Rifinanziare le misure già approvate, allungare Naspi e Dis-coll, prevedere sostegno al reddito per chi è rimasto fuori da ogni tutela. Queste le proposte di NidiL Cgil, FeLSA Cisl, UILTemp che tornano a chiedere al governo il sostegno per i lavoratori somministrati, atipici e autonomi, cioè quelle categorie che sono più a rischio nel protrarsi della crisi legata al Covid-19. “Vanno messe in campo nuove e più larghe misure di sostegno per i lavoratori più fragili, impiegati in settori chiusi per decreto oppure che hanno perso occasioni di lavoro nei settori più colpiti come turismo e spettacolo” è il grido d’allarme dei sindacati.
Per quanto riguarda la somministrazione di lavoro “va urgentemente rifinanziato come richiesto al Ministero, il Fondo di solidarietà di settore che ha assicurato il puntuale pagamento delle integrazioni salariali a 110mila lavoratrici e lavoratori – sostengono le sigle che rappresentano i lavoratori atipici -. Va chiaramente esplicitato il principio di parità di trattamento nella pubblica amministrazione, con conseguente pagamento dei lavoratori somministrati al pari dei dipendenti pubblici e bisogna rimuovere tutti i limiti che non garantiscono le medesime condizioni. Inoltre, nel settore sanitario, nei percorsi di stabilizzazione da cui la legge Madia li esclude, vanno inclusi i circa 7mila operatori sanitari somministrati. Sarebbe anche un riconoscimento a chi sta lottando sul fronte contro il Covid-19”.

Le proposte prendono in considerazione anche chi ha perso l’impiego e i lavoratori autonomi, perché con le misure di marzo è stato dato un primo importante segnale di attenzione, ma il calo della domanda di lavoro in corso rende necessario un prolungamento di almeno 60 giorni, senza penalizzazioni, delle indennità di disoccupazione, Naspi per i dipendenti e Dis-coll per i collaboratori. Questo darebbe respiro a una parte di disoccupati senza alcuna concreta possibilità di reimpiego immediata. Rispetto all'indennità per gli stagionali del turismo, va chiarita la possibilità di accesso a tutti i lavoratori, anche collaboratori e somministrati. 
In merito alla situazione di collaboratori e professionisti iscritti alla gestione separata Inps, Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uil Temp chiedono che venga rifinanziata e aumentata l’indennità di 600 euro e che venga rimossa la discriminazione che li ha esclusi dalla copertura infortunistica nei periodi di quarantena e dai congedi parentali. Per i professionisti iscritti alle casse private va eliminato il requisito dell’esclusività dell’iscrizione che ha portato molti lavoratori a non potere accedere a nessun sostegno economico. 
Per i collaboratori sportivi, inseriti per la prima volta in un sistema di tutele grazie alla pressione esercitata dal sindacato, va rifinanziata e aumentata l’indennità di 600 euro, nonché incrementato lo stanziamento previsto per marzo nel caso in cui non venga coperta l'intera platea dei possibili beneficiari. 

“Gli esclusi da tutto, milioni di lavoratori disoccupati senza tutela e autonomi occasionali (come i rider ma non solo) hanno invece urgente bisogno di un sostegno al reddito – concludono i sindacati –. Da questo punto di vista, si possono utilizzare nell’immediato i 100 milioni ancora non spesi del Reddito di ultima istanza, previsti dal decreto n. 18 di marzo e sui quali il ministero del Lavoro non ha ancora decretato. Risorse, queste ultime, ovviamente insufficienti e che dovrebbero essere largamente rimpinguate con uno strumento eccezionale di sostegno al reddito, anche per ridurre il crescente disagio sociale”.