Covid-19, ovviamente, ma anche l’arresto dell’ex amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci: questi i due temi che dominano le prime pagine dei principali quotidiani nazionali di oggi (giovedì 12 novembre. “Superato il milione di casi. Italia prima in Europa per vittime: 623. La mappa delle chiusure locali” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Autostrade, sicurezza sacrificata ai profitti. Arrestati l’ex numero uno Castellucci e altri manager”.

“Al Natale rischio terza ondata. Ippolito (Spallanzani): Feste senza eccessi, il peggio arriverà a febbraio-marzo” titola il Messaggero, la Stampa apre con “Campania al collasso, esercito a Napoli. Di Maio: situazione fuori controllo. Conte: daremo un segnale. Superato il milione di contagi”, il Giornale lancia “Dopo il flop sui banchi. Vaccino a rotelle. Il piano della distribuzione del farmaco in mano al commissario Arcuri, che ha già combinato disastri su mascherine e scuola”, mentre Libero recita “Il documento degli anestesisti. Chi muore e chi va curato? La scelta spetta ai medici”.

Alla vicenda Autostrade sono dedicate altre due aperture. La prima è del Manifesto: “Casello giudiziario. ‘Le barriere sono incollate con il vinavil’. È una delle intercettazioni che ha portato all’arresto dei sei manager di Autostrade, indagati per attentato alla sicurezza e frode. Ai domiciliari anche Giovanni Castellucci, ex ad di Aspi e uomo forte di Benetton”. La seconda è del Fatto Quotidiano: “United Colors of Manetton. Arrestati Castellucci e altri due manager. Le telefonate: ‘meno sicurezza, più utili’. ‘Barriere incollate col vinavil, corrosi i cavi del ponte’. Toti: parlo io con Salvini”.

Unica apertura differente è quella del Sole 24 Ore, dedicata alle prossime mosse della Banca centrale europea. Il quotidiano economico titola “Lagarde: aiuti fino a quando serve. Interventi ponte per arrivare al vaccino, con una revisione degli strumenti da usare. La Bce garantirà condizioni di finanziamento favorevoli ai settori pubblico e privato”. Nelle prime pagine viene dato spazio anche alle elezioni negli Stati Uniti, alla classifica di licei e istituti tecnici redatta dalla Fondazione Agnelli, alla strage di migranti al largo della Libia e ai nuovi dati del reddito di cittadinanza.

Le interviste
“Sono convinto che un alto livello di manutenzione alla fine migliori i conti, investire poco non è stata una scelta lungimirante”. A dirlo è l’amministratore delegato di Autostrade Roberto Tomasi, in un colloquio riportato dalla Stampa, che però punta anche il dito su un sistema poco limpido: “Non era definito lo standard nell'interlocuzione con il ministero e con il Consiglio dei lavori pubblici. L'asticella doveva essere posta. Se in un rapporto contrattale uno lo standard non ce l'ha, è difficile individuarlo”. Riguardo i deficit sulla sicurezza, Tomasi garantisce su “cosa è stato fatto dopo quell'epoca. Ci siamo attivati sull'intera rete per verificare viadotti, gallerie, barriere di sicurezza. Secondo quanto emergeva ci siamo subito attivati per sicurezza o verifica”. L’ad di Autostrade conclude rivendicando gli investimenti fatti: “Per le manutenzioni si spendevano 260-270 milioni. Poi ne abbiamo investiti 400. Quest'anno 655, nel 2021 600. Questo è un gruppo che non gestisce solo la concessione, vuole esser leader della mobilità integrata. Siamo pronti a investire subito sette miliardi in opere e non so chi in Italia ne sarebbe capace”.

