxelles.
L’altro tema del giorno è la scelta del Corriere della Sera che titola: “Legge Zan, interviene Draghi”. Stessa scelta per La Repubblica: “La legge Zan divide il Vaticano” e nel sommario: “La nota che chiede modifiche al ddl sull’omofobia spiazza l’ala riformista più vicina a papa Francesco. Per i vescovi grave violazione del Concordato. Il cardinal Ruini: nessuna ingerenza, giusto intervenire”.
Torna sul Pnrr Il Messaggero: “La sfida è spendere con onestà” che nel sommario spiega: “Draghi riceve Von der Leyen a Roma: per superare la prova del Pnrr serve una politica unita. Dal super bonus al turismo i primi progetti finanziati. A Cinecittà 300 milioni per il rilancio”.
Doppia titolazione per La Stampa: “Italia, Recovery solido ma è solo il primo passo” e poi: “L’affondo del Vaticano spacca la maggioranza: Rivediamo il ddl Zan”.
Il Fatto Quotidiano sceglie di dedicare l’apertura al commento di Davigo sui Referendum sulla giustizia promossi dalla Lega: “Così Salvini vuole i delinquenti liberi”.
Infine Il Manifesto, su una foto notizia di due ragazzi con palloncini arcobaleno campeggia la scritta: “Fratelli quasi tutti”.

Le interviste

Alessandro Zan, deputato del Pd, consegna a Giuseppe Alberto Falci del Corriere della Sera la sua reazione al Documento d’oltre Tevere: “Beh, incredulità. Perché è la prima volta che il Vaticano pone la questione sul Concordato e lo fa su una legge, non ancora in vigore, approvata solo alla Camera a larga maggioranza, il Parlamento è sovrano, deve essere libero di discutere, non può subire alcuna ingerenza da uno Stato estero”. E rispondendo alla obiezione che il provvedimento limiterebbe la libertà garantita alla Chiesa e alle associazioni cattoliche, il parlamentare democratico risponde: “Assolutamente no. La libertà di manifestazione del pensiero, per singoli e associazioni, non è in discussione. Questo risulta chiaramente già dall’applicazione della legge Mancino negli ultimi 30 anni ed è ulteriormente ribadito dall’articolo 4 del ddl che porta il mio nome. Questa norme chiarisce che restano salve tutte le opinioni e le condotte legittime che non determinano il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori e violenti….non è a rischio la libertà di pensiero di nessuna persona tanto meno dei cattolici”.

"Vorrei ricordare al vescovo Suetta che ha parlato di violazione della legge di Dio e di violazione dei pilastri della dottrina cattolica, che purtroppo la legge di Dio non è stata ancora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale". Inizia con un po' di sarcasmo la riflessione di Francesco Margiotta Broglio, uno dei più importanti giuristi italiani, a capo della commissione paritetica sul concordato dal 1984 al 2014, sull'accusa secondo la quale il ddl Zan violerebbe il famoso accordo di Villa Madama, pubblicata a pag. 3 de La Repubblica. "Non c'è alcuna violazione. – afferma il giurista -  Anzi chi ha scritto che l'atto sarebbe senza precedenti nella storia dei rapporti tra Stato e Chiesa, dovrebbe leggere qualche libro di storia. La nota consegnata da monsignor Gallagher all'ambasciatore Sebastiani pretende che il Ddl Zan violerebbe l'articolo 2 del Concordato".

Articolo nel quale si afferma che "la Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa" ed è "assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica" sottolinea Maria Novella De Luca, curatrice dell’intervista  e Margiotta Broglio risponde: “Esatto. Ma nel Ddl Zan non c'è ingerenza negli affari della Chiesa. Mi spiego. Uno dei punti del contendere, da parte dei vescovi, è l'articolo 7 del disegno di legge in cui si prevede l'istituzione della Giornata nazionale contro omofobia e transfobia, con le scuole invitate ad organizzare incontri, attività sul tema. Se è evidente che non si possono obbligare le scuole private "confessionali" a festeggiare questa giornata, è altrettanto evidente che la Chiesa non può certo chiedere allo Stato di non fare leggi che essa, la Chiesa, ritiene contrarie alla propria dottrina cattolica. Mi sembra che i referendum su divorzio e aborto non abbiano insegnato niente al Vaticano”.

