Dalla manifestazione di Bologna prende la parola Enrico, operaio specializzato del settore idroelettrico, collega di molti dei lavoratori deceduti nell'impianto Enel della diga di Suviana.

"C'è un problema sulle concessioni elettriche che scadranno entro il 2029 - afferma il lavoratore - concessioni che devono essere affidate o prorogate. La politica deve affrontare questo problema per permettere alle società di tornare a investire sugli impianti”.

"Attualmente ci sono 15 miliardi di euro di investimenti bloccati sull’idroelettrico – sottolinea Enrico – proprio a causa di questa incertezza. Se si risolvesse questo nodo, i gruppi come Enel potrebbero fare nuovi importanti investimenti sugli impianti e permettere un rinnovamento del parco di generazione, indispensabile sia per la transizione energetica sia per per la nostra sicurezza".

"Mi occupo di manutenzione sugli impianti idroelettrici e di guardiania delle dighe - prosegue Enrico -. Non ho mai percepito il mio lavoro come pericoloso. L'idroelettrico è una tecnologia molto sicura. Non era mai accaduta una catastrofe simile. Oggi scioperiamo e manifestiamo per chiedere maggiori investimenti, a partire dalle assunzioni. Siamo da troppi anni sotto organico e sulle dighe facciamo turni troppo pesanti”.