Due i temi maggiormente ricorrenti sui quotidiani di oggi (giovedi 16 settembre). Il primo è l’invio al Parlamento, da parte del governo, del Piano nazionale di ripresa per l’utilizzo del Recovery fund. Il Corriere della Sera apre con “Crescita e fisco, piano al via. Alle Camere gli obiettivi del governo per i 209 miliardi dalla Ue: misure su lavoro, scuola e digitale”, mentre il Messaggero con “Tagli necessari dopo i fondi Ue. Nelle nuove linee del governo il monito sul deficit e l’invito a riequilibrare i conti”.

Il secondo è il discorso sullo stato dell’Unione da parte della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. La Repubblica apre con “La svolta di Ursula: aboliremo Dublino”, la Stampa con “Via Dublino e i decreti sicurezza”, mentre il Manifesto titola “Batte un colpo”, evidenziando nel lungo sommario che quanto detto “fotografa un’Europa fragile, piegata dal Covid, che deve invertire la rotta”. Sul tema segnaliamo anche i titoli del Sole 24 Ore (“Von der Leyen punta alla sanità europea e parte da Roma”) e del Messaggero (“Un’Agenzia per le crisi sanitarie. Zingaretti e Meloni: tocca a Roma”).

Grande spazio dedica Repubblica all’inchiesta della Guardia di finanza sul partito guidato da Salvini: “Lega, così sparivano i soldi. Le rivelazioni del factotum dell’operazione Lombardia Film Commission intercettato dagli inquirenti: I commercialisti del partito hanno dirottato e ciucciato tonnellate di denaro. Se parlo io viene giù il mondo”. Altrettanto spazio all’inchiesta dedica il Fatto Quotidiano: “Così han dirottato tonnellate di soldi. Scandalo Lega, il commercialista: Se parlo è un casino”. Un titolo anche per il Corriere della Sera: “Nuova pista in Russia per i fondi della Lega”

Temi diversi per gli altri quotidiani. Il Sole 24 Ore apre con “Mutui, tasso fisso sotto quota 0,50%. Ma la tendenza è al rialzo. Anche la rata variabile è scesa di mezzo punto”, il Giornale con “Reddito di cittadinanza agli assassini di Willy” (Il riferimento è all’omicidio di Colleferro), Libero con “Meloni: batterò i grillini”. Giorgia fiduciosa: Regionali più decisive del referendum, lunedì Fdi supererà M5s”.

Le interviste

“Recovery, occasione storica. Ora il sindacato va coinvolto”: questo il titolo della lunga intervista del Mattino al segretario generale della Cgil Maurizio Landini, cui oggi riserviamo l’intero spazio. “Non abbiamo solo il Recovery Fund”, spiega il leader sindacale, ma anche “le risorse europee 2021-2027, i fondi di coesione sociale, nel frattempo potremmo utilizzare il Mes per la sanità e anche il Sure per affrontare il nodo degli ammortizzatori sociali e della formazione sul lavoro. La qualità delle risorse messe a nostra disposizione dall'Europa per i prossimi anni è di una quantità senza precedenti, abbiamo di fronte un'occasione irripetibile”. Da qui la necessità di costituire “una cabina di regia, un'agenzia per lo sviluppo che coordini questi investimenti e che coinvolga le parti sociali prima di prendere decisioni definitive. È necessario un respiro nazionale. Non possiamo avere tante politiche industriali o tanti sistemi sanitari diversi a seconda di quante siano le regioni”.

Per Landini occorre individuare alcuni obiettivi strategici. A partire dal superamento di “tutti i divari: non solo tra il Nord e il Sud, ma anche tra il centro e la periferia, anche tra le aree interne e quelle costiere”. Si tratta, dunque, di investire “di più sui giovani, di superare la discriminazione nei confronti delle donne, di occuparci meglio degli anziani”. Queste risorse sono una straordinaria occasione “per ricostruire una politica industriale. In questa visione vanno considerate prioritarie una riforma fiscale, una riforma degli ammortizzatori sociali universali, una riforma che contrasti i contratti-pirata”. L’obiettivo della Cgil, insomma, non è “tornare a prima del virus, ma cogliere quest’occasione per una radicale trasformazione del nostro modello di sviluppo e ridare un ruolo allo Stato e all'intervento pubblico nell'economia, che non si sostituisce alle imprese ma che svolge un ruolo di indirizzo e di tutela”.

