Landini: in piazza per difendere il lavoro
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, interviene oggi sul tema dei licenziamenti e della mobilitazione di Cgil, Cisl, Uil in vista delle manifestazioni del 26 giugno (Torino, Firenze e Bari) con una intervista su La Stampa firmata da Paolo Griseri. “E’ ora di sciogliere il nodo del blocco dei licenziamenti: se non ci riusciremo utilizzeremo tutti gli strumenti, anche le piazze per impedire che le persone perdano il lavoro a partire dal primo luglio”. Maurizio Landini parla di fronte alla platea della Camera del Lavoro di Biella che celebra i 120 anni dalla fondazione. Luogo simbolo della storia della manifattura nel Nord, luogo ideale per lanciare la strategia di fine giugno a difesa dei posti di lavoro. Il giorno 26 Cgil, Cisl e Uil scenderanno nelle piazze per chiedere la proroga del blocco dei licenziamenti e la riforma degli ammortizzatori sociali. E per chiedere al governo di impegnarsi a discutere preventivamente le riforme, a partire da quella fiscale. La domanda d Griseri: Landini, fino a quando, secondo voi, dovrebbe durare il divieto di licenziamento? “Con Cisl e Uil chiediamo una proroga fino al 31 ottobre”. Ma ci dovrà essere il giorno in cui quel blocco finirà. O immaginate che possa essere prorogato anche dopo ottobre? “Non pensiamo certo a un blocco che dura all'infinito, ma crediamo che i licenziamenti non possano diventare lo strumento per riorganizzare le imprese”. Avevate detto che lo sblocco sarebbe arrivato quando fosse stata varata la riforma degli ammortizzatori sociali. Come mai non è ancora stata fatta? “Intanto perché nel frattempo è cambiato il governo, che non è esattamente un dettaglio. Crediamo che si possa completare la riforma in tempi ragionevoli e per questo proponiamo il rinvio dello sblocco al 31 ottobre. Ci sembra la soluzione più intelligente”. La mediazione di Draghi non vi basta? “Non la riteniamo sufficiente. Per questo chiediamo al governo di riaprire il confronto. E stiamo contattando i singoli partiti perché il Parlamento approvi un emendamento in grado di spostare la data di scadenza del blocco”. E se non accadrà? “Sono ottimista. Penso che il senso di responsabilità di tutti debba prevalere. Non si deve alimentare la rottura sodale, ma costruire coesione. Per questo va trovata una soluzione entro il 30 giugno, in modo da evitare un vuoto. Infatti il Parlamento fino a metà luglio non concluderà la discussione sul decreto..
L’intervista de La Stampa (pubblicata anche sul  Secolo XIX) che affronta anche tanti altri temi di attualità  e strategici (come le trasformazioni dell’organizzazione del lavoro dopo la pandemia, i nuovi argomenti della contrattazione, il controllo dei big data) si potrà leggere integralmente da questa mattina anche sul sito della Cgil

Partecipazione, inclusione e rappresentanza. Al via Futura 2021
La settimana di eventi Futura 2021 prenderà il via da questa mattina a Roma, presso il Centro Congressi Frentani. Si discuterà intorno ai temi della “partecipazione, inclusione e rappresentanza”. Saranno protagoniste le categorie e tutto il sistema delle tutele individuali della Cgil. Organizzata in collaborazione con Futura, la sette giorni si potrà seguire in diretta sulla pagina Facebook della Cgil nazionale e sulla piattaforma Collettiva.it. 
Le categorie della Cgil, il Patronato Inca e i Caaf promuoveranno quindi una variegata serie di iniziative che avranno al centro i tre grandi temi che danno il titolo all’evento. Molti gli ospiti esterni, segretari confederali e generali di categoria, dirigenti sindacali e lavoratori, accademici, rappresentanti delle Istituzioni, ministri e forze politiche si confronteranno nel corso dei dibattiti in programma.  
A dare il via a “Futura 2021” sarà la Fiom Cgil, alle ore 10, con “120 anni di Fiom. 1901-2021, la storia continua”, a cui parteciperà anche il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Seguirà, alle ore 14.30, l'iniziativa della Slc Cgil intitolata “Voglia di futuro. Pnrr e lavoro per un nuovo inizio”. 

