Il primo numero della Rivista giuridica del lavoro del 2020 vede la sua prima parte interamente dedicata allo Statuto dei lavoratori, di cui ricorre quest’anno il cinquantenario. Al fine di celebrare siffatta importante ricorrenza, è stata progettata un’accurata indagine scientifica che, partendo dalle origini di questa legge fondamentale per la tutela dei diritti dei lavoratori, e ripercorrendone gli sviluppi nel corso degli ultimi 50 anni, mira a valutarne la perdurante attualità, soprattutto come modello regolativo delle relazioni sindacali e di lavoro, nonché la sua potenziale validità rispetto al mondo del lavoro del futuro. I vari saggi raccolti nel numero individuano, seguono e approfondiscono le molteplici direttrici tematiche che partono dallo Statuto, sul versante delle tutele tanto individuali che collettive.

Dopo aver ricercato dal punto di vista storico-giuridico la specificità della normativa statutaria rispetto alla complessiva traiettoria del diritto del lavoro, dal codice civile ad oggi – oscillante fra equivalenza ‘liberale’ delle parti del contratto di lavoro, esigenze protettive del prestatore di lavoro e ‘ritorno’ alle logiche del mercato e della concorrenza –, l’indagine passa a confrontarne la portata e la tenuta rispetto ai cambiamenti del mondo del lavoro dal secondo dopoguerra ad oggi.

Emerge così – da molteplici punti di vista – come le tutele predisposte dallo Statuto debbano fare i conti, oggi, con un contesto produttivo e organizzativo profondamente mutato, in cui l'avvento delle nuove tecnologie informatiche, la digitalizzazione pervasiva del tempo esistenziale, il progressivo smussamento del confine fra lavoro mercantile, sociale e di cura, pongono nuove domande, alle quali è talvolta arduo trovare risposta in una regolazione che, sebbene attenta a preservare la sfera personale del lavoratore, è stata comunque concepita in un contesto diverso.

Del resto, il cambiamento dell'impresa e del lavoro, la diffusione di settori solo parzialmente tutelati dallo statuto, la globalizzazione dei mercati, la redistribuzione del ciclo produttivo su scala internazionale, evidenziano nuove esigenze di tutela, questa volta più strettamente legate allo svolgimento della prestazione lavorativa, alla valutazione e valorizzazione della professionalità e all'esigenza di formazione e riqualificazione, che sfidano lo Statuto e il modello regolativo ad esso sotteso. Tra i tanti specifici profili di tutela, inoltre, un’attenzione particolare viene dedicata alla disciplina del licenziamento illegittimo che, sulla base del (falso) presupposto della scomparsa della sottoprotezione sociale e contrattuale, ha subito un incisivo ridimensionamento, soggetto peraltro a diverse e molto dibattute questioni interpretative.

Sul piano delle relazioni collettive, un’accurata riflessione viene dedicata all’esame, alla luce della esperienza statutaria, delle due tematiche della rappresentanza sindacale all'interno e al di fuori dell'impresa, tra aziendalizzazione delle regole e internazionalizzazione del capitale, e alla complicata attuazione dei principi in materia di democrazia industriale e di partecipazione sindacale alla gestione dell'impresa.

Uno specifico approfondimento è ancora dedicato al tema dell’applicazione dello Statuto dei lavoratori al settore pubblico, in cui, nella prospettiva di conferire efficacia e efficienza all’attività amministrativa, l’applicazione della normativa statutaria si presenta come co-essenziale alla riforma che ha condotto alla privatizzazione dei rapporti di lavoro e della loro organizzazione, nonché all’apertura di tali rapporti alla regolazione contrattuale. Ma si segnalano altresì le spinte favorevoli a una riespansione delle logiche unilaterali e pubblicistiche.

Una riflessione conclusiva viene infine condotta sul versante delle specifiche tecniche di tutela processuale dei lavoratori, le quali completano il progetto garantista introdotto dallo Statuto, al fine di conferire effettività ai diritti individuali e collettivi che traggono linfa dalla stessa Legge n. 300/70, segnalandosi, in questa prospettiva, l’importanza dell’art. 28 e della riforma del processo del lavoro seguita nel 1973. In questo ambito, il cinquantenario dello statuto rappresenta indubbiamente l’occasione per riflettere sulla ‘crisi’ della giustizia del lavoro, che probabilmente affonda la sue radici anche in fattori culturali, oltre che economico-politici.

Per quanto riguarda la seconda parte, oltre alle numerose note di commento alla giurisprudenza delle Alte Corti e delle Corti di merito, si segnalano i contributi in tema di funzione risarcitoria e sanzionatoria della condanna conseguente al licenziamento illegittimo, di legittimità del differimento e della rateizzazione dei trattamenti di fine servizio ed un’interessante rassegna sulla giurisprudenza in materia di licenziamenti illegittimi.

Parte I - Contributi di: Edoardo Ales, Maria Vittoria Ballestrero, Marzia Barbera, Marco Barbieri, Marco Revelli, Rita Sanlorenzo, Stefania Scarponi, Roberto Voza, Antonello Zoppoli.

Parte II - Contributi di: Eugenio Erario Boccafurni, Barbara Caponetti, Rosa Casillo, Giovanni Guglielmo Crudeli, Claudio de Martino, Antonio Federici, Giulia Frosecchi, Vincenzo Lamonaca, Luisa Marchesini, Giuseppe Antonio Recchia, Federico Roselli, Marianna Russo, Antonino Sgroi, Adriana Stolfa, Milena Talarico, Riccardo Tonelli, Giuseppe Trisorio Liuzzi, Alessandro Veltri, Elisa Zaccagnini.

Osservatori online: Corte Costituzionale (a cura di Lorenzo Fassina e Massimo Pallini) e Contrattazione Collettiva (a cura di Ginevra Galli e Stefano Cairoli)

Programmazione 2020

Nel corso del 2020 la Rivista intende occuparsi dei seguenti temi:

• n. 1/2020 - Lo Statuto dei lavoratori, ieri, oggi, domani
• n. 2/2020- Saggi su: Reddito di cittadinanza, Contrattazione collettiva, Decadenza, Licenziamenti illegittimi
• n. 3/2020- Logistica e lavoro
• n. 4/2020-Pensioni

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