Valdis Dombrovski, vice presidente della Commissione europea, a pag. 2 de La Stampa definisce: “Solido e ambizioso il piano del governo Draghi, un progetto capace di far uscire l’Italia più forte dalla crisi e di costruire un futuro migliore. Ma questo è solo l’inizio……Questo Piano di rilancio rappresenta un’opportunità unica per investire nel futuro dell’Italia per affrontare          questioni di vecchia data che frenano lo sviluppo socio-economico e per rimuovere le barriere che ostacolano la crescita”. E proseguendo la sua riflessione con il quotidiano di Torino, Dombrovski aggiunge: “Riformando la pubblica amministrazione e il sistema giudiziario, oltre che ridurre la burocrazia, l’Italia può migliorare il proprio contesto imprenditoriale e diventare un luogo più attraente in cui investire” e conclude il suo ragionamento affermando: “Il Piano contribuirà a ridurre le differenze sociali e regionali creando nuove opportunità per i giovani in tutte le zone del Paese”.

Da segnalare, sempre su La Stampa, una conversazione con la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti che sembra rispondere alle critiche che ieri, proprio sulle stesse pagine, vergava Linda Laura Sabbadini sostenendo che i 7 miliardi indicati da Draghi per la riduzione del divario di genere siano pochi. Risponde – appunto - la ministra affermando: “I 7 miliardi permetteranno a tutte di accedere agli altri 240 con pari opportunità. L’Italia è bloccata da anni è Draghi la persona giusta per cambiare il paese”.

A pagina 2 de Il Foglio è pubblicata una conversazione tra Valerio Valentini e Pierluigi Bersani. L’incipit recita: “A guidare questo governo c’è una troika. Ma non è quella di Bruxelles, è la troika di Gogol con il cavallo di sinistra, il Pd, un poco zoppicante e quello di destra, cioè la Lega, più scalpitante. E col cavallo di centro, che sarebbe Draghi, che prova a tenere dritta la rotta su un sentiero neoliberale, e che però temo possa essere influenzato da sedicenti liberali che poco hanno a che vedere con il riformismo”.

Editoriali e commenti

Se la Chiesa entra in Parlamento è il titolo esplicativo dell’editoriale di Ezio Mauro sul La Repubblica: “…La Chiesa dunque per manifestare il suo dissenso dalla legge Zan ricorre al potere mondano, perchè la Santa Sede è co-firmataria del patto concordatario, che considera violato. Ma la decisione di muovere lo Stato pontificio per intervenire nel processo legislativo di un Paese sovrano non è di natura procedurale o diplomatica, bensì politica. Si sceglie una iniziativa straordinaria per alzare la posta della partita, portandola nelle mani dei due governi contrapposti, mettendo faccia a faccia il Papa e Draghi, l’Italia e la Santa Sede, lo spirituale e il temporale, in un confronto che per la prima volta chiama in causa da un lato lo spazio d’espressione della religione, dall’altro l’autonomia del Parlamento e la sovranità dello Stato, con due diverse interpretazioni del principio di libertà”. E la conclusione dello scritto è netta: “Ora toccherà a Draghi difendere la laicità dello Stato. Ma il vero nodo è il riconoscimento, da parte della Chiesa, dell’autonomia e dell’indipendenza del processo democratico incardinato nella sovranità dei parlamenti. Naturalmente i cattolici, le loro organizzazioni, la gerarchia hanno tutto il diritto di giudicare positivamente o negativamente le proposte legislative e politiche, e anche di fare appello alla coscienza dei cittadini in proposito. Ma non esiste un deposito superiore di verità esterna al libero gioco democratico, una riserva concordataria di temi, principi e argomenti nell’antico presupposto che il cattolicesimo sia una sorta di senso comune dell’Italia, una specie di “seconda natura”: per cui i suoi valori possono essere negati solo da leggi innaturali, che in quanto tali devono essere contrastate alla radice. La Chiesa - intesa come presenza viva nel Paese - deve risolvere il problema del confronto dell’assoluto col relativo, ogni volta che i temi per lei cruciali entrano in Parlamento, il luogo della negoziazione, dove tutte le verità sono scritte con la minuscola. La presenza della voce della Chiesa in un dibattito sui principi è un arricchimento per la democrazia. A patto che si riconosca, tutti, nello Stato la sede dell’incontro tra i diritti e i doveri, e nella libertà del confronto pubblico tra valori diversi, e non altrove, la formazione della coscienza nazionale”.

