Nuovo appuntamento di ‘Quadrato rosso. La formazione va in rete’, la trasmissione di RadioArticolo1, e di ‘Conoscenza&organizzazione’, la rubrica di Rassegna sindacale. Oggetto della puntata, la formazione dei pensionati, in particolare il progetto ampio e articolato messo a punto dallo Spi Cgil. Lo spiega il responsabile nazionale della formazione, Maurizio Fabbri: “Abbiamo diviso il piano formativo in due grandi capitoli, il primo a dimensione nazionale, il secondo su base territoriale; l’uno rivolto ai dirigenti nazionali, l’altro mirato ai segretari di lega, proprio a testimoniare la grande necessità di formazione che ha oggi la terza età”.

In virtù della sua forza e capacità organizzativa - è una dei sindacati più grandi d’Europa con circa tre milioni di tesserati -, lo Spi riesce a garantire ai propri iscritti un servizio assai articolato in materia di formazione, che fornisce varie attività, che vanno dai servizi di tutela alle attività del tempo libero, dall’esercizio della memoria alla lettura della busta paga, ai campi della legalità.

 

“Ma il fulcro del nostro progetto è la contrattazione sociale – rileva il dirigente sindacale –. Abbiamo 1.500 leghe sul territorio e ognuna svolge un pezzo di contrattazione a livello locale. Le questioni trattate sono la redditività, la tassazione, le riforme, la sanità, l’organizzazione dei servizi: su ognuno di questi temi abbiamo preparato master dedicati per i dirigenti, di raccordo con la Cgil e le altre categorie, all’insegna della confederalità e secondo le priorità di ogni singolo territorio. Ogni attività svolta ha bisogno di una formazione specifica, e per fare tutto questo, abbiamo anche a disposizione una rete composta da oltre 30.000 attivisti e volontari”.

Un esempio positivo di formazione arriva dall’Alto Adige. “Nel nostro territorio – afferma Adriano Baltessari, dello Spi Bolzano – i servizi alla terza età sono particolarmente efficienti. Da anni, lavoriamo in ambito formativo, occupandoci del controllo dell’assegno pensionistico e di tante altre attività a disposizione degli anziani. Riprendendo le finalità dell’ultima Conferenza dei servizi, abbiamo poi puntato sulla contrattazione sociale e territoriale, inserendo nuovi collaboratori e investendo ancora di più sulla formazione, con corsi specifici di più giorni. Operiamo attraverso protocolli d’intesa con il Comune di Bolzano, ma anche con i comuni della Val Venosta e Val Pusteria, con Lorano e Bressanone, e stiamo aprendo tavoli di trattativa su temi specifici come le tariffe, la difesa delle pensioni basse, gli assegni di cura”.

Efficiente anche l’attività formativa nelle Marche. “Abbiamo maturato una grande esperienza di contrattazione sociale – sostiene Aurora Ferraro, dello Spi regionale –, la nostra nuova frontiera, che poi è diventata azione sindacale vera e propria. In sintonia con la conferenza di organizzazione 2015, abbiamo declinato la contrattazione sociale provando a rappresentare diritti e bisogni dei cittadini e pensionati più in difficoltà. Abbiamo fatto un salto di qualità e quantità, estendendo capillarmente tali esperienze, chiamando gli enti locali per intensificare la collaborazione su temi specifici. Seguendo esempi di altre regioni, abbiamo messo insieme un gruppo di cinquanta tra pensionati e pensionate, costruendo progressivamente una risorsa da distribuire nel territorio, da arricchire con competenze adeguate per sostenere il confronto con le amministrazioni pubbliche, facendo riferimento alla confederazione e alle categorie”.

“Il nostro obiettivo ora – aggiunge Fabbri – è quello di mettere in piedi una serie di task force di pensionati e pensionate sull’intero territorio, per sostenere in modo adeguato la contrattazione sociale, con il fine d’innovare, rispondendo alla questione principale dell’occupazione, su come ad esempio il welfare può creare nuovi posti di lavoro, mettendo al centro il Piano del Lavoro della Cgil, secondo una precisa dimensione confederale”.

“Quella dello Spi è un’esperienza formativa confederale, destinata anche ai lavoratori attivi – precisa Giancarlo Pelucchi, responsabile nazionale formazione Cgil –. I pensionati della Cgil svolgono un’attività importante, perché è un lavoro anche solidale, non sempre riconosciuto. L’impronta che danno alla loro attività non è corporativa, limitata ai soli anziani, ma tentano di raccogliere tutta la domanda sociale presente più nascosta, che comprende tutti i cittadini. Ed è un lavoro prezioso che riguarda tutto il sindacato. L’esercizio della memoria è un altro capitolo basilare della formazione dello Spi: non è solo la storia della Resistenza, ma anche il tentativo di trasmettere esperienze sindacali precedenti, che a che fare con le culture dei vecchi dirigenti che oggi si confrontano con i giovani delegati e dirigenti di altre categorie su punti di vista diversi: è una bella intuizione che arricchisce dal lato formativo l’intera Cgil”.