C’è un paradosso che attraversa il mercato del lavoro italiano e che nelle piccole e medie imprese diventa sempre più evidente. L’occupazione cresce, ma cresce invecchiando. A sostenere il sistema produttivo sono soprattutto i lavoratori con più di cinquant’anni, mentre il ricambio generazionale resta fermo, rallentato dalla crisi demografica, dalla fuga dei giovani e da un mercato incapace di attrarre e trattenere nuove competenze.

Nel 2024 gli occupati sono aumentati di 352 mila unità, ma oltre l’80 per cento di questo incremento riguarda gli over 50. Nello stesso periodo quasi 156 mila persone hanno lasciato l’Italia e quasi la metà erano giovani laureati. Un doppio movimento che restringe ulteriormente la base occupazionale più giovane e allarga un divario generazionale che il sistema produttivo fatica a colmare.

A fotografare la situazione nelle Pmi è una recente indagine dell’I-Aer, Institute of Applied Economic Research, condotta su 541 imprenditori. In più della metà delle aziende la presenza dei lavoratori maturi è rimasta stabile negli ultimi tre anni, mentre in una su quattro è aumentata. Oggi il 15 per cento delle imprese dichiara che gli over 50 rappresentano oltre la metà della forza lavoro. Solo una Pmi su quattro può contare su una prevalenza di addetti sotto i cinquant’anni.

L’invecchiamento è particolarmente evidente nella Pubblica amministrazione, dove circa il 40 per cento dei dipendenti ha più di 50 anni e la presenza di under 30 è quasi residuale. Quote elevate si registrano anche nell’istruzione e nei servizi pubblici. In termini assoluti è però il terziario a concentrare il maggior numero di lavoratori senior, soprattutto nel commercio, nel turismo e nei servizi alla persona. Anche manifattura e costruzioni mostrano segnali marcati, con competenze tecniche presidiate da figure difficili da sostituire.

La geografia del fenomeno attraversa tutto il Paese. Tra il 2019 e il 2024 l’aumento degli occupati over 50 è stato significativo in molte regioni, dal Centro al Sud, a conferma di un problema strutturale e non circoscritto alle sole aree più fragili.

Secondo Fabio Papa, professore di economia e fondatore di I-Aer, “l’Italia sta affrontando una crisi demografica senza precedenti. Mentre gli over 50 tengono in vita le nostre Pmi, dietro di loro i giovani pronti a raccogliere il testimone sono sempre meno”. Una tendenza che, avverte, riguarda l’intero sistema economico. “Non stiamo invecchiando solo come popolazione, ma come economia”.

Il 74 per cento delle Pmi segnala difficoltà nel reperire profili adeguati. I lavoratori maturi vengono scelti per esperienza, autonomia e minore rischio di turnover. I giovani per i costi più bassi e la possibilità di formarli internamente. Ma il quadro resta fragile. “L’aumento degli occupati over 50 non nasce da una scelta di lungo periodo, ma dalla mancanza di alternative”, osserva ancora Papa. “Se non invertiamo il flusso di talenti in uscita, tra dieci anni molte imprese rischiano di trovarsi senza eredi”.