L’Italia, dunque, è di fronte a una svolta. “È il momento di avere un progetto nazionale che individui le infrastrutture materiali, sociali, digitali che possano permettere a tutto il nostro Paese, a partire dal Mezzogiorno, di essere connesso e di crescere”, spiega il leader sindacale. Tra le priorità indica anche la “questione della sanità pubblica e dell'investimento sul territorio (quindi non solo nuovi ospedali e nuovi posti letto), perché sia rafforzata la prossimità del servizio sanitario alle famiglie e alle persone”. In ultimo, Landini ravvede la necessità di un investimento straordinario e strategico che riguardi “l'istruzione, la formazione, la scuola: sia su un piano edilizio per mettere le scuole nella condizione di essere utilizzate, penso a nuovi plessi e nuovi asili, sia sul piano di una riforma strutturale e complessiva del sistema scolastico”.

Ma la mobilitazione nazionale di venerdì 18 dei sindacati ha come obiettivo quello di “mettere al centro il lavoro”, che per Landini vuol dire “anche combattere e superare le leggi sbagliate che hanno determinato una precarietà senza precedenti”. Il segretario generale chiede un’inversione di rotta sulla contrattazione collettiva, stigmatizzando la posizione di Confindustria, che “nei fatti sta rendendo difficile il rinnovo dei contratti nazionali e alcune posizioni assunte - penso al blocco che c'è nel rinnovo del contratto della sanità privata, a quello che accade negli alimentaristi e nel settore legno - rischiano di mettere in discussione l'esistenza stessa dei contratti nazionali, cosa che noi consideriamo non accettabile per i lavoratori e sbagliata anche per il sistema dell'impresa”.

Altro tema affrontato nell’intervista è quello della tassazione. Per la Cgil occorre una “riforma fiscale che riduca il carico sul lavoro dipendente e che sperimenti in questo periodo anche una tassazione agevolata degli aumenti nei contratti nazionali”. Una riforma che “combatta l'evasione fiscale, allarghi la base imponibile, regolamenti anche in una dimensione europea e introduca un sistema fiscale che aiuti le famiglie”. Riguardo l’accusa della scarsa efficienza e della scarsa produttività che talvolta viene rivolta ai lavoratori italiani, Landini sottolinea che queste “non sono legate al fatto che la gente lavori poco e abbia salari alti, perché noi siamo il Paese che ha gli orari medi più alti d'Europa e i salari tra i più bassi. La scarsa efficienza e la scarsa produttività sono piuttosto da collegare a investimenti inferiori fatti nel nostro Paese, come a processi inferiori di innovazione. Noi stiamo rivendicando il processo di digitalizzazione per estendere la connessione a tutto il Paese. Questa deve diventare l'occasione per rendere più efficiente la pubblica amministrazione”.

L’ultima questione riguarda direttamente il Mezzogiorno, in particolare la strada della “decontribuzione” indicata dal ministro Provenzano. Landini evidenzia che “abbiamo già in alcuni casi avuto esperienze, e abbiamo visto che, se ci si limita a un intervento di questa natura, questo da solo non risolve i problemi, perché i ritardi nello sviluppo del nostro Paese non sono solo nell'ordine del costo del lavoro e degli sgravi”. Per Landini, se l’Italia “non diventa un Paese tutto connesso - nel senso di rete digitale e di 5G - se non c'è un'estensione delle ferrovie, se non si costruiscono sistemi che siano in grado di supportare la mobilità nella direzione di una sostenibilità ambientale, non se ne viene fuori”. Per il segretario generale, che così conclude la lunga intervista, “anche sul Mezzogiorno esiste la necessità di un progetto più complessivo: non è l'ora in cui ogni singolo territorio pensi per sé”.

La Cgil

Da non perdere è il commento del segretario confederale Cgil Roberto Ghiselli all’incontro di ieri (mercoledì 16 settembre) con il governo sulla previdenza, riportato in Collettiva. “Sono emerse alcune prime importanti disponibilità cui ora occorre dare concretezza”, ha detto l’esponente sindacale: “Il ministro Catalfo si è impegnato a prevedere nella legge di bilancio sia la proroga dell’Ape sociale, con un possibile ampliamento della platea ai disoccupati e ai lavoratori con patologie invalidanti più esposti al rischio Covid, sia quella di Opzione donna. Ha annunciato un intervento sui lavoratori precoci e la risoluzione del problema della copertura previdenziale dei part-time verticali, che sono soprattutto donne e giovani, e dei lavoratori esattoriali”. Ghiselli sottolinea pure “l’orientamento del governo a estendere anche ai lavoratori delle imprese con meno di 1.000 dipendenti i contratti di solidarietà espansiva per accompagnare le persone dal lavoro alla pensione, creando opportunità occupazionali per i giovani”. In conclusione, rileva che il sindacato ha infine “posto alcune questioni fondamentali come l’estensione delle mansioni considerate gravose, la modifica dell’isopensione per renderla accessibile ai lavoratori di tutte le imprese e la rivalutazione del reddito dei pensionati”.

