L'articolo che segue è tratto dal n.4/2020 di Idea Diffusa, il mensile a cura dell'Ufficio lavoro 4.0 della Cgil realizzato in collaborazione con CollettivaClicca qui per leggere tutti gli articoli di questo numero dedicato alle smart cities., le città intelligenti.

La tecnologia 5G produce una discontinuità tecnologica, concettuale e organizzativa rispetto alle precedenti applicazioni di telefonia mobile. L’hardware della rete mobile è semplificato e la gestione della rete sarà prevalentemente via software da remoto. La grande novità dell'innovativo sistema è che permette di realizzare un disaccoppiamento tra reti virtuali e la rete fisica. Il disaccoppiamento si realizza con algoritmi collocati tra i vari strati della rete. La net neutrality sta negli algoritmi e quindi nei sistemi di disaccoppiamento o cooperazione. La rete diventa configurabile in funzione delle esigenze degli utilizzatori potendo disporre di diversi parametri come i tempi di risposta, la larghezza di banda e il maggior numero di oggetti in grado di essere connessi oltre una connettività con una velocità di trasmissione più alta (fino a 1 giga b/sec).

Ciascuna rete virtuale richiede diversi servizi di connessione: la guida automobilistica non è uguale al broadcasting e alla sanità. Permetterà di raccogliere una quantità di dati molto più elevata e differenziata. Finora i dati più preziosi sono stati quelli provenienti dalla profilazione delle persone monopolizzati da molte grandi imprese. Nel prossimo quinquennio la principale fonte dei dati saranno i sensori distribuiti a milioni nell’ambiente tra cui le telecamere che, autonomamente rispetto all’uomo, possono colloquiare tra di loro. Aumenta sia l’alimentazione che l’accesso ai big data, applicazioni di intelligenza artificiale con algoritmi di apprendimento automatico (machine learning). Permette alle macchine di apprendere e di interagire tra di loro.

Saranno necessari molti più trasmettitori rispetto a quelli del 4G ma con minore potenza di emissione. La moltiplicazione dei punti trasmissivi del 5G avrà un impatto sul territorio per cui sarà necessario definire dei piani regolatori, in accordo con le istituzioni locali per la loro localizzazione. Il pieno dispiegarsi del 5G cambia i rapporti tra rete fissa e rete mobile con una forte integrazione tra loro. La loro interazione produce un salto di qualità sia sul mobile che sul fisso. I primi servizi 5G attivi si concentreranno come isole in un mare di 4G probabilmente in zone ad alta concentrazione di popolazione, imprese, campus dove c'è una potenziale domanda. Crescerà il digital divide.

Si può prevedere che, allo stato attuale delle conoscenze, dei quattro vettori della trasmissione video - 5G, fibra ottica, torri trasmissive e satelliti - l’asse portante sarà costituito dal 5G interlacciato con la fibra, mentre la trasmissione del digitale terrestre e il broadcasting satellitarie andranno a ridimensionarsi. Lo stato di consolidamento delle tecnologie 5G non dipende dal nostro Paese. Sono tecnologie non sviluppate in Italia e soprattutto la definizione degli standard è oggetto di scontro, di vaste dimensioni, tra le principali multinazionali del settore. Insomma, dipende dalle scelte delle multinazionali del settore, a cui il nostro Paese dovrà adeguarsi. Un altro vincolo per l’introduzione del 5G è legato al volume di investimenti molto più ingenti rispetto ai precedenti sistemi. Perciò, necessita una governance per orientare questi investimenti, e si pongono anche problemi di cybersecurity.

Una seconda tematica vincolante per la diffusione delle applicazioni di questa tecnologia è legata ai contenuti che transitano nelle nuove reti. Alcuni di questi sono già stati introdotti con il 4G. Con il 5G avranno migliori prestazioni, mentre altri saranno possibili solo con la disponibilità dei nuovi mezzi trasmissivi. I contenuti potenziali che possono passare attraverso la rete 5G sono diversi: il video generalista tradizionale; il nuovo video on demand (Sky, Netfix, Youtube ecc.); il traffico generato dall’uso dei big data che a sua volta hanno più articolazioni. i big data dell’e-commerce (Amazon in primis che non è solo big data, ma anche capacità logistica, rapporto ricattatorio con i fornitori dei prodotti, fidelizzazione dell’utenza fino all’asservimento); i nuovi servizi con piattaforme on-line (Uber, Airbnb ecc.), che utilizzano la nuova rete distruggendo altre attività (servizi taxi, intermediazione immobiliare ecc.); il traffico dati generato per assistere la guida di una vettura o di un autotreno fino alla guida autonoma.

Richiede un utilizzo integrato del 5G per l’accesso anche a specifici big data: parametri di localizzazione, densità del traffico, fornitura di percorsi alternativi, ottimizzazione dei consumi, predittività della manutenzione dei veicoli; le banche dati delle grandi imprese industriali e non. Si può realizzare l’immagine virtuale degli impianti, la rete commerciale, l’assistenza ai clienti, a simulazione sull’opportunità di fare investimenti nel prodotto/processo, anche in funzione delle previsioni sull’andamento dei mercati; le banche dati pubbliche. Non tutto può essere privatizzato in termini di raccolta dati. E’ necessaria una raccolta e utilizzo dei dati al servizio del cittadino, migliorandone la qualità della vita. Gli algoritmi per gestire i grandi archivi pubblici devono essere di controllo pubblico e trasparente, garantendo contestualmente l’accessibilità e la riservatezza. Il mercato è monopolizzato dalle multinazionali digitali come Amazon, Microsoft e Google. Si può lasciare la gestione dei cloud solo alle grandi multinazionali quando può essere fornito anche da strutture nazionali e/o pubbliche?

Come si è verificato in altri casi, non basta avere nuove tecnologie per fare decollare un servizio. Occorrono adeguamenti organizzativi e una massa critica di utenza che è possibile raggiungere solo in un determinato lasso di tempo. Se ciò non avviene, diventa diseconomico continuare a installare torri trasmissive o stendere fibra ottica, se poi rimane spenta o sottoutilizzata. Non è conveniente effettuare onerosi investimenti nella realizzazione della rete 5G senza intervenire per sviluppare contenuti in essa veicolati. Qui, forse, sarà necessario il concorso pubblico. Concludendo, ci troviamo di fronte a un oggetto il cui andamento non è definibile a priori. Fare una pianificazione oggi sulla dinamica evolutiva non è possibile. Quindi, sarà necessario per le imprese dotarsi di un’organizzazione sufficientemente flessibile e veloce in grado di cambiare velocemente direzione, in relazione a come evolve il mercato e avendo a disposizione ingenti capitali di rischio. Relativamente al broadcasting, Rai e Mediaset continuano ad avere un approccio molto conservative e sono poco impegnate nell'utilizzo dei nuovi mezzi trasmissivi.

Enrico Ceccotti, coordinatore scientifico Consulta industriale