"Sono trascorsi oltre dieci giorni da quando la Regione Abruzzo ha comunicato la chiusura del punto nascita dell'ospedale di Sulmona. Degli innumerevoli proclami che il territorio della Valle Peligna è stato costretto ad ascoltare, nulla è stato concretamente effettuato in termini di programmazione, progettualità e investimenti su personale, tecnologia e strumentazione, che avrebbe consentito un rilancio del sistema sanitario". E' quanto affermano in un comunicato congiunto Cgil, Fp Cgil, Spi Cgil, Filcams e Nidil dell'Aquila. 

"L'azione di chiusura e ridimensionamento dei servizi sanitari rappresenterebbe un vero e proprio atto ostile nei confronti dell'intera comunità della Valle Peligna e dell'Alto Sangro, ma anche dell'intera provincia aquilana, a cui sarebbe sottratto un servizio essenziale.  Per questo, l'8 febbraio, dalle 10,30 in poi, manifestiamo la nostra solidarietà a lavoratori e lavoratrici della Asl 1 Avezzano, Sulmona e L'Aquila, che senza polemiche e con dedizione e abnegazione continuano a curare i cittadini che si ammalano di Covid e non solo", rilevano ancora le diverse sigle di categoria.

"Manifestiamo per chiedere alla politica e alle istituzioni soluzioni che scongiurino la chiusura del punto nascita, ma anche la classificazione in ospedale di primo livello del nosocomio di Sulmona, come primo passaggio per il potenziamento dei servizi sanitari sul territorio. Inoltre, manifestiamo per chiedere che lavoratori e lavoratrici siano messi nelle condizioni di poter erogare i servizi sanitari in maniera adeguata a tutta la collettività. Manifestiamo anche perché abbia inizio il potenziamento delle attività sanitarie territoriali di prossimità e l'attivazione della casa della salute. Infine, manifestiamo per chiedere l'assunzione di nuovo personale, che arrivi a concorrenza quantomeno della dotazione organica vigente. La difesa del punto nascita, così come dell'intero sistema sanitario provinciale, deve rappresentare una battaglia comune per il diritto alla salute", concludono i sindacati.