Sulle prime pagine
La scelta di Cgil, Cisl, Uil di rilanciare la mobilitazione contro i licenziamenti viene messa in grande evidenza sulla copertina del manifesto che titola: “Blocchi di partenza”. I sindacati chiedono la proroga del blocco dei licenziamenti in tutti i settori almeno fino a ottobre per evitare lo tsunami dei posti di lavoro, mentre da luglio rischio mannaia per 1.450 dipendenti di Airitaly. Tutti gli altri quotidiani dividono le loro aperture sostanzialmente tra due argomenti: l’accordo sui dazi commerciali tra Usa ed Europa e i nuovi aggiustamenti sui piani sanitari contro la pandemia (ora anche la Campania si adegua alla vaccinazione eterologa). Mezzo milione di ragazzi alle prove dell’esame di maturità che, secondo il ministro Bianchi, non sarà una prova di serie B. Silvio Berlusconi, che rilancia l’idea di un partito unico del centro destra deve incassare i no di Salvini e Meloni. Messaggero e Corriere della Sera puntano le loro aperture sulla campagna vaccinale. “Vaccini, le dosi basteranno” è il titolo del Corriere della Sera che lancia l’intervista al commissario per l’emergenza Figliuolo sulle riserve strategiche. “L’emergenza verso la proroga” è il titolo del Messaggero. Repubblica, La Stampa e Sole 24 ore puntano invece l’attenzione sull’accordo Ue-Usa. Per il Sole 24 ore a proposito di Recovery è già corsa agli eurobond, mentre Repubblica parla della “pace sui dazi” tra Usa e Unione Europea. Praticamente lo stesso titolo quello de La Stampa: “Usa-Ue firmano la pace sui dazi”. Il quotidiano torinese, nel sommario d’apertura parla del faccia a faccia di oggi a Ginevra tra Biden e Putin in un momento in cui i rapporti tra i due paesi hanno toccato il punto più basso della storia. Sui rapporti tra Usa ed Europa da segnalare due interventi di Lucio Caracciolo, direttore di Limes. Una intervista e l’editoriale de La Stampa. (vedi più avanti). Per gli europei in campo stasera la nazionale contro la Svizzera.

Interviste e commenti

Benvenuti Eurobond. La soddisfazione di Prodi
Romano Prodi, ex presidente della Commissione Ue parla oggi sul Sole 24 ore con una intervista a cura di Carlo Marroni. Presidente, allora alla fine sono arrivati, gli eurobond? “Sì, ci siamo. Anche se con dieci anni di ritardo» Romano Prodi ha la voce soddisfatta. Dal 2011 l'ex primo ministro ed ex presidente della Commissione Ue ha più volte sollecitato, insieme al professor Quadrio Curzio, in interventi pubblici, l'avvio di un programma di emissioni europee, garantite dai bilanci degli Stati membri. Erano gli anni della crisi, e ora la decisione arriva per sostenere lo strumento di rinascita dopo la pandemia, il Next Generation Ue. “È un forte segnale di risposta alla crisi, una sfida per certi versi. Ma è soprattutto una nuova strada, l'Europa imbocca una direzione, e questo è il dato politico davvero più forte. Sono state necessarie la pandemia e...” ...La la Brexit? Il Regno Unito è un grande Paese, ma se fosse stato ancora parte della Ue questo passo non sarebbe mai stato compiuto. Questa è una decisione che mette al centro la solidarietà proiettata al futuro, gli inglesi erano di fatto interessati solo agli accordi commerciali, non a questo tipo di progettualità. Sarà un'emissione legata al Recovery, quindi per ora non è una riforma permanente Per ora è così, ma spero e credo che poi si andrà avanti. È stata aperta una strada finora non battuta, anche se qualcosa era già stato fatto in merito al programma Sure. Per adesso è una tranche modesta, ma ne arriveranno altre. Sono titoli destinati a diventare dei safe-asset del mercato finanziario mondiale, faranno concorrenza ai bund tedeschi... È certamente una conseguenza, ed è molto positivo, sia per l'euro che per il mercato finanziario mondiale. In questo forse i tedeschi qualche timore lo hanno, ma non credo possa rappresentare un problema di concorrenza, anzi..

Il patto strategico dell’Europa. Parla David Sassoli
L’intervista a cura di Monica Guerzoni è sul Corriere della Sera a pagina 9. II ragionamento del presidente del Parlamento europeo parte dalla lettura delle conclusioni del G7 in Comovaglia e dalla Cina si allarga alla Russia, alla Libia, al summit della Nato, alle novità sui dazi aggiuntivi statunitensi e alle divisioni degli alleati sul tema drammatico e Irrisolto dell'immigrazione. “Questo G7 è stato molto importante perché apre la fase dell'invenzione, della costruzione di uno schema di gioco tra Stati Unita ed Europa”, è la prima riflessione .di Sassoli, in linea con le parole del premier Mario Draghi sulla nuova stagione di cooperazione: Sassoli ricorda come Stati Uniti ed Europa si siano sempre confrontati con la Cina divisi» e rimarca il cambio di passo: “Adesso la novità è che si decide di affrontare insieme la concorrenza commerciale”. È chiaro che c'è una forte convenienza reciproca, ma si tratta pur sempre, insiste sul punto Sassoli, di un passaggio inedito e di notevole importanza strategica: “Nessuno basta a se stesso”... 

