“La vita e la dignità della persone vengono prima dei risultatati economici e dei risultati produttivi: la priorità deve essere quella di far tornare a casa ogni persona, viva e integra, dopo un turno di lavoro”. Così, durante il presidio dell’8 settembre davanti alla Prefettura di via Tasso, Cgil, Cisl e Uil di Bergamo avevano denunciato l’aumento degli infortuni, mortali e non, nella provincia. Malgrado i tentativi di promuovere una cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, i passi avanti sono ancora insufficienti. Lo dimostrano, con tutta la loro drammaticità, i 10 infortuni mortali dall’inizio dell’anno (avvenuti sul territorio provinciale o accaduti fuori ma coinvolgendo residenti in bergamasca).

Ora, dopo quella iniziativa, i confederali provinciali invitano i cittadini, i lavoratori e in particolare i delegati sindacali e i Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza all’incontro pubblico dal titolo 'Un lavoro più sicuro e più sano a ogni età è possibile? Quali rischi e quali tutele per i lavoratori?', che si svolgerà in occasione della seconda Giornata territoriale della sicurezza, venerdì 29 settembre (i lavori si terranno dalle 9 alle 13 all’Auditorium Casa del Giovane di via Gavazzeni 13, a Bergamo).
 
“Vanno instancabilmente promosse azioni concrete di prevenzione e investimenti su sicurezza e salute da parte delle imprese” hanno ripetuto nelle ultime settimane i rappresentanti delle tre sigle. “Si deve spingere per un’adeguata formazione e per l’utilizzo dei mezzi di protezione individuali. Al lavoratore è necessario ricordare che il primo responsabile della sua sicurezza è lui stesso. Chiediamo più ispezioni nei luoghi di lavoro, potenziando l’organico Ats degli ispettori che, al momento, appare sottodimensionato. Quello a salute e sicurezza è un diritto primario e insopprimibile. Un diritto che deve entrare nella coscienza civile, nazionale e territoriale”, concludono i sindacati.