Un Piano di edilizia residenziale sociale con programmazione pluriennale per rispondere ai bisogni abitativi delle fasce più deboli della popolazione e generare consistenti opportunità occupazionali”. È quanto proposto da Cgil, Fillea Cgil e Sunia a governo e forze politiche in occasione di un convegno tenutosi quest'oggi presso la sede nazionale del sindacato a Roma.

Scarica il Piano (pdf)

Nel nostro Paese la spesa sociale per la casa - denunciano Cgil, Fillea e Sunia - è tra le più basse d'Europa, a fronte di un'erosione dei redditi di cittadini, lavoratori, pensionati e all’aumento delle disuguaglianze”.

Nel 2015 - sottolineano - le famiglie in difficoltà a causa dell'onerosità delle spese per la propria abitazione sono state circa 3 milioni, l'11,7% del totale; il 90% degli sfratti è avvenuto per morosità; oltre il 70% delle famiglie in locazione (2,3 milioni di nuclei) ha un reddito inferiore ai 30mila euro annui e vive in prevalenza nei grandi centri urbani, dove gli affitti sono più elevati. Inoltre, il 20% delle famiglie proprietarie (3,3 milioni) deve assolvere al pagamento di un mutuo, e circa un terzo ha un valore immobiliare inferiore a quello per cui hanno chiesto il prestito. Infine, 650mila sono le domande di edilizia pubblica inevase presso i comuni e gli ex Iacp”.

Dati che, secondo Cgil, Fillea e Sunia, evidenziano la necessità di un Piano di edilizia residenziale sociale che “integri l'edilizia pubblica” e che “possa rispondere alle esigenze dei nuclei familiari disagiati, attraverso canoni rapportati ai redditi”. “Una proposta che rappresenterebbe, inoltre, un importante stimolo all’innovazione del settore edile e alla creazione di nuova occupazione. Un’occupazione che deve essere - ribadiscono - di qualità, con diritti e tutele, così come la Cgil promuove con i suoi due referendum per l’abrogazione dei voucher e per la responsabilità solidale negli appalti”.