Da leggere è sicuramente il commento della segretaria generale della Fiom Cgil Francesca Re David alla trattativa, avviatasi ieri (mercoledì 16 settembre), per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Il primo tema affrontato è stato quello della salute e della sicurezza. “Lavorare e garantire la sicurezza ha reso e rende più faticose le prestazioni di lavoro”, spiega l’esponente sindacale: “Inoltre, i metalmeccanici hanno pagato un prezzo molto alto in termini di salario con le tante ore di cassa integrazione che sono state effettuate. Per questo non possiamo condividere una valorizzazione economica sul tavolo della trattativa dei costi sostenuti dalle imprese sulla sicurezza ai tempi del Covid-19”. Re David ha anche ribadito “la richiesta di estendere la regolamentazione sui break formativi e sui quasi infortuni a tutte le imprese metalmeccaniche” e chiesto di “valorizzare il ruolo svolto durante la pandemia dai comitati aziendali”. In conclusione, la segretaria generale ha rimarcato che “la questione salariale e la richiesta di incremento dei minimi contrattuali è al centro di questo rinnovo contrattuale. Rinnovamento significa valorizzazione del lavoro, non la sua svalorizzazione. Un contratto senza salario è impensabile”.

“Alla luce di quanto annunciato da Von der Leyen, il nostro Paese dovrà impegnarsi da subito per rivedere gli obiettivi nazionali per la lotta ai cambiamenti climatici. Sarà fondamentale utilizzare bene le risorse di Next generation Eu che per il 37 per cento verranno destinate agli investimenti green”. Così la vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi, commentando in Collettiva la proposta avanzata dalla presidente della Commissione al Parlamento Europeo su innalzamento del target di riduzione delle emissioni di Co2 per il 2030 almeno al 55 per cento e investimenti massicci su 'green' e digitale. “È questo - prosegue la dirigente sindacale - il momento per cambiare il nostro modello di sviluppo: decarbonizzazione, riconversione ecologica delle produzioni, efficientamento energetico e sviluppo delle energie rinnovabili dovranno essere al centro delle politiche del Paese. Lo Stato dovrà essere attore economico nei settori strategici dell’economia anche per contrastare i cambiamenti climatici, favorire la riconversione energetica del sistema produttivo, l’economia circolare, e creatore e promotore della piena e buona occupazione”.

Siglato il nuovo contratto dei 130 mila lavoratori della gomma-plastica, stabilito un aumento medio sui minimi di 63 euro. “Rinnovare un contratto di lavoro, in questa particolare fase storica, è un risultato davvero importante perché mette al riparo e aiuta una buona parte di lavoratori di questo Paese”, commenta in Collettiva il segretario generale della Filctem Cgil Marco Falcinelli, evidenziando che “rilancia un sistema di relazioni tra sindacati e industria che fa bene alla nostra economia” e che “la contrattazione nazionale è ancora l’asse portante che può sostenere e rilanciare il lavoro”. Questa firma, ha concluso il dirigente sindacale, significa “mettere un punto fermo su cui cominciare a scrivere il futuro, nella speranza di mantenere saldo l’obbiettivo di crescita del settore e di migliorare le condizioni lavorative e di vita dei tanti lavoratori interessati”.

Da segnalare, sempre in Collettiva, la riuscita dello sciopero dei lavoratori dell'Enac, indetto da Fp Cgil, Fit Cisl, Cisl Fp, Uil Pa, Flp, Usb Pi e Cida contro la proposta del presidente Zaccheo di privatizzare l’ente, portandolo da ente pubblico non economico (Epne) a ente pubblico economico (Epe). I sindacati rilevano che “una trasformazione dell’Enac di questa portata, cambiandone la ragione giuridica per portarla fuori dal perimetro pubblico, non può avvenire senza il confronto e il volere delle lavoratrici, dei lavoratori e di chi li rappresenta”. Sulla privatizzazione in sé, i sindacati evidenziano che è una soluzione “ormai datata e anacronistica, adottata acriticamente così come proposta dai vertici dell’Enac. Una proposta che si fonda su motivazioni poco chiare e trasparenti e che non reggono alla prova delle evidenze”.