“Il Jobs Act è una cagata pazzesca”. Novantadue minuti di applausi per il ragioniere col figlio a tutele crescenti e la moglie a partita iva mentre in sala mensa commenta la riforma che ha legalizzato la precarietà.

Per buona pace del mega duca conte, gran mascalzon del Risorgimento arabo, al secolo Matteo Renzi, che invece di ritirarsi a vita privata come aveva millantato continua a pontificare e a mortificare i lavoratori.

Si porta dietro tutti i paladini del fine pena mai. Fedeli alla linea del turbocapitalismo, delle mance elettorali, dei bonus a pioggia. Di chi inneggia alla flessibilità buona ma ha in tasca un contratto a tempo indeterminato.

Com’è disumana questa riforma: in un colpo solo ha disintegrato la sinistra e la dignità di chi sogna una busta paga e una vita a tutele decenti. Un referendum, speriamo, la seppellirà.