La crisi di governo aperta e la difficoltà di trovare una soluzione per la composizione del prossimo esecutivo (anche con l’eventualità di andare alle urne) pesano direttamente sui lavoratori in attesa di risposte, perché in cassa integrazione Covid o a rischio licenziamento. Proroga degli ammortizzatori decisi in seguito alla pandemia, decisioni sul blocco dei licenziamenti in scadenza il 31 marzo, ma anche riforma degli ammortizzatori sociali e nuove politiche del lavoro sono temi impellenti, che potrebbero essere derubricati in una situazione di stallo  in caso di un futuro governo che non erediti gli impegni presi dal suo predecessore.

“Ciò che non deve succedere è che la crisi di governo allontani ancora di più la politica dalle persone che noi rappresentiamo”, afferma Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil, ricordando anche i rischi che l’Italia corre sul piano internazionale: “Abbiamo bisogno di un governo che sia stabile e anche credibile in Europa, anche perché non possiamo dare per scontato che i soldi arrivino a prescindere. Bisogna dimostrare di spendere e di spendere bene, rispondendo agli obiettivi delle risorse europee. Sto parlando di digitalizzazione, conversione energetica e politica green, di politiche di superamento dei divari. I temi di lavoro e occupazione sono centrali: l’occasione del Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbe portare a termine una crescita di investimenti e la generazione di nuova occupazione”.

Per Scacchetti è urgente capire soprattutto se la ridefinizione di un governo e di un quadro “ci consegnano un interlocutore in grado di dare continuità ad alcuni impegni che non sono nel Pnrr ma nell’agenda di governo e la riforma degli ammortizzatori è uno di questi”. La crisi è subentrata in un momento nel quale sembrava, benché per necessità politica, che il governo volesse aprire stabilmente un canale di confronto con sindacati e parti sociali, per questo il sindacato è preoccupato di un passo indietro. Il timore è che “le scelte possano invece essere fatte senza un giusto rapporto con le parti sociali, come la definizione dell’ultimo decreto Ristori”.

“Alcuni incontri con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo avevano consentito un confronto sulla definizione dell’intera misura”, ricorda Scacchetti a pochi giorni dall’annullamento del previsto vertice ministra-sindacati proprio a causa della caduta del governo. “Bisognerà capire l’impianto del banco politico, che non è detto assuma gli stessi impegni dell’esecutivo giallorosso – prosegue -. Quella discussione appena attuata con la ministra Catalfo, benché non sufficiente a rispondere a tutte le nostre rivendicazioni, ha identificato un terreno comune, come la riforma degli ammortizzatori e il rafforzamento della contrattazione collettiva e quindi la legge della rappresentanza sindacale. Ci saranno poi da affrontare – conclude Scacchetti - la riforma del lavoro, il problema della precarizzazione e gli investimenti su lavoro di qualità, che oltretutto non sembra sia mai stato centrale nemmeno con il governo uscente”.