Un prologo che è un segno importante: giovani e sindacato. Come parlarsi, cosa dirsi. È “andato in onda” a Rimini in apertura del XIX congresso della Confederazione. Sul palco Marco Damilano che ha intervistato Ornela Casassa, ingegnera ed Emma Ruzzon, studentessa. “Non c’è diritto senza lotta e conflitto. Il conflitto serve, i passaggi non sono mai edulcorati e ogni generazione ha i suoi diritti da conquistarsi”, ha detto Damilano, spiegando il senso di coinvolgere due giovani donne che recentemente hanno portato in “pubblico” esperienze personali che però sono esemplari di un disagio generazionale. 

Ornela Casassa, si ricorderà, aveva pubblicamente rivelato in un video diventato virale il rifiuto di un lavoro sottopagato. Incalzata dal giornalista non ha fatto sconti al sindacato: giovani e donne si sentono abbandonati, ha detto: “il mondo del lavoro si è evoluto e il sindacato non è riuscito a stare al passo. C’è una distanza enorme, noi giovani ci sentiamo abbandonati. Bisogna creare una rete dal basso, e noi far capire che vogliamo lottare e che insieme ai sindacati possiamo cambiare le cose”.

Emma Ruzzon, che aveva denunciato nel discorso di apertura dell’anno accademico all’Università di Padova, gli innumerevoli casi di suicidio tra studentesse e studenti, ha sottolineato che la normalità è ormai considerata un difetto: “Nello studio ci sono ormai le stesse dinamiche del mondo del lavoro: bisogna essere veloci, laurearsi presto ma questo crea stress e malessere diffuso, studentesse e studenti stanno male”. E quindi, occorre “cambiare allo stesso tempo il mondo del lavoro e l’università”.

Casassa e Ruzzon chiedono al sindacato di cambiare insieme ai giovani, sfida a cui non si è sottratto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini che, salito sul palco, non ha fatto sconti: “È vero – ha detto rivolgendosi a Ruzzon e Casassa – non stiamo riuscendo a mantenere i diritti conquistati nel passato per voi che state ‘arrivando’. Vivete in un'epoca in cui il livello di precarietà è insostenibile. Per questo abbiamo bisogno che i giovani entrino, anche per cambiarci. Solo con questo incontro si possono cambiare le cose”.