Il Covid-19 continua a dominare anche oggi (martedì 13 ottobre) le prime pagine dei principali quotidiani nazionali. “Cene in casa e gite, ecco i limiti. ‘Non più di 6 invitati’. Le Regioni: didattica a distanza alle superiori. No di Azzolina” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Virus, scontro sulla scuola. Torniamo alle lezioni a casa. Conte presenta il piano del nuovo Dpcm ai governatori, che si dividono sulle misure di prevenzione”.

“Il governo: no al lockdown. ‘Può uccidere l’economia’. La preoccupazione di Conte: con un nuovo fermo si blocca la ripresa” titola il Messaggero, la Stampa apre con “Cene, gite e party, arriva la stretta”, il Giornale lancia “Scuola a rischio. Arriva il Dpcm: stop a calcetto e movida all’aperto, locali chiusi a mezzanotte e limiti alle feste”, mentre sul Fatto Quotidiano si legge “L’Europa richiude e l’Italia socchiude. Lockdown a Londra, Macron ci pensa, Sos Spagna”.

Da segnalare, però, alcune aperture differenti. “Profitto uber alles” titola il Manifesto in riferimento all’inchiesta milanese per concorso in caporalato per alcuni manager di Uber Eats (notizia riportata, anche se con minore evidenza, da quasi tutti gli altri quotidiani); “Fisco, 9 milioni di cartelle in sei mesi. Da venerdì 16 ottobre via agli invii dei ruoli: si ripartirà da quelli datati marzo 2020” recita il Sole 24 Ore; “Italia prima in Europa nel pagare le imposte. La pressione fiscale reale si porta via metà dei guadagni poiché il nero nasconde 215 miliardi: i contribuenti sono meglio di come li dipingono” si legge su Libero.

Sulle prime pagine trovano spazio anche la morte per Covid-19 del padre dell’ex calciatore della Roma Francesco Totti e il Nobel all’Economia a Paul Milgrom e Robert Wilson. Da segnalare anche l’intervista al leader spagnolo di Unidas Podemos Pablo Iglesias (Manifesto) e gli articoli sulle prossime elezioni del presidente degli Stati Uniti (Corriere della Sera), sulla proposta di Francia e Germania di sanzioni Ue alla Russia per il caso Navalnyj (Repubblica), sulle nuove disposizioni per lo smart working nella pubblica amministrazione (Messaggero), sull’alta pressione fiscale in Italia (Giornale), sul dibattito interno ai 5 stelle per la candidatura del futuro sindaco di Roma (Fatto Quotidiano) e sul sì definitivo della Camera allo scostamento da 25 miliardi contenuto nel ‘decreto agosto’ (Sole 24 Ore).

Le interviste
“Subito la proroga del Sure (lo strumento europeo contro la disoccupazione) a tutto il 2021 e un piano di riconversione dei lavoratori al green new deal e alle tecnologie digitali, altrimenti i dieci milioni di disoccupati di oggi possono diventare 50”. A chiederlo è il segretario della Confederazione sindacale europea (Ces) Luca Visentini sulle pagine di Repubblica, sollecitando l’Europa a un piano d'intervento per arginare gli effetti più devastanti della pandemia. “Il Covid rischia di avere un impatto superiore a quello della crisi finanziaria del 2008, che in cinque anni ci è costata 20 milioni di posti”, spiega il dirigente sindacale, ricordando che ci sono “almeno 40 milioni di persone in Europa che in questo momento si avvalgono della cassa integrazione o di altre forme di sostegno al reddito”. Nell’attesa che arrivino i fondi del Recovery Plan (“non prima della seconda metà del prossimo anno”, dice), ora è necessario “prorogare la cig e le altre misure almeno fino a giugno”. In conclusione, Visentini chiede che “il Sure sia rifinanziato per tutto il 2021, considerato che, dei 100 miliardi stanziati per quest'anno, ne sono già stati assegnati 87”.

“L’allargamento dello smart working nella pubblica amministrazione segue il solito schema: è superficiale, senza regole né criteri di scelta. Non ci sono ragionamenti sui servizi da erogare né sui diritti dei lavoratori”. Inizia così, sulla Stampa, l’intervista al segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri sull'allargamento del lavoro agile al 70 per cento della pubblica amministrazione: “Se le cose poi non funzioneranno, come al solito diranno che il problema sono i dipendenti pubblici fannulloni. Allora fateli rientrare tutti, perché vogliono fare il loro mestiere al meglio e dare il loro contributo per la ripartenza del Paese”. Il leader sindacale, in particolare, contesta la quota del 70 per cento fissata a tavolino dal governo: “Sarebbe stato logico partire dall'individuare i servizi e gli uffici che si prestano o hanno bisogno dello smart working, in base a principi di funzionalità e tutela della salute. E, solo dopo aver deciso questo, parlare di numeri. Così avremo ancora troppa discrezionalità da parte dei dirigenti”.

Gli editoriali
“I soldi del NextGenEu non servono per la spesa corrente, ma per le infrastrutture fisiche e digitali. E le infrastrutture che sceglieremo devono servire alle prossime generazioni e - aggiungerei - non a cercare di vincere le prossime elezioni”. Questo il messaggio dell’economista Pietro Garibaldi dalle pagine della Stampa, riguardo i circa 200 miliardi di risorse europee da investire. “L'obbligo di concentrarsi su investimenti pubblici è una buona notizia per il nostro Paese”, spiega il docente di Economia politica all’università di Torino: “Tra le varie dimensioni del declino italiano, vi è infatti il ritardo negli investimenti infrastrutturali pubblici. Negli ultimi vent'anni la spesa pubblica italiana in infrastrutture è passata dal 3 al 2 per cento del prodotto interno lordo. Ogni anno lo Stato investe una cifra inferiore di circa 15-17 miliardi rispetto a quanto faceva a inizio secolo. Se avessimo mantenuto il livello di investimento degli anni duemila, oggi avremmo circa 150 miliardi di investimenti infrastrutturali in più. Una cifra non lontano dai fondi che ci mette a disposizione l'Europa”.

