"I livelli di precarietà lavorativa che si sono determinati in questi anni hanno quasi cancellato la dignità delle persone. Io ho un sogno da sindacalista, per cambiare anche il sindacato: che le persone che lavorano, a prescindere dal loro inquadramento contrattuale, abbiano gli stessi diritti e le stesse tutele". Potremmo scegliere questa frase di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, come didascalia della giornata del 18 settembre a Palermo. Una giornata intensa, ricca di appuntamenti, nella quale il segretario della Cgil ha incontrato cittadini, lavoratori, pensionati e sindacalisti per ribadire le ragioni che hanno portato il Quadrato rosso a mobilitarsi e a organizzare per il prossimo 7 ottobre una grande manifestazione nazionale a Roma insieme a decine e decine di associazioni.

La via maestra passa anche dal capoluogo siciliano, dai rider per i quali proprio il 18 settembre è stata inaugurata "la casa dei rider", un luogo dove potranno riposare, intitolato al compianto Antonio Prisco, rider e responsabile di categoria del Nidil Cgil, scomparso prematuramente a 37 anni.

In centinaia tra delegate e delegati ed esponenti di associazioni come Arci, Anpi, Legambiente, Our Voice, Forum della sanità pubblica, hanno partecipato all’iniziativa della Cgil Palermo in un cinema Rouge et Noir stracolmo, per discutere di parità salariale, diritti dei migranti, impegno civile e sociale, antimafia, diritto alla casa, diritto alla sanità pubblica, alla tutela dell’ambiente. Alle associazioni, con cui costituire una “rete” per partecipare alle prossime iniziative del sindacato, e all’urlo dei più giovani, che sono intervenuti in sala dicendo “ridateci il nostro futuro”, l’invito a condividere il progetto di cambiamento della Cgil.

“Sono 190 mila i giovani siciliani che sono andati via, oltre 50 mila solo da Palermo. Una vera e propria fuga di persone, andate via e mai più tornate. Quella del 7 ottobre a Roma - ha detto il segretario generale Cgil Palermo, Mario Ridulfo, nel suo intervento di apertura dell’iniziativa “La Via Maestra. Insieme per la Costituzione” - è la manifestazione del Paese che dice basta. E che non si arrende al declino. È l’impegno cioè, di questa parte del Paese, che lavora e lotta per migliorare le condizioni di vita e di lavoro per milioni di persone e di famiglie”.   

Un invito a partecipare, per chiedere di rimettere al centro dell’agenda politica il lavoro. “A volte, anche il semplice diritto, quello, dopo avere lavorato, di percepire il giusto salario diventa per molti un calvario, tra negazioni e ritardi e sempre più spesso questo riguarda anche i lavoratori a tempo indeterminato, soprattutto quelli il cui lavoro è legato a una commessa, a un appalto – ha aggiunto Ridulfo -. L’unica vera riforma possibile è quella che cancella le forme di lavoro precario e stabilisce un unico contratto di ingresso al lavoro. Questi due strumenti potrebbero fare tabula rasa di tutte quelle forme contrattuali che sono una vergogna e che riducono diritti e salario”.   

Una città povera, Palermo, tra le più care d‘Italia, e con tante vertenze dimenticate, complicate, come ha elencato il segretario provinciale: dai 651 lavoratori Almaviva, di cui 330 si trovano a Palermo in Cigs a zero ore fino dicembre e, tra l’altro, oltre 200 di questi sono del servizio 1500 (ex numero verde emergenza Covid) ai circa 250 lavoratori palermitani dei Consorzi di Bonifica, dagli oltre 100 operai agricoli dell’università di Palermo ai 250 lavoratori del consorzio Sintesi, lavoratori della commessa wind3. Fino ai quasi 2.500 lavoratori ex Pip, che da oltre vent’anni, su incarico della Regione, lavorano in uffici, ospedali ed enti pubblici, con un rapporto di lavoro non contrattualizzato. Inoltre ci sono le vertenze quotidiane: dai lavoratori della vigilanza privata della KSM, ai lavoratori della Karol, dai lavoratori edili della Toto Costruzioni, agli operai metalmeccanici della Isolfin, una ditta in appalto nel cantiere navale di Palermo”.

Maurizio Landini ha preso nota. Negli altri due momenti, l’assemblea con i vigili del fuoco nella sede del comando provinciale e l’inaugurazione della Casa dei Rider intitolata ad “Antonio Prisco”, insieme al presidente nazionale Arci Walter Massa, all'interrno del centro Epyc, ha ribadito anche a Palermo che se non ci sarà ascolto si andrà allo sciopero generale.

“Se il Governo non dovesse ascoltarci visto che adesso deve fare sia il documento di programmazione economica sia la legge di bilancio e, quindi entro un mese dovrà dire per forza cosa vuole fare, proporremo anche alle altre organizzazioni sindacali di mobilitarsi e di arrivare a forme di sciopero, non escludendo anche quello generale”, ha detto il segretario generale della Cgil. - Quando critico questo Governo sulla precarietà, perché ha reintrodotto i voucher e i contratti a termine, so bene che non è questo Governo che ha creato la precarietà. Quando dico basta leggi balorde, non sto pensando all’ultima normativa, ma a tutte quelle fatte negli ultimi vent’anni, perché in questo Paese i Governi di destra e di sinistra hanno allargato la precarietà. Il risultato è che i giovani se ne vanno e il nostro sistema industriale non è all’altezza degli altri Paesi".    

Landini ha ascoltato le richieste di vigli del fuoco di potenziamento del personale e  dei mezzi ha condiviso le loro preoccupazioni,  sul contratto scaduto, sula mancanza di prevenzione e di cura del territorio, sugli incendi che hanno devastato quest’estate Palermo e causato incidenti anche mortali agli operatori dell’antiincendio.  Ai rider ha detto che “la rivoluzione inizia se tutti comprendiamo che lavorando assieme possiamo cambiare le nostre condizioni. In questa casa dei rider – ha dichiarato Landini prima di concludere la sua giornata a Palermo - voi dovete venire non solo per riposarvi e aggiustare le biciclette. Ma anche per discutere, per decidere quali sono le forme, le iniziative da mettere in campo, senza queste cose il sindacato non esiste. La precarietà in questi anni ha contrapposto le persone. La forza del sindacato è quando riesce a unire e a rappresentare tutte le forme di lavoro. Le persone che lavoro devono avere gli stessi diritti e le stesse tutele a prescindere dal lavoro che hanno”.

Sulla stessa linea l’intervento del segretario Cgil Sicilia, Alfio Mannino. “Noi abbiano la responsabilità di delineare un futuro per il Mezzogiorno, per la Sicilia, per i giovani. La via maestra è quella dell’attuazione dei principi costituzionali, ampiamente disattesi a partire dal diritto al lavoro e dalle pari opportunità. Il 7 ottobre e tutte le iniziative di avvicinamento sono solo l’inizio di un percorso di mobilitazione che proseguirá cercando il massimo delle adesioni e della partecipazione, che sono fondamentali. E il ceto politico siciliano intanto tace. Tace Schifani mentre ci sfilano il portafogli. Rimasto in silenzio quando ci hanno sottratto le risorse del Pnrr, quando cercano di abbatterci e di isolarci con l’autonomia differenziata, quando varano decreti che di Sud hanno solo il titolo e nessun contenuto utile, quando continuano a tagliare”.