Da leggere davvero con attenzione il denso scritto di Francesco Guerrera pubblicato a pag. 2 de La Stampa, nel titolo il senso: Ripresa mondiale a due velocità. È il momento di aiutare i paesi più poveri. Scrive Guerrera: “…La divergenza nella velocità e nelle modalità con cui i paesi, regioni e blocchi usciranno dall’incubo Covid sta lasciando una impronta indelebile nell’economia mondiale. Il mondo del dopo pandemia sarà segnato da enormi diseguaglianze nella crescita delle attività produttive. Per ora queste sperequazioni tra economie in piena ripresa e paesi in grave difficoltà è mascherata dalle stime ufficiali…..all’inizio del mese investitori, aziende e politici hanno tutti applaudito quando la Banca Mondiale ha aumentato la previsione di crescita del Pil globale di quest’anno dal 4,1% al 5,6. Nascosti in quel bel numero, ci sono il boom degli Usa sia la tragedia dei 29 paesi più poveri del pianeta…….La vera forza centrifuga per uscire dal virus sono i vaccini. Ma la distribuzione delle scorte di fiale e dei mezzi medici, finanziari e logistici conferisce ai paesi sviluppati un vantaggio enorme sul resto del mondo”……..e la conclusione dell’articolo è netta: “La soluzione globale è semplice: una redistribuzione dei vaccini da chi ne ha troppi a chi non ne ha abbastanza. Ma le prime mosse non sono incoraggianti: le nazioni del G7 hanno promesso di donare solo 1 miliardo di vaccini nei prossimi 12 mesi, meno di un decimo di quelli che servono. Ci vorrà molto, molto di più. La strada della ripresa mondiale non può passare solo per i cinema di New York, i ristoranti di Tokyo o i parchi di Londra”.

Infine da leggere Ilvo Diamanti a pag. 3 su La Repubblica: “Le paure dell’Europa. Per gli italiani la crisi batte la pandemia”.

Economia lavoro e sindacato

 "La giornata di oggi è solo l'inizio. La sfida più grande è ora l'attuazione del piano. L'importante è che questi fondi siano spesi tutti e siano spesi bene, in maniera efficace e con onestà". Queste le parole del presidente del Consiglio, Mario Draghi, alla conferenza con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a Cinecittà, durante la quale è stato ufficializzato il 'via libera' dell'esecutivo europeo al Pnrr italiano. "Vorrei ringraziare la presidente per essere qui con noi a Roma. La sua visita segna l'approvazione da parte della commissione del Pnrr. E' una giornata di orgoglio per il nostro Paese", ha esordito Draghi rivendicando di avere "messo insieme un piano di riforme ambizioso che rende il paese più giusto e più competitivo". Il premier ha aggiunto: "Il piano italiano che noi abbiamo chiamato "Italia domani" risponde in pieno agli impulsi della Commissione". "Grazie Mario", ha detto in italiano Von der Leyen prendendo la parola e definendo il momento "speciale per l'Italia e per l'Unione europea, così come per la campagna vaccinale che va veloce come la squadra azzurra". Citando Fellini e la Dolce Vita, l'arte e la cultura "duramente colpiti dalla pandemia", la presidente ha aggiunto: "Sono qui oggi a dire che avete l'appoggio totale della Commissione europea". Questo l’incipit dell’articolo di Tommaso Ciriaco su La Repubblica, ma molto simile a quanto scrivono quasi tutti i quotidiano che danno grande risalto all’incontro di ieri che ha sancito l’approvazione del piano Italiano da parte dell’Europa.

Ne scriva Romano Beda su Il Sole 24 Ore, Marco Galluzzo sul Corriere della Sera, Alberto Gentili su Il Messaggero.

Sempre su La Repubblica, a pag. 7, Roberto Petrini informa che: “La prima tranche del Recovery Fund si avvicina alle casse del Tesoro italiano. Un assegno da circa 25 miliardi, il famoso anticipo del 13 per cento sui complessivi 191,5 miliardi in sei anni garantiti dal Next Generation Eu, è pronto ad essere speso. Al ministero del Tesoro Daniele Franco è già pronto a scrivere il decreto che distribuirà tra i vari ministeri le risorse che stanno arrivando. Il trasferimento dei fondi potrebbe partire già il 13 luglio, appena l’Ecofin avrà formalizzato l’approvazione definitiva del Recovery Plan italiano, anche se è possibile che si debba attendere qualche giorno di più e forse mettere in conto un pagamento in due rate.

