Mercoledì 20 aprile anche i metalmeccanici dell’Umbria incroceranno le braccia per quattro ore, nel quadro dello sciopero generale della categoria, indetto (unitariamente, come non succedeva da molto tempo) da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil per il rinnovo del contratto nazionale, che in Umbria interessa diverse migliaia di lavoratori. Oggi, giovedì 7 aprile, i rappresentanti sindacali delle tute blu dell’Umbria si sono riuniti a Todi, con le segreterie nazionali dei tre sindacati, per l’attivo unitario regionale. Tanti gli interventi di delegati da tutte le realtà produttive regionali, che hanno sottolineato l’importanza e la delicatezza della vertenza aperta e la necessità di dare gambe a una forte mobilitazione, per portare Federmeccanica ad abbandonare le posizioni di totale chiusura, manifestate al tavolo della trattativa, a partire dal salario e dall’orario di lavoro.

“Anche stavolta – osserva Michela Spera, segreteria nazionale Fiom –, la vertenza per il ccnl dei metalmeccanici rappresenta un punto di svolta per le relazioni industriali del Paese. Le rigidità di Federmeccanica vanno abbattute con la mobilitazione: da questo punto di vista, lo sciopero del 20 aprile rappresenta un primo momento di lotta importante. Perciò, è fondamentale che i lavoratori del settore aderiscano alla mobilitazione. Siamo determinati ad ottenere un nuovo contratto nazionale”.

“Questi attivi, a cui seguiranno le assemblee in fabbrica – aggiunge Eros Panicale, segreteria nazionale Uilm –, servono a far crescere, tra i lavoratori, la percezione della gravità dello scontro con Federmeccanica sulla partita contrattuale. Qui non si parla di un euro in più o in meno, ma di difendere dall’azzeramento il contratto nazionale, come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi, con i minimi uguali per tutti. Per questo, chiediamo ai lavoratori di dare una dimostrazione e un segnale rispetto all’importanza della posta in gioco. Il 20 si comincia, ma se sarà necessario, continueremo la mobilitazione, e sono certo che riusciremo a modificare la posizione di Federmeccanica”.

“Nei 14 incontri svolti finora, abbiamo fatto alcuni passi avanti su temi per noi importanti – commenta Ferdinando Uliano, segreteria nazionale Fim –, come la sanità e la previdenza integrative, il diritto alla formazione continua individuale per tutti i lavoratori, il rafforzamento del diritto allo studio. Ma, di contro, in quattro mesi di negoziato siamo rimasti fermi al palo sulla partita salariale. L’istituzione di un salario di garanzia può essere una strada positiva, ma solo se tale garanzia venga distribuita su tutti i lavoratori. Al contrario, la soluzione che ci è stata prospettata, vede il 95% della categoria esclusa da qualsiasi incremento, non solo per questo ccnl, ma per un arco temporale assai lungo. Ciò significa, di fatto, cancellare il contratto nazionale”.