“Lo smart working ha reso produttivi i dipendenti pubblici in una situazione la cui alternativa sarebbe stata chiudere gli uffici del tutto. Nella fase emergenziale sono emersi casi di eccellenza e situazioni di difficoltà, com'era naturale che fosse. Quando avremo lo smart working ordinario, ne testeremo i risultati. Tutte le ricerche però dimostrano che incrementa la produttività”. Inizia così la lunga intervista alla ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone comparsa sulle pagine del Tempo. Riguardo i cosiddetti “furbetti del divano”, Dadone precisa che “il furbetto è tale anche se lo si obbliga a stare alla scrivania o gli si mette una telecamera. Il furbetto va licenziato. Se pensiamo che crescano o diminuiscano in base alle scelte politiche generali e non in base alle scelte organizzative del dirigente, forse non abbiamo chiaro in mente cosa sia un ambiente di lavoro. Lo smart working è uno strumento molto potente in mano alla dirigenza, una modalità che funziona per obiettivi misurabili, capace di stanare chi batte la fiacca”. La ministra sottolinea anche gli ultimi provvedimenti del suo dicastero: “Abbiamo accelerato gli iter autorizzativi per l'installazione della banda ultra larga e il 28 febbraio ci attende uno switch importantissimo: tutti i servizi pubblici digitali dovranno transitare su AppIO, saranno al tempo stesso accessibili via Spid e i pagamenti verso le amministrazioni dovranno passare da PagoPa. Avremo moltissimi servizi online, ma anche gli italiani saranno più preparati per poterne usufruire”.

Gli editoriali
Una riflessione oggi da non perdere, dedicata all’approfondita analisi della sanità pubblica nelle regioni del Mezzogiorno, è quella dell’economista Gianfranco Viesti sul Messaggero. La classificazione di Calabria, Puglia e Sicilia nelle zone ‘rosse’ e ‘arancioni’ dipende “da un elemento fondamentale: la disponibilità di personale e di posti letto”, spiega il docente di Economia dell’università di Bari: “In queste regioni la dimensione del sistema sanitario è nettamente inferiore rispetto al resto del Paese: è questo che contribuisce a determinare le indispensabili misure più restrittive, ma quindi anche a colpire maggiormente le attività economiche. I ristoranti chiudono anche perché gli infermieri e i posti letto sono troppo pochi”. Una situazione che dipende non solo “dalle insufficienze e distorsioni” delle amministrazioni regionali, ma anche “da oltre un decennio di politiche sanitarie, in particolare dai piani di rientro”.

Nelle regioni in piano di rientro “al 2017 c'erano 81 dipendenti del sistema sanitario ogni 10 mila abitanti contro 119 in quelle senza piano; in particolare c'erano 35 infermieri contro 49, in un quadro italiano in cui il rapporto fra infermieri e popolazione è solo i due terzi della media europea”. Nel decennio che va dal 2008 al 2017 “il personale nelle Regioni in piano di rientro è diminuito del 16%; è sceso del 2% in quelle senza piano di rientro; è aumentato in quelle autonome. Queste tendenze sono state dovute, appunto, alle regole imposte alle Regioni che avevano un forte disavanzo sanitario: spendevano più del finanziamento loro assegnato. Necessario intervenire, in tempi difficili per la finanza pubblica: ma il disavanzo si è praticamente azzerato già nel 2014 e le politiche non sono cambiate”.

Viesti sottolinea anche altre tre storture. La prima è il riparto del Fondo sanitario nazionale, che “non è legato a un’attenta misura dei fabbisogni della popolazione, ma è guidato solo dalla dimensione demografica, in parte ‘pesata’ per l'anzianità: così la spesa per abitante è in Calabria del 18% inferiore a quella emiliana, del 15% in Campania, del 13% nel Lazio”. La seconda è che “nessuno ha mai provveduto a una misurazione delle dotazioni strutturali (ospedali, macchinari) delle Regioni: eppure esse dovrebbero essere ‘perequate’, dato che è impossibile avere gli stessi servizi con dotazioni molto dispari. Stime di un istituto specializzato (il Cerm) mostravano al 2010 impressionanti divari; ma la spesa per investimenti pubblici in sanità invece di contribuire a ridurli li ha accresciuti: fra il 2000 e il 2017 gli investimenti nella sanità sono stati pari ogni anno a 22 euro per abitante in Campania e nel Lazio, a 84 in Emilia; a 16 euro per abitante in Calabria contro 184 a Bolzano”. Infine, la necessità di tanti pazienti di “spostarsi fra regioni, specie per cure che richiedono dotazioni e specializzazioni avanzate (e che vengono pagate dalle Regioni di provenienza, che così hanno ancora meno risorse), è ormai considerato come un dato fisiologico del sistema, e non come una grave discriminazione da correggere”.

