Gli ammortizzatori sociali in una situazione di emergenza “rappresentano una priorità. Dobbiamo pensare a chi perde il posto di lavoro”. Lo dice Paolo Nerozzi, senatore Pd, in un’intervista a Libero. “Il primo obiettivo - spiega l’ex segretario della Cgil - è rifinanziare la cassa in deroga per assicurare un reddito a chi non è tutelato da quella ordinaria e straordinaria. Il sistema fino a oggi ha funzionato”. Quindi - gli chiedono - nessun ridimensionamento della Cig ? “Questo è il momento dell'emergenza, poi si può pensare a riformare”.
E sull’art.18 Nerozzi dice: “Non è una questione di tabù, ma di civiltà. Sono d'accordo con la Camusso: negli anni si sono stratificati troppi luoghi comuni sul fatto che l'articolo 18 impedisca le assunzioni. Non è vero e anche gli industriali più accorti lo hanno ammesso. Sarebbe interessante fare uno studio sui mille casi all' anno nei quali viene utilizzato e poi ne potremmo ridiscutere”. E cosa ne emergerebbe? “Che non c'è stato nessun abuso. Viene usato sempre per motivi di discriminazione”.

Anche per Maurizio Castro, senatore Pdl, intervistato sempre da Libero, sul fronte ammortizzatori sociali le cose hanno funzionato. “Partiamo dall'esperienza positiva nella gestione occupazionale della crisi, che a fronte di cadute del Pil tre volte superiori a quelle degli anni 70 ha contenuto la disoccupazione a livelli tre volte inferiori. I vettori della riforma devono essere l'estensione alle aziende di ogni settore e dimensione dell'ammortizzazione sociale, ma confermando la sua natura assicurativa e rafforzandola attraverso la sussidiarietà contrattuale come nelle migliori esperienze dell' artigianato. E, per carità, nessuna goffa scimmiottatura del modello baltico: il reddito minimo garantito qui da noi equivarrebbe a curare l'acidità di stomaco con l'oppio!”