In Italia “abbiamo il peggiore sistema previdenziale d'Europa, non risponde alle esigenze delle persone, in particolare dei giovani, non risponde al principio di giustizia, è pieno di iniquità e non aiuta il sistema produttivo”. Inoltre, l’inseguimento sistematico dell'aspettativa di vita “non ha alcuna relazione con il lavoro concreto delle persone, non considera per nulla importante o rilevante quanti anni si lavora”. Così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha concluso un convegno organizzato a Roma dal sindacato per chiedere interventi concreti sulle pensioni.

“Noi – ha aggiunto Camusso – non abbiamo una particolare passione per definire se il termine è di cancellazione, abrogazione o superamento (della legge Fornero, ndr): questo sistema è iniquo e ingiusto e va cambiato. Lo diciamo con molta nettezza a questo governo: il tema non è solo che cosa succede a coloro che sono vicinissimi alla pensione, anzi paradossalmente forse quella è la questione meno rilevante; la priorità è assicurare un sistema previdenziale ai giovani”.

L'ipotesi d’introdurre quota 100 non risolve i problemi, ha sottolineato la dirigente sindacale, perché crea “una divisione nel Paese: parla solo agli operai maschi del Nord e a parte del pubblico impiego” mentre c’è necessità di pensare “ai giovani e alle donne”. Quanto al taglio delle pensioni d'oro, significherebbe “aprire il varco al ricalcolo delle pensioni, una scelta drammatica” che metterebbe a rischio “la certezza del diritto”.

“Noi siamo per sfidare il governo – ha sottolineato – e se non succede nulla è difficile sostenere che è in atto una stagione nuova”. Infine uno stoccata al precedente esecutivo: “Ancora non ci capacitiamo di quanto è successo con il governo Gentiloni a novembre scorso. Abbiamo chiesto un segnale sui giovani e le donne con tutta la gradualità possibile, la proposta è scomparsa dal tavolo. Si è fatto un errore e così si è potuta costruire la demagogia della campagna elettorale, a chi la sparava più grossa".

Nel chiudere i lavori, Camusso ha affrontato anche altri i temi dell'agenda politica, specificando che il sindacato chiede risposte concrete in generale sul tema delle diseguaglianze, e su questo valuterà la prossima legge di bilancio. “Pensiamo che sia necessario che la questione sociale e del lavoro torni al centro dell'agenda. Il nostro auspicio è che la politica riparta da un rapporto positivo con le organizzazioni sindacali”. (mm)

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