A giugno sull’altare della sua chiesa aveva affisso la bandiera palestinese, oggi sulla porta della chiesa a Mercogliano in provincia di Avellino, di cui è parroco don Vitaliano Della Sala, ha affisso un cartello che non lascia spazio all’incertezza: “La parrocchia aderisce allo sciopero generale per Gaza”.

Don Vitaliano, perché quel cartello?

Per aderire, appunto, allo sciopero generale indetto oggi dalla Cgil. L'occasione per dire che a Gaza sta avvenendo qualcosa di veramente disumano. È un modo per partecipare anche come parrocchia oltre che personalmente.

Lei ha utilizzato un termine: partecipare. In questi giorni si vedono le strade delle nostre città piene di gente. Ci spiega che valore ha la partecipazione?

Se fossi un politico, di destra o di sinistra è indifferente, gioirei nel vedere così tanta gente in piazza. Ci lamentiamo che non si partecipa più alle elezioni, nelle Marche c'è stato il 50% di elettori che non è andato a votare. Ecco, in questi giorni stiamo assistendo a qualcosa di veramente democratico, la partecipazione di tantissime persone, soprattutto giovani che si trovano nelle strade per inviare una richiesta al nostro governo, quella di far pressione sul governo di Israele perché si fermi la strage nella striscia di Gaza. Questo è un fatto positivo per la democrazia, perché vuol dire che sui diritti umani, sulla difesa dei deboli, di chi non conta niente, le persone comuni hanno avuto uno scatto di orgoglio. Probabilmente è stata toccata una corda che forse i partiti non riescono più a vedere, che è quella proprio profonda della rivolta rispetto alla minaccia ai diritti umani. Per me questa è una cosa positivissima.