La Cgil
“Futura: lavoro, ambiente, innovazione". Questo il titolo della tre giorni promossa dalla Cgil e realizzata con la collaborazione e il supporto tecnico di Futuralab. L'appuntamento si aprirà il 13 novembre con il confronto tra il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sarà possibile seguire in diretta tutto l'evento su Collettiva.it.

Dal Teatro Brancaccio di Roma, dove sarà allestito lo studio centrale, si alterneranno tavoli istituzionali a tavoli tematici con studiosi, personalità ed esperti. Previsti anche collegamenti live per dare voce a lavoratori, dirigenti sindacali, rappresentanti delle aziende, e spazi dedicati alle categorie della Cgil, all’Inca e ai Caaf. L'obiettivo è quello di coinvolgere in modo costruttivo gli attori politici, istituzionali e del mondo del lavoro, sociale e delle imprese che avranno il compito di superare l'emergenza e riprogettare il Paese.

La prima giornata, venerdì 13 novembre, sarà incentrata sul tema del lavoro e prenderà il via, in mattinata, con il faccia a faccia tra il presidente del Consiglio e il segretario generale della Cgil (nelle prossime ore verrà comunicato l'orario definitivo), mentre sabato 14 Landini si confronterà con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi sull'innovazione. Domenica 15 novembre sguardo puntato su Europa e ambiente, e parteciperà il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni.

Tra gli altri ospiti in programma, oltre alla segreteria confederale della Cgil, i segretari generali di Cisl e Uil, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri, il cardinale Matteo Maria Zuppi, Enrico Letta, l’economista Mariana Mazzucato, la team leader dell'Ilo Olga Strieska-Ilina, il presidente di Libera Don Luigi Ciotti, la direttrice centrale dell’Istat Linda Laura Sabbadini, l’ad di Cassa depositi e prestiti Fabrizio Palermo, e il direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli Marcello Minenna.

Sempre su Collettiva, segnaliamo l'articolo dedicato agli ospiti che sono anche autori Ediesse (Enrico Giovannini, Nerina Dirindin, Marcello Minenna e Fabrizio Barca) e i tre video che affrontano, con interviste a grandi personalità internazionali, i tre temi portanti di Futura: lavoro, ambiente e innovazione.

“Assodelivery ha dimostrato un’apertura al confronto con tutti i sindacati, ma nel merito le posizioni rimangono lontane”. Così la segretaria confederale Cgil Tania Scacchetti, in un articolo su Collettiva, commenta il tavolo sui rider che si è tenuto al ministero del Lavoro. “Il primo elemento per proseguire il percorso iniziato il 3 agosto scorso, ostacolato dalla sottoscrizione del contratto Assodelivery-Ugl, è che le imprese dimostrino subito la disponibilità a non considerare l’accordo siglato come punto di riferimento”, aggiunge Scacchetti. Per l’esponente sindacale “va costruito insieme un terreno di contrattazione che superi in primo luogo il cottimo e che possa riconoscere ai ciclofattorini, anche sulla base delle sentenze che abbiamo promosso in questi mesi, diritti tipici della subordinazione. Gli strumenti ci sono, hanno sufficienti aspetti di flessibilità e si chiamano contratti collettivi nazionali, a partire da quello della logistica che si è recentemente dotato di un protocollo dedicato a questa tipologia di lavoratori”.

Da segnalare, infine, la proclamazione dello sciopero nazionale per venerdì 13 novembre dei dipendenti Malta Air e Crew Link, le controllate di Ryanair per i voli operati in Italia, indetto da Filt Cgil e altre categorie del trasporto aereo; la sottoscrizione dell’accordo per il contratto unico delle piccole e medie imprese di cemento, laterizi e lapidei (coinvolti circa 15 mila lavoratori), da parte di Fillea Cgil e altre categorie (leggi in Collettiva); la richiesta della Fp Cgil di stabilizzare i precari dei servizi sociali territoriali, con “un impegno tangibile e concreto in legge di Bilancio” (leggi in Collettiva); la contrarietà del segretario generale Fillea Cgil Alessandro Genovesi nazionale riguardo all’eliminazione della soglia generale del 30-40% delle opere in subappalto (“si fanno danni e basta”, ha dichiarato) ventilata dall’Anac; l’approvazione della Slc Cgil delle intenzioni espresse dal ministro delle Finanze Gualtieri di “restituire il 5% del gettito del canone Rai e di rivedere la governance aziendale”.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.it