Molto positivo l’intervento nella Legge di Bilancio 2021, che riconosce in maniera piena la contribuzione previdenziale riferita ai periodi di lavoro come part-time verticale ciclico. Per noi, che per anni abbiamo sostenuto questa battaglia, è una vittoria importante.

Infatti, a questi lavoratori, non venivano riconosciuti ai fini del calcolo dell’anzianità contributiva necessaria per acquisire il diritto alla pensione, i periodi di sosta lavorativa, nonostante la Corte di Giustizia Europea avesse affermato già nel 2010 che la disciplina italiana in materia di trattamento pensionistico prevista per i lavoratori a tempo parziale di tipo verticale ciclico fosse discriminatoria rispetto agli altri lavoratori.

Principio di discriminazione recepito in moltissime sentenze, anche di Cassazione, che condannavano l’Inps a riconoscere la valorizzazione, ai fini dell’anzianità contributiva, di tali periodi di sosta.

Il mancato riconoscimento di un diritto che ha costretto migliaia di lavoratori, spesso lavoratrici donne, a lavorare molti più anni per raggiungere il traguardo pensionistico - una vera ingiustizia!

Moltissime le cause portate avanti in questi anni dalle nostre categorie attraverso il Patronato Inca Cgil, al fine del riconoscimento di questo diritto, concesso sempre in via giudiziale, con la condanna dell’Inps al risarcimento delle spese legali, con uno sperpero, quindi, di risorse pubbliche rilevanti.

In dettaglio, la disposizione normativa inserita nella Legge di Bilancio prevede che per i contratti di lavoro a tempo parziale verticale, in corso al 1.1.2021 o che abbiano decorrenza successiva, il numero delle settimane da considerare per l'anzianità utile ai fini del diritto al trattamento pensionistico si determini rapportando il totale della retribuzione annua percepita al minimale contributivo settimanale (206,23€, nel 2020).Invece, per i contratti di lavoro a tempo parziale già esauriti al 1.1.2021, il riconoscimento delle settimane sarà condizionato alla presentazione di un’apposita domanda, corredata da idonea documentazione. In ogni caso, la nuova disposizione potrà determinare la liquidazione di trattamenti pensionistici con decorrenza successiva al 1.01.2021.

Questa misura permetterà, secondo stime Inps, un accesso al pensionamento (anticipato o di vecchiaia ) a circa 5.000 persone già nel 2021, numeri notevoli, considerando soprattutto l’attuale fase emergenziale legata al Covid-19 e alla crisi economica che si sta determinando con le sue ricadute negative sul mercato del lavoro, in settori dove sono frequenti contratti di lavoro a part time verticale – basti pensare, solo per fare qualche esempio, ai lavori stagionali (non solo quelli legati al turismo) e al settore della ristorazione in particolare delle mense.

Si tratta di un risultato politico importante che si è ottenuto attraverso la mobilitazione di lavoratrici e lavoratori che con iniziative, presidi e tantissimi ricorsi legali, hanno indotto il Governo ad un intervento risolutivo, che permetterà finalmente ai lavoratori in part time verticale di poter accedere al pensionamento, considerando tutti gli anni di lavoro al pari di tutti gli altri lavoratori.

Ezio Cigna è responsabile della Previdenza della Cgil nazionale