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Sulle prime pagine
In evidenza su tutti i giornali una trattativa politica che rischia di incartarsi su se stessa (oggi è l’ultimo giorno del primo giro di consultazioni al Quirinale), l’aggiornamento sui dati della pandemia con un rimescolamento dei colori dell’Italia che dovrebbero cambiare da domenica (rischio di rimanere arancione per Lombardia e Lazio, insieme al Piemonte) e lo scontro tra l’Europa e AstraZeneca. La Commissione, viste le tante scorrettezze della multinazionale farmaceutica anglo-svedese, minaccia di bloccare le esportazioni. Sul piano politico in primo piano l’ennesima mossa tattica di Matteo Renzi. “La mossa di Renzi che congela il Conte ter”, come recita il titolo di apertura de La Stampa che parla della proposta di dare un mandato esplorativo a Fico, suscitando l’ira del segretario Pd, Zingaretti, che dice no a governi istituzionali. Il Movimento a Cinque Stelle, che oggi sarà ricevuto da Mattarella, è spaccato. Oltre ai Cinque Stelle, saliranno al Quirinale i rappresentanti di una destra che si ricompatta sul no a Conte e a una possibile coalizione di salvezza nazionale. Lo sbocco naturale per il centro destra che con Salvini compie un dietrofront rispetto alla disponibilità di appoggiare un governo di salvezza nazionale, è il ritorno alle urne. Il manifesto dedica la copertina “all’arabo fenice”, il Matteo Renzi che ieri è salito al Quirinale per dettare la linea e ricattare: “Ci dicano se ci vogliono ancora”. “Conte lo chiama e riapre la trattativa”. Nello scenario politico generale da segnalare sul manifesto una intervista al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che si candida alla poltrona di governatore della Calabria: “La Calabria è al guinzaglio, torno contro la mala politica” (a pagina 6). Anche Repubblica apre sulla trattativa politica con un governo Conte ter congelato da Renzi. Più “britannico” il Corriere della Sera: “Renzi, per or, ferma Conte”. Il Quirinale valuta le ipotesi di un incarico esplorativo. Sul Messaggero, a centro pagina: “No di Renzi, Conte all’angolo”. Telefonata con il premier, poi il leader di Italia Viva da Mattarella: incarico esplorativo, non a lui. Potrebbe toccare a Fico.
Manovre e manovrette
Tra le interviste politiche da citare quella a Pierferdinando Casini sull’Avvenire: “Così Conte ha perso tempo. Ora tratti con Italia Viva, basta giochini o si rischiano le urne”. Secondo il vecchio volpone della politica italiana, in questo momento non può esserci un governo tecnico. “In questa fase qui, no. Il centrodestra adesso è indisponibile, perché la stessa maggioranza dovrebbe passare da un governo politico a uno tecnico? Sarebbe autolesionista. Nell'ambito dell'attuale maggioranza, la soluzione è politica”. A proposito di una candidatura femminile a Palazzo Chigi lanciata da Natalia Aspesi su Repubblica, oggi il quotidiano diretto da Molinari torna sull’argomento con una intervista a Emma Bonino: “Sì a una donna premier se autorevole e competente. Il cambiamento sarebbe grande” (Giovanna Casadio a pagina 7). Su La Stampa Marcello Sorgi fotografa la situazione reale di Italia Viva che si è posta su “un binario morto”: “…malgrado la mossa a sorpresa, e il suo abituale contegno baldanzoso, Renzi alla fine non può permettersi né di restare fuori dal governo, né di finire alle elezioni con il suo partito, e magari con una legge elettorale proporzionale e uno sbarramento che rischierebbe di lasciarli fuori dal Parlamento. Il Pd non a caso ha già reagito avvertendo che in nessun caso entrerebbe in un governo sostenuto dalla destra, come sarebbe quello istituzionale. In conclusione, ci vorrà ancora qualche giro di consultazioni e qualche inevitabile giravolta: giusto per lasciare annichiliti i nostri partner europei che hanno concesso, non va dimenticato 209 miliardi di aiuti all'Italia. Ma poi la trattativa nella ex-alleanza giallorossa dovrebbe riaprirsi”. Sul Corriere della Sera da segnalare un commento di Roberto Gressi che usa la fisica quantistica per spiegare lo scontro tra Conte e Renzi: “Ora si attende l'epilogo. In fisica vige il principio di esclusione di Pauli. Due particelle non possono occupare lo stesso stato quantico (la presidenza del Consiglio). Ciò avviene solo se sono sconvolte da una enorme forza gravitazionale che le comprime, disintegrandole entrambe”. Sul Fatto Quotidiano Fabrizio d’Esposito spiega il possibile tentativo di “esplorazione” del presidente della Camera Fico. Ma se oggi al Quirinale il M5S metterà il veto su Italia Viva, resta solo “il governo del Colle”. Sul Corriere della Sera, il commento secco di Massimo Franco: “Un tatticismo deprimente, che non offre soluzioni” (p.7).
