Si è svolto a Roma venerdì 22 maggio, presso il ministero dello Sviluppo economico, il primo incontro previsto per la procedura di esternalizzazione dello stabilimento produttivo Alcatel Lucent di Trieste. Al tavolo, ha partecipato la multinazionale americana che acquisirà le attività manufatturiere, la Flextronics.

La Fiom valuta "insufficiente il piano presentato, che prevede, a fronte di un accordo commerciale della durata di cinque anni tra le due aziende, una garanzia di volumi di attività per Trieste di soli tre anni. La Flextronics è un'azienda globale, che ha stabilimenti in tutto il mondo, e che ha dichiarato di essere organizzata in modo da produrre vicino ai mercati di riferimento. Questo vuol dire che il rischio di delocalizzazione delle attività all'estero è altissimo".

"Riteniamo che Alcatel Lucent e Flextronics debbano dare garanzie precise sui volumi di attività, e sul mantenimento dei livelli occupazionali per il sito di Trieste, per i prossimi cinque anni. Deve essere garantita l'occupazione per tutti i lavoratori, inclusi quelli in somministrazione, che andrebbero gradualmente stabilizzati, e quelli dell'indotto. A Trieste, si fabbrica un prodotto di punta per il trasporto ottico, il wdm, per il quale si prevede, in futuro, un aumento di fatturato: dobbiamo garantire che si continuerà a produrre nel capoluogo friulano. Per realizzare tale obiettivo, è importante che il Mise e la Regione Friuli Venezia Giulia, che oggi era presente all'incontro, facciano la loro parte nel convincere le aziende a fare veramente di Trieste un centro di eccellenza per la produzioni ottiche", sostiene Roberta Turi, segretaria nazionale della Fiom.

Nei prossimi giorni si svolgeranno le assemblee, e si deciderà come proseguire la mobilitazione. Il prossimo incontro tra le parti è previsto per il 3 giugno.