In 50 piazze di tutta Italia decine di migliaia studenti hanno manifestato oggi con lo slogan “Chi ha paura di cambiare? Noi no!” rivolgendosi al governo “che si dice del cambiamento ma propone solo regresso e propaganda”. A Roma in 5 mila, coi volti coperti dalle maschere di Dalì della serie tv “La casa di carta” in simbolo di riscatto, terminato il corteo sotto il dicastero dell’Istruzione hanno chiesto un incontro col ministro Bussetti per sottoporgli i veri problemi della scuola italiana: “Sicurezza, non intesa come telecamere e cani antidroga davanti alle scuole, ma come edilizia scolastica”, dichiara Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi: “Ad oggi studiamo in edifici che sono fatiscenti, e non permettono in nessun modo di innovare una scuola che è vecchia ed escludente: in 150mila ogni anno abbandonano gli studi, non è un dato accettabile”.

“Cosa possiamo aspettarci – aggiunge Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell’Unione degli universitari – da un esecutivo che nomina a capo dipartimento per l’Università e la ricerca una figura come Valditara, relatore della legge Gelmini 2010, che dieci anni fa ideò gli 8 miliardi di tagli di cui ancora oggi paghiamo il prezzo, e che ancora oggi li rivendica? Non ci fidiamo, e continueremo a mobilitarci il 16 e il 17 novembre per chiedere fondi in istruzione: non abbiamo paura di cambiare”. Riprende Manfreda: “Gli studenti italiani non si meritano di pagare il prezzo delle scelte sbagliate di una politica che fa solo i suoi interessi, e cerca consenso stravolgendo le parole e raccontando falsità: i 100 milioni di “risparmi” sulla scuola pubblica sono in realtà tagli, e sono solo i primi. Questo governo trascura l'istruzione, ma non dimentica mai di demonizzare gli ultimi e di calpestare diritti acquisiti in anni di lotte. Il 16 e il 17 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dello Studente, torneremo a mobilitarci”.

Arriva l’appoggio della Cgil in una nota firmata dal segretario confederale Giuseppe Massafra: “È grave l’assenza in legge di Bilancio di investimenti strutturali in istruzione, ricerca e lavoro, essenziali per contrastare disoccupazione, insuccesso formativo e esclusione sociale delle nuove generazioni. Per questo sosteniamo gli studenti che quest’oggi stanno manifestando in numerose piazze italiane”. Per l’esponente della Cgil, “le scelte del governo non sono all'altezza delle sfide che il Paese deve fronteggiare per assicurare diritti di cittadinanza, pari opportunità e crescita personale e professionale ai nostri giovani. Servono risorse maggiori per il diritto allo studio. Bisogna investire su un Piano nazionale di contrasto alla dispersione scolastica, e occorre realizzare efficaci interventi di sostegno all'occupazione”. “Infine - conclude Massafra - rilanciamo il messaggio che gli studenti stanno diffondendo da tutte le piazze per costruire una società migliore, più inclusiva e che ripudia ogni forma di razzismo”.

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Le risposte ai ministri
"Il ministro ancora una volta ha scelto di non ascoltarci - dichiara Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi - non smentendosi rispetto ai giorni scorsi, preferendo unicamente il dialogo con il Movimento Giovanile della Lega. Quello stesso Movimento Giovanile della Lega che l’anno scorso bruciava in piazza il manichino di Laura Boldrini ma quella volta Salvini non spese una parola sul gesto violento. Questo tipo di azioni non appartengono alla nostra cultura politica, Salvini risponda nel merito ai tantissimi studenti scesi in piazza pacificamente. Noi ci siamo e siamo disponibili a confrontarci con il Miur e con i ministri - continua Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari -. A Di Maio rispondiamo che volentieri aspettiamo un incontro con lui nelle prossime settimane, come ci ha appena promesso su Facebook. Ci teniamo solo a fargli notare che è da giugno che richiediamo maggiore dialogo, mentre dal Def arrivano solo notizie di tagli di milioni di euro sulla scuola".