La potenza di fuoco in termini di investimenti pubblici, tra risorse europee e i 30 miliardi del “Fondone” finanziati con debito pubblico, non si è mai vista in Italia. L’obiettivo è quello di rilanciare l’economia che lo scorso anno, causa Covid, è precipitata di quasi il 10 per cento e che deve riprendere a crescere a tutti i costi. Draghi e Conte, e tutto il governo, contano che il Pnrr nel 2026 avrà aggiunto al Pil 3,6 punti rispetto allo scenario in assenza dell’intervento europeo. Su questa crescita, qualificata da digitalizzazione e transizione ecologica, idrogeno, edifici a bassa emissione di CO2, strade e alta velocità ferroviaria, si gioca la sfida delle prossime settimane. Gli occhi dovranno tuttavia essere puntati sul Parlamento dove, prima dell’estate, si giocherà la partita decisiva: quella delle riforme per far decollare il Recovery Plan.

Due i decreti decisivi che rappresentano il minimo sindacale per abbassare la bandierina: il primo è quello della cosiddetta governance che istituisce una cabina di regia a geometria variabile a Palazzo Chigi, insieme ad altri due livelli tecnici di cui uno incastonato al Tesoro. Il provvedimento è alla Camera: si prevede un passaggio non complicato e una lettura formale al Senato. Dunque potrà essere portato a casa dal governo prima dell’estate”.

Su Il Sole 24 Ore, Nicoletta Picchio, riporta le affermazioni del presidente di Confindustria Bonomi a commento della giornata di ieri. Dice il responsabile di Viale dell’Astronomia: “Siamo orgogliosi del via libera europeo necessario per far arrivare i primi fondi. Dopo lo spettro di un pericoloso ritorno al pubblico, sarà fondamentale stimolare interventi privati per una crescita solida”.

Flavia Amabile, pag. 2 de La Stampa fa il punto sulle politiche e sulle risorse messe in campo per ridurre i divari di genere: “Recovery e donne, alle parole di Draghi seguano i fatti” nell’articolo sono riportate le considerazioni di Maria cecilia Guerra, economista e sottosegretaria al Mef, di Giovanna Badalassi, economista e di Susanna Camusso, responsabile delle politiche di genere della Cgil che afferma: “Nel Piano è stata introdotta l’idea della trasversalità però è necessario che ci siano degli atti conseguenti altrimenti ci troviamo di fronte a una spruzzatina di rosa che non cambia nella sostanza. È anche giusto che il premier dica che deve fare di più, spero che stesse parlando innanzitutto a se stesso”.

L’assegno unico nella versione ponte in attesa dell’entrata a regime, prende il via dal 1 luglio. Si può leggere Valentina Conte a pag. 6 de La Repubblica, Marco Nobili su Il Sole 24 Ore. E ancora Michele Di Branco di Il Messaggero.

Su Collettiva.it la nota della Cgil Assegno unico, passi avanti ma restano criticità

Infine da segnalare a pag. 14 de Il Sole 24 Ore un articolo che riporta i dati diffusi ieri dall’Istat sul fatturato delle imprese: “Trovano conferma i segnali positive per l’economia. L’Istat stima che ad aprile il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, sia cresciuto del 3,3% rispetto a marzo. A partire da fine 2020 – fa notare l’Istat – l’indice mostra una dinamica congiunturale in continua crescita, salendo ad aprile ben oltre l di sopra dei livelli precedenti alla crisi”.

Prosegue Futura 2021 li tante facce del lavoro raccontate su Collettiva.it insieme alle categorie della Cgil. Nello Speciale è possibili rivedere tutti i gli appuntamenti fin qui realizzati.

Oggi si chiude la kermes con gli ultimi due appuntamenti:

alle ore 10, in diretta su Collettiva.it,  La Fillea Cgil, da uno dei cantieri della Metro C di Roma, sceglie di ragionare su grandi opere, mobilità e futuro, ma anche su appalti e subappalti, rilancio delle costruzioni, legalità e qualità nel lavoro edile. Le conclusioni affidate al segretario generale, Alessandro Genovesi. Per saperne di più Metro(e)Polis, costruire un domani sostenibile

alle ore 15, sempre in diretta su Collettiva.it,  Cittadinanza digitale per il welfare del futuro L'evento Inca in streaming chiude la settimana di eventi Cgil. Al centro il confronto tra Michele Pagliaro, Tommaso Nannicini, Pasquale Tridico e Franco Bettoni e le testimonianze degli operatori dalle sedi in Italia e all'estero

L’Agenda degli appuntamenti

Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’Agenda di Collettiva.