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Non ce l’ha fatta John Floriani, operaio rocciatore di 26 anni, originario di Pergine Valsugana, precipitato il 24 aprile scorso per 60 metri mentre stava lavorando sulla parete del monte Calisio che si trova sopra l’abitato di Maderno, in Trentino. Il giovane, per motivi ancora da chiarire, è caduto mentre stava riordinando gli attrezzi al termine del turno di lavoro in parete dove stava disgaggiando i massi incombenti sul sentiero che da Martignano porta sulle cime del Calisio. Sul posto erano prontamente intervenuti l’elicottero sanitario, i vigili del fuoco e il soccorso alpino della stazione di Trento Monte Bondone, allertati dai colleghi dell’operaio. Le condizioni dell’uomo sono apparse subito critiche, tanto che è stato intubato prima di essere elitrasportato all’ospedale di Trento. Ieri la morte in ospedale dopo 10 giorni.
Cgil Trentino: “Nel nostro territorio siamo arrivati a 9 vittime, uno stillicidio senza fine”
“Perdere la vita sul lavoro è sempre inaccettabile. Quando questa tragedia, però, colpisce un giovane di 26 anni si resta attoniti e sgomenti – si legge in una nota della Cgil del Trentino –. John Floriani purtroppo è la nona vittima del lavoro in Trentino, un drammatico stillicidio che sembra non avere fine”.
“È ora di innalzare l’attenzione di tutti, a partire dalle istituzioni pubbliche e dai singoli datori di lavoro, affinché si metta fine a questa lunga scia di sangue e si possano mettere in campo strategie efficaci per ridurre drasticamente i rischi di infortunio e innalzare la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ci stringiamo commossi alla famiglia di John. A loro va tutta la nostra solidarietà e vicinanza”.