“Capiamo le esigenze elettorali, ma la richiesta di stop ai voli notturni - ormai sostenuta da tutti gli schieramenti politici, nonché esplicitamente dai sindaci dei nove Comuni della commissione aeroportuale - è presa troppo alla leggera: chi è contrario si prenda la responsabilità dei circa mille posti di lavoro che salterebbero, senza contare l’indotto”: così, oggi, Marco Sala, segretario generale Filt di Bergamo, è intervenuto (per la terza volta) sulla questione dei voli merci che decollano e atterrano di notte all’aeroporto di Orio al Serio.

A quota mille si arriva sommando i quasi 700 addetti al lavoro per Dhl, i 200 di Ups, più un centinaio di persone impiegate in operazioni accessorie (pulizia, guardiania…) “Chiedendo la fine dei voli notturni non risolveremmo il problema” prosegue Sala. “Innanzitutto il traffico di voli merci, già ridotto rispetto a qualche anno fa, è destinato a un’ulteriore  riduzione per scelte strategiche che vedranno crescere il business a Malpensa. I voli a Bergamo, cioè, caleranno in maniera naturale: ora, si può decidere di mettere un tetto massimo, ci si può accordare di non andare oltre il numero di voli attuale (magari rispettando i piani di sviluppo aeroportuale), ma dire che si vuole chiudere non ha senso, perché significherebbe che dall’oggi al domani si perderebbero moltissimi posti di lavoro”, ha proseguito il dirigente sindacale.
 
A proposito d’inquinamento ambientale e acustico, l'esponente Cgil ha spiegato: “Negli ultimi dieci anni, il traffico merci ha visto ridurre il numero di movimenti aerei anche per un’aumentata capacità di carico dei nuovi aeromobili impiegati. In questo periodo (tabulati di ieri sera alla mano) nella fascia notturna, decollano e atterrano dieci voli cargo dalle 23 alle 6 del mattino. E, invece, dalle 6 alle 7 del mattino - orario in cui molti cittadini ancora riposano - sono tredici i voli passeggeri in partenza, oltre a quelli che atterrano nel cuore della notte per ritardi sempre più frequenti”.