PHOTO
Oggi si è tenuta a Due Carrare l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori della Valvitalia, composta dai 60 dipendenti ancora in forze, in cui è stata approvata l’ipotesi di accordo raggiunta la scorsa settimana, durante l’incontro fra azienda e sindacati che si è tenuto giovedì 31 marzo.
I contenuti dell’accordo toccano tutte le alternative legate al futuro dei dipendenti dello stabilimento padovano del gruppo. Per chi ha deciso di trasferirsi ci sarà un sostegno economico, un’indennità una tantum è prevista anche per coloro che, occupandosi di aree specifiche, potranno lavorare in smart working e dovrà essere presente a Rivanazzano per un massimo di 6 giorni al mese; questa opzione è prevista da maggio fine a fine anno, con possibilità di proroga. Per quei dipendenti che raggiungeranno la pensione entro la fine del 2024 è prevista una misura per accorpare la Naspi con il termine dell’attività lavorativa. Per chi invece decide di non trasferirsi è stato concordato un indennizzo economico che per i redditi medio bassi arriva a coprire circa una annualità di reddito. Sarà attivato su richiesta volontaria delle lavoratrici e lavoratori un servizio di outplacement tramite società del territorio per favorire la riqualificazione e ricollocamento.
“I risultati ottenuti sono stati raggiunti grazie alle mobilitazioni e allo sforzo di tutti quanti i lavoratori e le lavoratrici, con l’apporto dell’impegno costante del sindacato che, in questi mesi, è riuscito a intavolare e concludere questa contrattazione con l’azienda, arrivando a un esito tutt’altro che scontato che tiene in considerazione le competenze e il valore di lavoratrici e lavoratori. Dobbiamo rendere atto a questi lavoratori di essere riusciti, restando uniti e combattivi, a mettere in discussione, anche se solo parzialmente, il piano economico di una multinazionale che nella sua idea originaria vedeva l'epilogo della vicenda già ai primi di marzo per tutti gli 81 dipendenti.” Hanno dichiarato Michele Iandiorio della Fiom e Luca Gazzabin della Fim al termine dell’assemblea.
“Nonostante siamo riusciti a raggiungere un risultato insperato, vista la posizione portata avanti durante la vertenza dall’azienda, pensiamo che questa vicenda abbia dei fronti ancora aperti". Hanno detto il segretario generale della Fiom di Padova Loris Scarpa e il funzionario Michele Iandiorio.
"È necessario ricordare che durante questi mesi è stata presentata sia un’interrogazione parlamentare per chiedere conto delle scelte dell’azienda, sia una richiesta di convocazione al Mise, inoltrata dalle organizzazioni sindacali e rimasta senza risposta.
Come Fiom ci domandiamo quale sia il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti, che ha una forte partecipazione in Valvitalia con soldi pubblici, quando aziende come questa decidono di chiudere stabilimenti e depauperare il territorio e quale sia, alla fine, il potere d’intervento delle istituzioni che, in questo frangente, sono state assolutamente inermi, totalmente in balia dei capricci della dirigenza di Valvitalia.
È necessario aprire una discussione seria sulla qualità degli interventi pubblici nelle aziende strategiche, se funzionali solo a logiche di sostegno finanziario agli imprenditori di turno o se quel ruolo vada esercitato in un’ottica più generale di sostegno al ruolo "sociale" dell'impresa nei confronti dei territori e della tutela del lavoro e dei suoi diritti.
Va inoltre aggiunto che, in questo mese, si sono avvicinati alcuni possibili acquirenti, interessati a dare una continuità lavorativa al sito, alle lavoratrici e ai lavoratori che non hanno avuto seguito da parte di coloro che, in particolare Cassa Depositi e Prestiti, hanno in mano la gestione finanziaria di Valvitalia.
All’oggi la solitudine politica e sociale di lavoratrici e lavoratori è sempre più lampante e denota quanto questi siano soggetti allo sfruttamento e alle speculazioni! Le prossime lotte cosa lasceranno? Che prospettive ci saranno se nessuno metterà un freno a questa logica di mercato? Si continuerà ad adattarsi al mercato fino allo sfinimento o si riuscirà a realizzare quel cambiamento che tutti vogliamo e auspichiamo, ma che chiediamo sia attuato da altri senza impegnarci collettivamente per volerlo!?
La Fiom e la Cgil sono e saranno con i lavoratori e le lavoratrici, ma il resto del Paese dov’è?”.