In Italia si registra “una dinamica salariale in costante contrazione relativa rispetto alla media europea”. È da questa constatazione che parte l’articolo di Roberto Romano, Anna Variato e Paolo Maranzano sul Manifesto, precisando che “il salario medio per addetto in Italia è passato dall'essere -5.381 (2002-2007) sulla media europea (21.705), a essere -7.650 euro (2013-2018) rispetto al salario medio europeo (27.283 euro)”. A questo va aggiunto che “in Italia si lavora comparativamente troppo e probabilmente male: le ore lavorate annue per occupato dell'Italia superano le 1.700 ore, contro le poco meno di 1.500 ore della Francia e le poco meno di 1.400 ore della Germania”. I tre economisti, concentrandosi sulla manifattura, rilevano che questa “rischia di perdere la sfida di paradigma, se immagina di rimanere sul mercato con le stesse caratteristiche mostrate fino a oggi”. Per Romano, Variato e Maranzano è “del tutto evidente che il manifatturiero necessita di un pavimento pubblico (strutturale) nella tecnologia e negli investimenti che il settore da solo non può realizzare; ripiegare ancora sullo 'spread salariale’ nazionale rispetto ai Paesi di riferimento non è una strategia di successo per un'economia avanzata”.

La Cgil
“Le indagini che si sono chiuse oggi sulla filiale italiana di Uber Eats, i cui manager sono accusati di caporalato, confermano condizioni di grave sopraffazione vissute dai rider: lavoratori in condizione di estrema vulnerabilità e di isolamento sociale”. Così la segretaria confederale Cgil Tania Scacchetti, commentando in un articolo di Collettiva la conclusione dell’inchiesta milanese su rider e caporalato: “Una condizione inaccettabile che richiama a una riflessione collettiva sulle generali condizioni di lavoro, a partire dal tema dei diritti dei ciclofattorini, tra i quali la sicurezza e un compenso dignitoso, così come noi chiediamo da tempo”. Per Scacchetti “legalità e lavoro di qualità devono essere il fondamento di ciascuna iniziativa economica. L’indagine rafforza la nostra battaglia per la conquista di condizioni di lavoro dignitose per i rider”.

“Otto richieste in favore dei poveri”: in vista della legge di bilancio, l'Alleanza contro la povertà (di cui la Cgil fa parte) lancia le proposte al governo per ridisegnare il reddito di cittadinanza in maniera più equa e attenta alle nuove emergenze sociali. Le proposte, come riporta un articolo di Collettiva, puntano a “rafforzare la misura del ‘reddito di cittadinanza’ così da avere una misura di contrasto alla povertà adeguata alla forza del Paese, più di quanto non lo sia stata proprio per come è stata concepita”, spiega Giordana Pallone, responsabile delle Politiche di contrasto alla povertà per la Cgil nazionale. “Il mezzo – aggiunge - è quello di agire su due fronti: allargare la platea dei beneficiari e cambiare la modalità della presa in carico attraverso i servizi sociali. Il ‘reddito di cittadinanza’ deve essere uno strumento di inclusione sociale, per far sì che la collettività si faccia carico di coloro che hanno bisogno, senza mai lasciarli soli”.

Da segnalare, sempre in Collettiva, l’approfondimento sulla nuova ondata di contagi Covid-19 e sulle sue conseguenze per il mondo del lavoro. Per il turismo interviene la segretaria generale della Filcams Cgil Maria Grazia Gabrielli (chiedendo di “garantire a lavoratrici e lavoratori continuità nel sostegno al reddito per supportare la già precaria condizione economica e per non disperdere professionalità nel corso di una ripresa che sarà più lenta e più lunga del previsto”), per le misure riguardanti le attività sportive parla il responsabile Sport e spettacoli della Slc Cgil Fabio Scurpa, per le questioni inerenti il trasporto pubblico e la differenziazione degli orari di uffici e scuole riferisce la segretaria nazionale della Filt Cgil Maria Teresa De Benedictis.

La Fp Cgil lancia una campagna per gli uomini e le donne della polizia penitenziaria. #StareBeneDentro, questo il titolo di una serie di proposte per migliorare la realtà delle carceri, riportate in Collettiva, consegnate al capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria Bernardo Petralia. Le proposte toccano numerosi temi: l’aumento dei casi di suicidio e delle aggressioni ai danni del personale, la mancanza di flessibilità nei turni e negli orari di lavoro, la quasi completa esclusione delle donne dalla possibilità di fare carriera, la necessità di attivare percorsi di formazione per il personale orientati alla sensibilizzazione e al contrasto alle molestie sessuali.

L’ultima segnalazione riguarda il reportage sia scritto sia video, pubblicato in Collettiva, sull’università per stranieri di Perugia, travolta dallo scandalo dell’esame truccato a vantaggio del calciatore del Barcellona Suarez, interessato a ottenere la cittadinanza italiana per poter giocare più facilmente nel nostro Paese. Nell’inchiesta compaiono il segretario generale della Cgil Umbria Vincenzo Sgalla e il segretario Flc regionale Domenico Maida.

L’agenda degli appuntamenti
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