Il blocco occidentale tra il dire e il fare. Intervista a Caracciolo (Limes)
Da segnalare sul Riformista una intervista al direttore di Limes, Lucio Caracciolo a cura di Umberto De Giovannangeli. Qual è il segno geopolitico prevalente di questo "tour" del nuovo presidente americano? L'idea di Biden, più volte espressa, è quella di "America is back", sostanzialmente siamo tornati e quindi riformare con l'Europa un insieme occidentale. Dall'idea alla prassi c'è qualche "leggero" ostacolo. Quali in particolare? Innanzitutto gli Stati Uniti e i vari Paesi europei fra loro e anche internamente, non sono mai stati cosi divisi negli ultimi decenni come oggi. Quale America è tornata e quale tipo di Paesi europei trova. Faccio un esempio: il messaggio anticinese è un messaggio molto forte, da una parte, ma che ha trovato diversi bemolle da parte europea. La signora Merkel ha detto che non bisogna sopravvalutare la minaccia cinese, curiosamente facendo eco alla stessa frase venuta nelle stesse ore da Pechino «non dovete sopravvalutare la minaccia cinese». Quanto a Macron, ha ricordato che la Nato non è una organizzazione politica ma è una organizzazione militare, e sono due cose ben diverse. Una cosa è il pericolo del riarmo cinese su cui i paesi Nato hanno posto l'accento, altra cosa sono le relazioni politiche ed economiche. In buona sostanza, ci sono idee diverse sulla Cina e c'è una maggiore unità oggi rispetto alla Russia, vedremo poi se su questo versante accadrà qualcosa nel vertice a Ginevra (oggi) tra Biden e Putin… Gli stessi concetti sono espressi nell’editoriale de La Stampa firmato da Lucio Caracciolo: “Italia ti illudi. Mamma America non è tornata”. 

Il Pnrr dimentica le donne e il Sud
E’ l’opinione di espressa oggi da Giovanna De Minico in un commento sul Sole 24 ore (p.14).  “Vorrei concentrare l'attenzione su tre protagonisti della favola: Donne, Giovani e Sud – scrive tra le altre cose De Minico - il Pnrr avrebbe dovuto dare una forte spinta a queste categorie per posizionarle sulla stessa linea di quelle più fortunate. Questa volta era proprio l'Europa a ordinarlo, non più tesoriera avara, ma generosa elargitrice di risorse. Invece, al tre si presta un ampio omaggio verbale, ma di fatto sono "lasciati indietro" e dimenticati. Per il diritto comunitario e costituzionale la nostra sovranità rinunciava a una fetta considerevole di potere, per creare occasioni lavorative ai tre dimenticati e migliorarne le condizioni sociali e di vita. Premesse queste, necessarie per diventare parte del processo politico europeo. Al progetto inclusivo l'Europa ha contribuito rinunciando al metodo intergovernativo, improduttivo e segnato da egoismi nazionalistici, e si è avviata verso una politica comune. Insomma, ci sta prospettando una solidarietà senza distinzioni di sesso, razza, territori, età, che non poche resistenze ha trovato nei Paesi frugali e in un'incerta Germania. In questo contesto sovranazionale il Pnrr avrebbe dovuto generare posti di lavoro, non cattedrali nel deserto, gli Hub, dove i giovani usciranno sì upskilled ma pur sempre disoccupati. Quanto alle donne l'elenco dei problemi si fa più ricco..

Su Collettiva.it
L’apertura di oggi è dedicata ai 120 anni della Fiom e all’avvio da questa mattina della settimana di dibattiti di Futura 2021. Della Fiom parla Marco Togna:. Il 16 giugno 1901 era domenica. A Livorno si apriva il congresso di fondazione della Federazione italiana degli operai metallurgici. In quel giorno, domenica appunto, nasceva la Fiom. E oggi il più rappresentativo sindacato metalmeccanico in Italia, con oltre 300 mila iscritti, festeggia i 120 anni di vita. “In questa prima iniziativa di celebrazione – spiega la segretaria generale Francesca Re David – vogliamo mettere al centro della discussione i giovani, che sono il futuro per il nostro Paese, parlare e discutere della loro condizione di vita e di lavoro, della necessità, anche della Fiom di assumere fino in fondo la rappresentanza delle giovani generazioni per dare risposte concrete al disagio sociale e alla richiesta di diritti dentro e fuori i luoghi di lavoro”. Per quanto riguarda i dibattiti di Futura 2021, oltre agli eventi organizzati dalla Fiom oggi si parlerà dei temi delle reti e delle telecomunicazioni. Emittenza e telecomunicazioni, produzione culturale e sport, poste e servizio universale, l'industria della carta come snodo tra ieri e oggi. Questi i diversi fili conduttori del pomeriggio, organizzato dal Slc, nell'ambito di Futura 2021. Un'occasione per raccontare cosa è successo nell'anno della pandemia e, soprattutto, per riflettere su come i diversi settori possono - forse devono - contribuire al rilancio del Paese..

Tutti gli appuntamenti in agenda
Per tutti gli appuntamenti in calendario vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale e l’agenda di Collettiva.it