"Milano era una città a forte trazione industriale: negli ultimi anni ha perso 10 mila lavoratori nell'industria e guadagnati 50 mila nel terziario". Così Massimo Bonini, segretario generale della Camera del lavoro di Milano, nel secondo panel della giornata, dal titolo "Contrattare i processi di innovazione nel territorio". Una discussione che si è svolta nella cornice del Teatro Dal Verme, nel corso della conferenza di programma della Cgil nel capoluogo lombardo. "Per questi nuovi lavoratori non ci sono soluzioni pronte – spiega Bonini –, ci stiamo interrogando sulle possibili risposte ai cambiamenti. Assistiamo a forti trasformazioni sia nel lavoro sia nelle società, il grande tema è come evitare l'esclusione. Gli anziani della città non possono essere lasciati soli di fronte alla digitalizzazione dei servizi". Sul tema della smart city, Bonini ha aggiunto: "Siamo la prima d'Italia. Dai servizi alla mobilità, Milano è oggi la città più 'smart': si può salire su un mezzo pubblico e pagare il biglietto col cellulare, dividere una macchina o una bicicletta. Ovviamente questo pone una questione di democrazia: i nostri dati sensibili vanno in giro, è compito della politica chiarire le regole che le aziende devono rispettare".

Isa Guarnieri, delegata della Funzione pubblica Cgil nell'ospedale Niguarda di Milano, ha portato la sua esperienza: "Abbiamo aperto nel 2010 un ospedale con tecnologia totalmente nuova. Tutti gli infermieri dovevano imparare ad usare la tecnologia, così abbiamo investito su di loro mediante la produttività: si è deciso di dare un aumento a chi si impegnava a cambiare il proprio metodo di lavoro, aggiornarsi e adottare le nuove tecnologie". Un processo che "non è stato facile – ha detto –. Abbiamo puntato molto sulla formazione. Per farlo serve il tempo dei lavoratori e le risorse per la pubblica amministrazione".

Un'altra esperienza dal territorio è arrivata da Gianfranco Murtinu, segretario della Filctem Cgil di Sassari: "Da noi è attualmente in atto la riconversione dell'ex petrolchimico di Porto Torres in una bioraffineria integrata. Ora purtroppo paghiamo il ritardo negli investimenti. Il problema principale, per paradosso, è che il progetto era 'troppo' innovativo. Nel 2018 doveva già concludersi l'investimento, invece siamo inchiodati a una fase di stallo a causa dei ritardi e ripensamenti delle aziende. A livello generale, manca una politica industriale nel Paese che sia in grado di dare una linea anche alla politica industriale locale".

Rosa Giulia Melidoni, responsabile della Lega Spi di Reggio Calabria, ha illustrato la situazione nella sua città. "La mia lega è a nord di Reggio – ha raccontato –, comprende comuni dell'Aspromonte e anche un comune sciolto per mafia. Ci siamo allora chiesti che tipo di lega costruire: l'abbiamo voluta aperta, rivolta ai giovani, alla società e al mondo ecclesiastico. Insieme portiamo avanti un progetto di quartiere: siamo in una zona ad alto rischio criminalità, una sorta di 'terra di nessuno', per questo lo Spi ha scelto di agire di concerto con tutti gli attori disponibili". In questo modo, ha concluso, il sindacato "si apre alla società e lavora con tutti gli alleati disponibili".