PHOTO
I presidenti delle Regioni Piemonte e Lombardia, Alberto Cirio e Attilio Fontana, hanno firmato l'ordinanza anti-caldo, che regola le condizioni di lavoro in situazioni di esposizione diretta e prolungata al sole a lavoratori di diversi settori. Lo scopo è quello di ridurre il rischio che l'incolumità e la salute dei lavoratori sia messa a repentaglio dalle alte temperature unite alla fatica alla quale alcune mansioni sottopongono i lavoratori.
In Piemonte, "ove non sia possibile introdurre misure del riduzione del rischio", sarà vietato lavorare dalle 12.30 alle 16.00 per gli addetti del settore agricolo, florovivaistico e dei cantieri edili e affini, per attività classificabili come "attività fisica intensa" o altre attività equiparabili. Questo limitatamente ai soli giorni in cui la mappa sul sito web dedicato segnali un livello di rischio "alto". L’ordinanza sarà in vigore da domani, mercoledì 2 luglio, sino al 31 agosto.
La Regione raccomanda ai Comuni di valutare la possibilità di una deroga temporanea, previa valutazione della situazione contingente, ai regolamenti locali in materia di contenimento delle emissioni acustiche per consentire lo svolgimento delle attività lavorative in fasce orarie più fresche senza arrecare disturbo alla cittadinanza.
In Lombardia, dopo l’accordo annunciato ieri dalla Cgil regionale, è stata firmata l'ordinanza urgente che, analogamente al Piemonte, prevede lo stop dei lavoro all’aperto tra le 12.30 e le 16.00 nelle aree edili, cave, aziende agricole e florovivaistiche, limitatamente nei giorni in cui sarà segnalato (sul sito www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/) un livello di rischio 'alto'. Sarà in vigore dalle domani, mercoledì 2 luglio, sino al 15 settembre.
Il provvedimento prevede che la violazione delle disposizioni comporti sanzioni secondo quanto previsto dall'art. 650 del codice penale: l'arresto fino a tre mesi o un'ammenda fino a 206 euro, fatta salva l'applicazione di eventuali reati più gravi. L’ordinanza è stata trasmessa ai prefetti, ai sindaci dei Comuni lombardi, a Ats e Asst, alle organizzazioni sindacali, ai rappresentanti delle imprese e delle associazioni di categoria, affinché vengano adottate tutte le misure necessarie.