Pensioni in aumento, ma più povere
I nuovi dati sul sistema previdenza su Italia Oggi (p.39). Nel 2020 sono state erogate 795.730 pensioni con un importo medio di 1.240 euro. Rispetto al 2019, aumenta il numero delle pensioni (740.486) mentre diminuisce l'importo medio (1.299 euro). Quasi raddoppiato il numero di nuovi pensionati nel settore privato (+ 86%). Crescono anche le nuove pensioni di vecchiaia, passate da 156.995 a 255.813 con un importo medio di 893 euro. Calano di poco più di 20 mila unità, invece, le nuove pensioni anticipate, per le quali si rileva però un importo medio di 2.001 euro. E quanto emerge dall'analisi del report prodotto dall'Inps sul monitoraggio dei flussi di pensionamento 2019-2020, presentato ieri dall'Istituto nazionale. Per prima cosa, l'lnps ricorda i requisiti per accedere alle varie pensioni in vigore negli ultimi due anni: "Riguardo i requisiti delle pensioni di vecchiaia, si sottolinea che negli anni 2019 e 2020 l'età minima di accesso alla pensione di vecchiaia è di 67 anni, per entrambi i sessi e i settori lavorativi dipendenti privati e autonomi. Per quanto riguarda i requisiti della pensione anticipata", si legge ancora nel report, "negli anni 2019 e 2020 sono 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, indipendentemente dall'età. Esistono una serie di ulteriori possibilità di uscita anticipata dal lavoro, tra cui la Quota 100 introdotta in via sperimentale per gli anni 2019-2021 dal dl 4/2019 e confermata il 2020 dalla legge 160/2019 (legge di Bilancio 2020), l'Opzione donna prorogata per tutto il 2020 dalla legge di bilancio 2020 e ancora i canali di uscita più favorevoli per i lavoratori precoci e per gli addetti a mansioni gravose".
Legge per la non autosufficienza, qualcosa si muove
Se ne parla su Conquiste del lavoro, il giornale della Cisl (“E io avrò cura di te”, p.3). Positivo incontro con Regioni e Province autonome e i sindacati dei pensionati per arrivare a una legge quadro nazionale sulla non autosufficienza. Ne hanno dato notizia i segretari generali di Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil, Pedretti, Ragazzini e Barbagallo: "Nel nostro Paese ci sono circa 3 milioni di persone totalmente non autosufficienti, la cui assistenza ricade quasi interamente sulle loro famiglie, in particolare sulle donne che svolgono la maggior parte del lavoro di cura". La risposta finora data dalle istituzioni a questa vera emergenza nazionale "è stata frammentaria, inadeguata e disorganizzata, con uno stanziamento di risorse insufficiente e disomogeneo". Per questo i sindacati dei pensionati hanno ribadito la necessità ora più che mai di adottare una legge quadro nazionale "che assicuri servizi e sostegni uniformi e adeguati in tutto il Paese e che preveda criteri omogenei di riconoscimento della condizione di non autosufficienza e del bisogno assistenziale". Nel corso dell'incontro si è affrontato anche il tema dei controlli e del funzionamento delle strutture residenziali sociosanitarie per anziani, gravemente colpite dalla pandemia. "Serve una riforma integrale della residenzialità e della domiciliarità che comprenda anche iniziative di formazione per il personale incaricato della cura delle persone non autosufficienti, comprese le assistenti domiciliari retribuite". Regioni e Province Autonome hanno condiviso le proposte dei sindacati dei pensionati, e hanno preso l'impegno di proseguire il confronto.
Francesca Re David (Fiom): Stellantis assuma giovani
Se ne parla su la Discussione. Potenziale enorme di giovani motivati, una filiera produttiva fatta di stabilimenti di alto livello con esperienze e qualità dei lavoratori. È quanto ha ricordato Francesca Re David, segretaria generale della Fiom, e con lei i sindacati italiani, all'amministratore delegato di Stellantis, Tavares durante il primo incontro, tra la nuova proprietà, nata dalla fusione tra FCA e PSA, e le organizzazioni sindacali. "Ora si creino le condizioni per riempire gli stabilimenti italiani e incrementare l'occupazione con l'ingresso di giovani", ha sostenuto Francesca Re David, che ha sottolineato la positività di un incontro tenuto in tempi rapidi con il nuovo amministratore delegato. "È un atto di valorizzazione dei lavoratori, della loro storia e delle loro competenze. Atto importante soprattutto se seguirà l'idea di una costruzione di relazioni sindacali che abbiano poi uno sviluppo nel tempo, ad iniziare dal piano industriale che è tutto da scrivere, vedere, conoscere e capire", fa presente l'esponente sindacale. Tra le questioni poste dalla segretaria dei lavoratori metalmeccanici della Fiom, l'impegno dedicato dai lavoratori italiani per il gruppo, "c'è un potenziale enorme, una filiera importante, composta da stabilimenti di assemblaggio, di produzione motori e di indotto legato a Fca. Un insieme che ha passato anni di grandi sofferenze. Lasciando perdere il dato del 2020, nel 2019 si sono accumulate 11 milioni di ore di cassa integrazione. Cifra che fotografa la situazione. C'è una potenzialità enorme sotto utìlizzata. Siamo al 50 per cento della capacità installata a livello italiano. Una capacità non solo produttiva, ma di ricerca e innovazione che in questo Paese va recuperata”.
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